Posts Tagged ‘Neu!’

FreaKraut – 3. NEU!

di Marco Tagliabue

5 marzo 2014

Immaginate di piombare nell’anno di grazia 1972 e di rovistare con la consueta bramosia fra le novità discografiche nel vostro bugigattolo di fiducia. Improvvisamente, fra Foxtrot e Fragile, vi capita fra le mani un album che non può fare a meno di attrarre la vostra attenzione. Una copertina completamente bianca sulla quale campeggia –fronte e retro- una grossa scritta trasversale in arancio fosforescente, Neu! Null’altro. Sembra il depliant pubblicitario del supermercato di fronte…che Paul Whitehead o Roger Dean siano andati completamente in acido? Immaginate di essere talmente sprovveduti ed autolesionisti da portarvi a casa quello strano oggetto. E di metterlo sul piatto. Basteranno i primi dieci minuti per cambiare la vostra percezione della musica rock e, magari, anche parte della vostra vita. Hallogallo è una lunga cavalcata giocata sulla cupa progressione di un fitto tappeto percussivo –niente basso, solo una batteria elettronica- stemperata dalle intermittenze lisergiche di una chitarra agile e sinuosa. Sembra strano, ma non c’è un inizio e non c’è una fine, non c’è nemmeno una voce o una parvenza di melodia: solo un vortice di frequenze multicolori che imprigiona fin dalle prime note, fra gioia e tormento, estasi e delirio. Semplicemente, uno dei momenti più alti del (non solo kraut) rock. Poi il suono sembra perdere ogni connotazione, arrivano solo i segnali d’avaria da qualche astronave misteriosa: i corrieri cosmici, evidentemente, stanno cominciando ad andare alla deriva (Sonderangebot). E’ il preludio alle meraviglie di Weissensee. I ragazzi, evidentemente, devono essere un po’ furbi, perché hanno presso Hallogallo, hanno rallentato il ritmo e ne hanno ammorbidito la progressione: le aperture delle chitarre sono più liriche, limpide ed eteree, le atmosfere più dolci e rilassate, ma il risultato è tale da costringere al perdono. Girate il disco. Vi accoglieranno rumori acquatici, vi sembrerà di perfino di udire i gabbiani fra strane astrazioni chitarristiche. Im Gluck è ambient prima dell’ambient ma, appena cominciate a distendervi, un martello pneumatico vi riporta alla realtà. (Si, proprio un martello pneumatico, con buona pace degli Einsturzende Neubauten che pensavano di detenere il copyright!). L’incubo ha un nome, Negativland, e, anni dopo, ispirerà anche la ragione sociale di una band. Ma questo voi, nel 1972, non potete ancora saperlo. Qualche schitarrata, poi un incalzare ritmico preciso ed affilato solcato da chitarre quasi noise. Uno stop fra clangori da catena di montaggio ed un’accelerazione improvvisa, e poi ancora rallentamenti e ripartenze a velocità sempre diverse sulle quali le chitarre continuano a ricamare le loro trame stridenti. Proto-industrial? Lieber Honig chiude l’album con una sorpresa: una voce afona e forzata intona una melodia tenue e dolcissima che sembra voler nascondere a tutti i costi. E’ incastonata fra le frasi asettiche di un organo ed i soliti rumori acquatici, che riportano al silenzio. A questo punto, e poi finiamo il giochino, immaginate di chiamarvi David Bowie e di rimanere folgorati da questo disco. Talmente stregati da mettere in cantiere un viaggio a Berlino dall’amico Brian Eno, già avvezzo a quell’aria da qualche tempo, ed una trilogia che rappresenterà una svolta per la musica rock. 40% del merito ai Neu!, 40% a Bowie e 20% a Eno: le percentuali potete anche cambiarle ma, in ogni caso, è nata la new wave. E, non dimenticatelo, siamo ancora nel 1972.

Neu!, da Dusseldorf, sono Klaus Dinger e Michael Rother, e rappresentano, insieme ai Faust, la frangia più iconoclasta (e più influente) del rock teutonico. Entrambi gravitano nell’orbita dei primissimi Kraftwerk: Dinger è nella line up dell’esordio a 33 giri dei futuri uomini macchina, ma molla tutto subito dopo l’uscita del disco per inseguire la nuova avventura. I due si chiudono in uno studio di registrazione e mettono su nastro la magnificenza di cui vi abbiamo appena reso partecipi in quattro notti, da soli, con il contributo in cabina di regia di Conrad Plank, altro musicista del giro Kraftwerk. Neu! vende abbastanza bene in Germania e in Gran Bretagna ma i due, progetto essenzialmente di studio, non riescono a capitalizzare per la difficoltà di riprodurre le loro sonorità dal vivo. Un tentativo di tour viene in breve tempo abortito. Neu! 2, edito nel 1973, ricicla genialmente grafica e soluzioni strumentali del predecessore. La copertina è identica: sfondo bianco con scritta in grigio e, sovrapposto, un grosso 2 lilla in vernice a spruzzo. Un’abitudine che i nostri manterranno anche nel capitolo successivo, in cui il fondale diventerà nero e la scritta bianca. Fur Immer apre l’album e richiama immediatamente Hallogallo, ne sembra addirittura un rifacimento in chiave quasi pop: il caratteristico incedere ritmico più marcato, qualche cambio di tempo, le chitarre meno estatiche, più dirette ed incisive. Spitzen Qualitat è una danza pagana per la società industriale: le percussioni martellanti scandiscono ritmi tribali, qualche cambio di tempo e disturbi elettronici in sottofondo. Gedenk Minute esibisce, nel lasso di tempo indicato, un rintocco di campane su correnti elettroniche mentre la successiva Lila Engel, che chiude la prima facciata, mostra la consueta progressione ritmica con le chitarre a fare scintille ed una voce sgraziata a scandire il ritmo. Il secondo lato fa letteralmente impazzire lo stereo: siete avvisati quindi, è perfettamente inutile prendersela con il vostro fedele compagno! Neuschnee e Super, già edite su singolo, ritmo marziale con splendidi arabeschi psichedelici la prima e proto techno la seconda, vengono riproposte in tutto cinque volte in versione canonica ed a velocità diverse; in mezzo, strano riempitivo, un estratto di Fur Himmer viene condito da qualche chiacchiera e ribattezzato Hallo Excentrico! Vale a dire come completare una facciata con avanzi e frattaglie manipolando qualche nastro e divertendosi con il cursore della velocità di registrazione: ardita sperimentazione o vuoto creativo? Un giochino, in ogni caso, cui nel futuro avrebbero messo le mani in tanti. Esisterebbe, per la verità, una terza pista che imputa alle voci di un prossimo fallimento della label la necessità per i nostri di affrettare le registrazioni magari, come abbiamo visto, con qualche trucchetto di troppo… Ad ogni modo Neu! 2 è stato ultimato in quattro giorni come il più compiuto predecessore: a questo punto a voi l’ardua sentenza. Molto probabilmente, gusto per la provocazione a parte, ad essere venuta meno è essenzialmente l’ispirazione, tanto è vero che le strade dei due si separano appena dopo la pubblicazione dell’album.

Rother, con il solito Conrad Plank in regia, si unisce a Hans-Joachim Roedelius e Dieter Moebius dei Cluster per il varo del progetto Harmonia, al quale sono ricondotti due album, Musik Von Harmonia (1974) e Deluxe (1975), più orientati al versante cosmico. Dinger, dal canto suo, inizia a confezionare i suoi La Dusseldorf. Ma prima c’è il tempo per un altro miracolo. Il solito Plank riacciuffa i due prima che le rispettive strade si separino definitivamente e, con un organico allargato a Thomas Dinger, fratello di Klaus, e Hans Lampe alle percussioni, Neu! risorge dalle proprie ceneri con una mirabile creazione. Neu! 75 è il disco più compiuto e, forse, il capolavoro della band. E se abbiamo parlato di miracolo non è soltanto per usare i soliti superlativi: è perché tale compiutezza sembra altamente improbabile, se non impossibile, se si pensa che i due -che vivono un po’ da separati in casa- non si vogliono affatto bene. Le due facciate dell’album, in ognuna delle quali è ben evidente una distinta paternità, quella di Rother e dei suoi Harmonia nella prima e quella dei futuri La Dusseldorf nella seconda, sono lì apposta a dimostrarlo. Eppure Neu! 75 è il disco nel quale l’anarchia dei capitoli precedenti si sviluppa finalmente in un senso compiuto, nel quale il duo, in punto di morte, scopre la quintessenza del proprio suono. Isi ha l’incedere ritmico tipico dei Neu! ed una melodia pianistica alla quale fanno da contrappunto le frasi del sintetizzatore: il culmine dell’armonia e del buon gusto nella storia della band. Seeland rallenta il tempo, una chitarra traccia algide linee lisergiche attorno alle quali ruota la sezione ritmica mentre il synth, senza disturbare, emerge a tratti. In Leb Wohl pioggia e sciabordii marini (un tema ricorrente, lo abbiamo visto) cullano una melodia pianistica alla Satie con un tenue cantato ed un filo d’organo in sottofondo: i Neu! sembrano prossimi al silenzio. Ma è mera illusione… Sulla seconda facciata, in Hero e After Eight, i due si fanno improvvisamente cattivi: è il krautrock punkizzato, erano gli Stooges e saranno i Sex Pistols, un’immensa forza centrifuga dalla quale nasceranno anche gli Ultravox! che, non a caso, hanno un punto esclamativo in comune con i nostri. In mezzo i dieci minuti di E-Musik, teutonica confusione fra ritmi meccanici e perversi che sfociano, nel finale, in una breve melodia pianistica sormontata da fruscii elettronici e da un canto d’oltretomba. Ora è veramente la fine. Mentre Rother, terminata l’esperienza Harmonia, si accontenterà di una carriera solista di secondo piano, Dinger, con il fratello Thomas e Hans Lampe, più il contributo esterno di Nikolaus Van Rhein alle tastiere e del bassista Harald Konietzko, pubblicherà nel 1976 l’omonimo debutto dei La Dusseldorf, al quale faranno seguito Viva, nel 1978, e Individuellos nel 1980. Tutte opere che, nelle pagine migliori, contaminano l’incedere selvaggio dei Neu! con temi più lirici ed impressionisti. Ci sarà infine il tempo di scoprire, a metà anni novanta con la pubblicazione postuma di Neu! 4, che i due avevano provato a far la pace fra il 1984 ed il 1985. Ma, ahimè, senza troppa fortuna ed ancor meno passione.

da LFTS n.70

Hallo Excentrici!

di Marco Tagliabue

24 agosto 2010

Guardate la copertina sullo sfondo ed ascoltate la musica che esce dalle casse…è difficile immaginare che tutto ciò possa essere accaduto nel 1972…quando il rock era un grande fermento di ben altre musiche ed altre copertine… Eppure tutto ciò successe ad opera di Michael Rother e Klaus Dinger, meglio conosciuti come Neu! e lasciò tracce profondissime per tutti gli anni a venire. Hallogallo è una lunga cavalcata giocata sulla cupa progressione di un fitto tappeto percussivo –niente basso, solo una batteria talmente poco umana da sembrare elettronica- stemperata dalle intermittenze lisergiche di una chitarra agile e sinuosa. Sembra strano, ma non c’è un inizio e non c’è una fine, non c’è nemmeno una voce o una parvenza di melodia: solo un vortice di frequenze multicolori che imprigiona fin dalle prime note. Semplicemente, uno dei momenti più alti del (non solo kraut) rock.
Sentite che ne dice Julian Cope, uno che di (non solo kraut) rock se ne intende…
Nel 1972, mentre me ne stavo sdraiato in una roulotte a Tamworth, nello Staffordshire, il mio atteggiamento nei confronti di TUTTA la musica cambiò per via di un pezzo suonato da John Peel e intitolato Hallogallo… Niente era mai suonato alle mie orecchie così alieno e finora niente lo ha superato in pura audacia. Mentre la maggior parte dei gruppi tedeschi distendeva i propri suoni in epiche stratificazioni impressioniste, il suono dei Neu! era asciutto e diretto, espressionista. Il suo mistero andava cercato nel rifiuto di essere misterioso, tutto poteva essere colto al primo ascolto ed era questa la sua qualità più seducente. Una pulsazione ritmica motoristica senza traccia di basso conduce Hallogallo da una lunga sfumata ad un groove senza riff in Mi maggiore. Dietro, chitarre intermittenti e riversate al contrario punteggiano il tutto come gabbiani su scogliere senza eco. Non c’è melodia. Non c’è cantato. Non c’è nulla che ti dica a che punto ti trovi in questo corridoio senza giunzioni e di cui non si vede la fine. Se i Neu! si fossero sciolti dopo il primo brano del loro primo LP, avrebbero comunque cambiato il rock’n'roll.”

Frattaglie di (puro) vinile…7

di Marco Tagliabue

13 giugno 2010

Neu! 86…Dopo l’inclusione nel box quadruplo Neu! Vinil Box, di cui vi abbiamo già rendicontato nelle ultime frattaglie, e dopo un’edizione semiclandestina in CD su etichetta Captain Trip nel 1995, vede finalmente la luce in vinile su etichetta Gronland Neu! 86, il fantomatico quarto album del fantastico duo di Dusseldorf rimasto per lungo tempo inedito. Si tratta di un lavoro al quale Klaus Dinger e Michael Rother misero mano fra il 1985 ed il 1986, in un tentativo piuttosto maldestro di rimettere in pista i Neu! a dieci anni dal loro scioglimento. Nulla di irresistibile, quindi, e nulla di lontanamente paragonabile allo splendore dei tre album storici Neu!, Neu! 2 e Neu! 75. Un album destinato quasi esclusivamente a fans e completisti che ha comunque messo una bella pezza su un buco nella storia dei Neu!…

Deutsche Elektronische Musik…Rimaniamo in ambito krauto per segnalare questa interessante pubblicazione su etichetta Soul Jazz Records. In doppio Cd o in due volumi in doppio Lp ha visto la luce questa splendida antologia dal titolo programmatico di Deutsche Elektronische Musik che può rappresentare un’ottimo biglietto da visita per il neofita ma, al tempo stesso, riserverà sicuramente qualche sorpresa anche al kraut-rocker più incallito. Ciò grazie ad una cura e ad un criterio particolare nella selezione dei brani e degli autori, che affianca i classici ad artisti che hanno vissuto più nell’ombra, alternando brani manifesto ad altre perle un pò più oscure. Questa la track-list:

1. Can — Aspectacle    
2. Between — Devotion    
3. Harmonia — Dino    
4. Gila — This Morning    
5. Kollectiv — Rambo Zambo    
6. Michael Bundt — La Chasse Aux Microbes    
7. E.M.A.K — Filmmusik    
8. Popol Vuh — Morgengruss    
9. Conrad Schnitzler — Auf Dem Schwarzen Kanal    
10. La Düsseldorf — Rheinita    
11. Harmonia — Veterano    
12. Faust — It’s A Rainy Day, Sunshine Girl    
13. Neu! — Hallo Gallo    
14. Cluster — Heisse Lippen    
15. Ibliss — Hi Life    
16. Dieter Moebius — Hasenheide    
17. Amon Duul II — Fly United    
18. Popol Vuh — Aguirre 1    
19. Ash Ra Tempel — Daydream    
20. Tangerine Dream — No Man’s Land    
21. Amon Duul II — Wie Der Wind Am Ende Einer Strasse    
22. Roedelius — Geradewohl    
23. Can — I Want More    
24. Deuter — Soham

 

A Certain Ratio…Sempre su Soul-Jazz Records un altro disco che c’entra poco con quello che, secondo la denominazione, dovrebbe essere il principale campo d’azione della label. Si tratta di Early , doppio nell’edizione in vinile, preziosa raccolta dei mancuniani A Cartain Ratio, una fra le prime band a firmare per la Factory di Tony Wilson per la quale debuttarono nel 1981 con lo splendido …To Each. Il materiale raccolto spazia dal 1978 al 1985 ed include anche un libretto di 36 pagine…

Brainticket…Due interessanti pubblicazioni in casa Lilith, label che si era già fatta notare, fra l’altro, per una fedele e quanto mai necessaria ristampa del primo omonimo album dei Faust, con un artwork del tutto fedele al mitico originale (è necessario ricordarlo? Vinile trasparente in busta trasparente con radiografia di una mano, o meglio di un pugno, con inserto plastificato, anch’esso trasparente, con note e testi in caratteri rossi…quando anche l’occhio vuole la sua parte). Questa volta sono i Tangerine Dream ad essere rivisitati con l’album Run To Vegas, una compilation con rare tracce della band tedesca, comprensiva anche dei singoli realizzati da Edgar Froese con i precursori The Ones. Tocca poi ai Brainticket, svizzeri di provenienza ma certamente tedeschi d’adozione, con la ristampa del capolavoro del 1973 Celestial Ocean. In entrambi i casi edizione in vinile da 180 grammi con Cd audio accluso…

Milano New Wave 1980-83…Dopo le ristampe, in Cd e vinile limitato a 300 copie delle storiche compilation Gathered e Body Section, delle quali vi abbiamo ampiamente riportato sul numero 99 di Late For The Sky, la toscana Spittle Records getta un altro sguardo negli antri più reconditi della new wave italiana, questa volta quella di stanza nel capoluogo lomabrdo, con l’ottima raccolta Milano New Wave 1980-83, ancora in Cd e vinile limitato a 300 copie, con scaletta diversa e quattro brani nell’edizione Lp non presenti su quella in Cd. Furbacchioni…

Jeffrey Lee Pierce…Dopo il sentito omaggio di We Are Only Riders, il tributo uscito a inizio anno su Glitterhouse con materiale inedito di Jeffrey Lee Pierce scovato in soffitta e rimesso a nuovo da un prestigioso stuolo di amici/colleghi, e contemporaneamente all’ennesima ristampa del debutto capolavoro Fire Of Love dei suoi Gun Club, esce in vinile in edizione limitata a 1000 copie ad opera della label Bang, Six String Sermon, un album che indaga sull’aspetto più bluesy del compianto leader dei Gun Club con una raccolta di brani acustici e rurali che scavano come non mai nella sua anima tormentata, secondo lo stile più classico degli autori del delta del Mississippi…

Frattaglie di (puro) vinile…6

di Marco Tagliabue

9 aprile 2010

Neu!…Il 10 maggio su etichetta Groenland uscirà un box limitato a 1.000 copie contenente l’intera discografia in vinile dei Neu!, la leggendaria kraut-rock band tedesca, insieme a del materiale inedito, un libro di 36 pagine con foto inedite realizzate da Anton Corbijn e un coupon con il codice per il download digitale delle canzoni e per ricevere una preziosa t-shirt del gruppo. Quattro LP e 1 12″ così suddivisi: 1. Neu! (LP) 2. Neu! 2 (LP) 3. Neu! 75 (LP) 4. Neu! 86 (LP inedito) 5. Neu! 72 Non-Public Test (12″ inedito)…

Sea Voids …Un paio di curiosità da casa Thrill Jockey…”Sea Voids”, l’ultima fatica dei fantastici Pontiak (ancora per poco perchè a maggio uscirà il nuovo album “Living”, di cui già vi preannuncio una stampa di 1.000 copie in vinile oro fluorescente), formalmente un EP ma in realtà un LP vero e proprio dall’alto dei suoi oltre 30′ di durata, è stato pubblicato soltanto in edizione limitata di 1.000 copie in vinile. Inutile dire che si tratta di un gran bel lavoro, degna appendice dell’ottimo “Maker” dell’estate scorsa…

White Hills…L’omonimo terzo album dei White Hills, che abbiamo visto recentemente in tour nel nostro Paese proprio con i Pontiak, esce invece nei due supporti con differenti artwork e track-list. L’edizione in CD, copertina rosso/arancio, comprende tre brani inediti nella versione in vinile: Counting Sevens, We Will Rise e Glacial. L’edizione in LP, invece, limitata a 1.000 copie dalla splendida copertina argentata con elementi in rilievo, riporta due brani non compresi nella scaletta del CD, In Circles e In Circles Too, oltre al solito coupon per scaricare l’album nella versione CD ed avere quindi la totalità delle tracce. Parrebbe, purtroppo, che la stampa in vinile sia già esaurita (così almeno recita il sito ufficiale della Thrill Jockey), ma questo, lo sappiamo, non fa che accrescere la vostra sete di irriducibili Vinyl Hunters…

Robert Johnson…Un salto nel tempo e nello spazio per tornare sul Pianeta Terra e bussare alle porte della Doxy, una delle label più attive nel campo delle ristampe di qualità. “King Of The Delta Blues-The Complete Recordings” è il titolo di un cofanetto di tre LP che riassembla l’intero universo sonoro della breve ma folgorante carriera di Robert Johnson, il padre del blues rurale, maggiore e principale influenza di chiunque si sia accostato a questo genere, da Muddy Waters ad Eric Clapton…

Miles Davis…e un cenno anche per le preziose ristampe di due titoli che non hanno certo bisogno di presentazioni: la colonna sonora di “Lift To The Scaffold” (in italiano “Ascensore per l’Inferno”), fra i capolavori di Miles Davis, anno di grazia 1958, ed il quasi contemporaneo ”Du Jazz Dans Le Ravin” di Serge Gainsbourg, che segnò l’avvicinamento alla musica jazz da parte dell’enfant terrible della Serge Gainsbourgcanzone francese. Entrambi in vinile 180 grammi…

…Torniamo nel 2010 e torniamo in Italia per segnalarvi che, contrariamente alle ormai assodate abitudini dell’industria discografica sia major che indipendente, che prevedono la pubblicazione di un album in vinile solo qualche mese dopo l’uscita del CD, per dare giustamente modo agli ormai pochi acquirenti che “tirano la carretta” (e nella maggioranza dei casi preferirebbero il vinile) di portarsi a casa prima il CD e poi non resistere davanti al disco nero, due delle pubblicazioni che faranno più rumore nel corso del 2010, ovvero il nuovo Baustelle “I Mistici Dell’Occidente” ed il ritorno degli …A Toys Orchestra con “Midnight Talks” dopo i fasti di “Technicolour Dreams”, sono uscite contemporaneamente nelle due versioni. Che qualche capoccia si sia cominciato a fare qualche scrupolo di coscienza? Mah…

Flex Your Head…Giusto per saltare di palo in frasca, come del resto è nostro costume, segnaliamo la ristampa da parte della mitica Dischord della seminale antologia “Flex Your Head”, il migliore documento in circolazione sulla scena hardcore dei primi anni ottanta di Washington DC. Tra i protagonisti i Teen Idles e i Minor Threat di Ian MacKaye pre-Fugazi, gli State Of Alert di Henry Rollins, i Government Issue e gli Youth Brigade. Tutti nomi che dovrebbero dire qualcosa anche a chi non vive di pane e pugni sui denti…

So Tonight…Un’altra label che si segnala nel sempre più agguerrito mercato delle ristampe è la Plain Recordings. Merito suo se tornano disponibili in vinile il secondo ed il terzo album dei Mazzy Star, l’ottimo “So Tonight That I Might See” del 1993 ed il meno riuscito “Among My Swan” del 1996, e i due capolavori dei My Bloody Valentine che vanno sotto il nome di “Isn’t Anithing” e “Loveless”, 1988 e 1991 rispettivamente…

Spacemen…Ma, a parere di chi scrive, ancora meglio ha fatto la rinata Fire Records, etichetta di casa Spacemen 3, che ha ripubblicato in vinile 180 grammi due dei capolavori assoluti della neopsichedelia inglese degli anni ottanta, ovvero il debutto di Sonic Boom e compagni del 1986 “Sound Of Confusion” ed il mirabolante seguito ”The Perfect Prescription” del 1988, oltre al live “Performance”, registrato ad Amsterdam nello stesso anno durante il tour promozionale di “The Perfect Prescription”, che ben testimonia il clima arroventato di quelle incredibili gig…

Arab Strap…Tempo di box retrospettivi anche per gli Arab Strap. Il 15 aprile uscirà “Scenes Of A Sexual Nature”, limitato a 1.000 copie, contiene 1 LP singolo, 2 Lp doppi e 2 Cd così suddivisi: 1. “The Week Never Starts Round Here” LP (il primo album del duo formato da Aidan Moffat e Malcom Middleton) 2. “Philophobia” 2LP (secondo lavoro sulla lunga distanza) 3. “Bonus Material” 2LP (Peel Sessions, rare, unreleased & live tracks) 4. Live CD (il primo concerto della band registrato nella sua interezza) 5. Studio CD (raccolta dei primi Ep per Chemikal Underground 1996/1998). Inoltre un CD Data con gli MP3 di tutti i brani del box, una replica della prima cassetta demo inviata alla Chemikal Underground, un poster stampato su entrambi i lati, note all’opera e certificato di autenticità firmati da Aidan Moffat e Malcom Middleton…

Frattaglie di (puro) vinile…

di Marco Tagliabue

25 ottobre 2009

…un’altro segno dei tempi che cambiano: dopo molti anni e molti (capo)lavori editi soltanto in CD, ”Ovations”, freschissimo nuovo album dei Piano Magic di Glen Johnson, vede la luce anche in una lussureggiante versione in vinile 180 gr. ad opera della label Make Mine Music, che cura anche la stampa in digitale…

…ennesima ristampa anche per il folk sui generis del Beck primevo di “One Foot In The Grave”. Questa volta ad opera di XL Recordings, in un doppio vinile con ben sedici bonus-tracks inedite…

…fra le proposte più eccitanti che ci giungono in questi giorni dalla Terra d’Albione, l’omonimo debutto degli XX esce in versione vinilitica su Young Turks con la bonus track inedita “Hot Like Fire”, mentre l’irresistibile ”A Brief History Of Love” dei Big Pink viene pubblicato da 4AD/Beggars Banquet anche in doppio vinile con un 12″ picture disc inedito…

…per la serie “quando è colorato mi attizza di più”, la label Vinyl Lovers ristampa i due capolavori dei Cure più decadenti, “Faith” e “Pornography”,  su vinile grigio e rosso in perfetto allineamento alle rispettive copertine, mentre la celeberrima Brain Records, etichetta simbolo del kraut-rock, da alle stampe l’ennesima riedizione dei vinili storici dei Neu!, l’incommensurabile triade “Neu”, Neu 2″ e “Neu 75″, divertendosi a giocherellare con la tavolozza dei colori…

…”Farm” il nuovo album dei rinati Dinosaur Jr. contiene nell’edizione in doppio LP un 7″ inedito in vinile bianco ed un lussuoso poster che riprende il tema della fantasiosa (e mostruosa) copertina…

…”Crazy Rhythms” e “The Good Earth”, album storici (soprattutto il primo…) dei grandissimi Feelies, sono stati ristampati da Domino in versione vinilitica con bunus tracks rappresentate da versioni live e cover di Beatles, Neil Young e Modern Lovers…         

…”Blow’n Chunks”, registrazione live di un concerto dei Flipper del novembre 1983 al CBGB’s di New York, edito in origine solo su cassetta Roir, è stato ristampato in vinile dalla stessa label con quattro brani in più rispetto alla versione originale…

…la versione in doppio vinile di “Veckatiest”, il nuovo lavoro di Grizzly Bear su Warp, contiene un booklet fotografico il quale, date le sue dimensioni, non poteva trovare posto nell’edizione in CD…

…”Fight 666″ degli Iron Maiden vede anche la luce in doppio vinile picture disc ad opera della lungimirante EMI…

…la Sub Pop ha appena pubblicato “Around The Weel”, triplo (!) vinile di b-sides, rarità e materiale precedentemente inedito di Iron & Wine…     

…Touch And Go ha ristampato in vinile l’intera discografia dei mitici Jesus Lizard, la Sub Pop ha fatto altrettanto per i Mudhoney, la Big Brother per gli Oasis e la Rhyno per i New Order e per gli Smiths. Tutto rimasterizzato in vinile 180 gr.

…”End Of Amnesia”, primo e insuperato album di Matt Ward, vede in questi giorni per la prima volta la luce in vinile ad opera della Future Farmer…