Posts Tagged ‘Bobbo Byrnes’

BOBBO BYRNES – October

di Paolo Baiotti

9 dicembre 2023

Bobbo-Byrnes-October

BOBBO BYRNES
OCTOBER
Autoprodotto 2023

Ci siamo occupati più volte in passato di questo artista, più recentemente nel 2021 in occasione della pubblicazione del quarto album SeaGreenNumber5 nel quale si avvertiva un approccio più intimo e morbido rispetto al precedente The Red Wheelbarrow in cui Bobbo era stato aiutato da ospiti come Ken Coomer, Phil Manzanera e Remi Jaffee. Se nel disco più recente la formazione elettroacustica si limitava a batteria, violino, pedal steel, basso della moglie Tracy con un paio di coriste, questa volta Byrnes ha fatto tutto da solo, avendo la possibilità durante un tour europeo nell’autunno del 2022 di registrare in due luoghi leggendari: Hansa Studios a Berlino e Windmill Lane Studios a Dublino. Armato di chitarra acustica, mandolino, e-bow e voce, Bobbo ha mixato canzoni eseguite nel corso del tour con altre scritte sul momento scegliendo come titolo October in riferimento al momento della registrazione.
Nelle note l’artista descrive di essere rimasto quasi intimidito di registrare in questi ambienti pieni di storia, rendendo omaggio a David Bowie con una cover intima e minimale di Heroes con qualche effetto di e-bow che non sfigura affatto. Pur essendo considerato un artista vicino all’Americana anche pensando ai suoi trascorsi nella band The Fallen Stars, in questo disco Byrnes si avvicina maggiormente alle tematiche del british folk/pop, evidenti nell’apertura di The Cold War, profumata di brit-pop con inserimenti di elettronica sulla base acustica, nonché nella successiva The Sea provvista di un gradevole sapore folk con gli interventi aggraziati del mandolino. October è uno strumentale bucolico dall’atmosfera sognante, mantenuta nella quieta e melodica Untitled, in parziale contrasto con House Of Cards dal tono maggiormente cantautorale. Prima di Heroes spicca la versione del brano folk irlandese marinaresco Crooked Jack, ripreso tra gli altri da Dick Gaughan, mentre nella ballata Too Many Miles che chiude il disco Byrnes esibisce le sue capacità strumentali.

Paolo Baiotti

BOBBO BYRNES – SeaGreenNumber5

di Paolo Baiotti

14 febbraio 2021

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BOBBO BYRNES
SeaGreenNumber5
Autoprodotto 2020

Ci siamo occupati di questo artista l’anno scorso in occasione della pubblicazione del terzo album The Red Wheelbarrow. Ispirato da autori come Bruce Springsteen e Paul Westenberg in bilico tra americana e alternative rock, originario del Massachusetts e residente da tempo in California, per il quarto album, anche a causa della pandemia, si è comportato diversamente. Nessun ospite di prestigio come Ken Coomer, Phil Manzanera o Remi Jaffee, ma un approcio più intimo e morbido con una formazione elettroacustica ridotta comprendente la moglie Tracy al basso e voce, Matt Froehlich alla batteria, Georgiana Hennessy al violino e Jeremy Long alla pedal steel, oltre a un paio di coriste. L’album è ispirato dal quadro di Byrnes con lo stesso titolo raffigurato sulla copertina. Bobbo è un valido storyteller: le sue canzoni raccontano la vita di un musicista on the road (10.000 Miles), la passione per la moglie bassista (Queen Of The Party che apre il disco) o vicende più drammatiche come il coinvolgimento involontario in una sparatoria (Every Sound That Crashes). La scelta musicale è orientata verso un folk-rock con venature country che ricorda anche nell’uso delle armonie vocali CSNY e gli Eagles, con la pedal-steel in primo piano. Non sempre la scrittura è all’altezza, ci sono tracce un po’ scontate, ma non mancano riusciti momenti di intimità più quieta come Sight Of Me e lo strumentale Geo’s Jig, alternati a brani più ritmati tra i quali Eveline e Running Back To You in cui spiccano i backing vocals di Jen Moraca e Tawny Ellis e gli arpeggi dell’acustica di Bobbo. In chiusura il morbido country Somewhere Else punteggiato dalla pedal-steel riafferma la scelta intimista del disco.

BOBBO BYRNES – The Red Wheelbarrow

di Paolo Baiotti

10 febbraio 2020

bobbo[1710]

BOBBO BYRNES
THE RED WHEELBARROW
Bobbo Byrnes 2019

Il terzo album solista di Bobbo Byrnes prende il nome “la carriola rossa” da una breve poesia degli anni trenta di William Carlos Williams. Byrnes è un personaggio particolare, un cantautore giunto al terzo disco solista dopo Motel Americana del 2017 e This Side To This Town del 2018. Inoltre fa parte di Riddle & The Stars, una collaborazione con l’australiano Ben Riddle e e la moglie bassista Tracy Byrnes, nonché di The Fallen Stars, sempre con Tracy e il batterista Matt Froehlich.
Ispirato da grandi autori come Bruce Springsteen e Paul Westenberg e da band come Wilco e Replacements, il musicista originario del Massachusetts, da tempo residente in California, ha alle spalle più di dieci dischi e quasi 300 concerti negli ultimi due anni. Ha aperto per Dave Alvin, Ian Hunter, Gin Blossoms, Church, Lucas Nelson e partecipato a festival americani ed europei in ambito roots/americana. In questo disco è accompagnato da musicisti molto conosciuti come Ken Coomer alla batteria (Wilco, Uncle Tupelo) e Remi Jaffee all’organo hammond (Wallflowers), oltre alla moglie al basso, Willie Walker al piano e altri batteristi. Inoltre Phil Manzanera interviene in una pimpante cover di Virginia Plain dei Roxy Music.
Registrato principalmente a Nashville e in New Hampshire, The Red Wheelbarrow è un disco di rock energico, fluido e melodico, dove prevalgono le tracce ritmate come la tagliente Double Down e January, che rispettivamente lo aprono e lo chiudono e Look For It.. Part Time Cowboy è attraversata da influenze country, mentre Sally Starr mischia indie-rock e pop con efficacia. Ci sono quattro covers: oltre alla già citata Virginia Plain, si distingue la splendida ballata Mexican Home di John Prine pervasa da influenze springsteeniane, alla quale si aggiungono il pop-rock Lovers dall’esordio dei Five Easy Pieces e Looking at the World Through a Windshield (Del Reeves, Son Volt) che ricorda il suono country/twangy di Commander Cody.
Bobb Byrnes mi sembra un artista da approfondire e questo The Red Wheelbarrow un disco meritevole di una distribuzione più capillare.