BILLY BRANCH & THE SONS OF BLUES – Roots And Branches
di Paolo Crazy Carnevale
30 ottobre 2019
BILLY BRANCH & THE SONS OF BLUES – Roots And Branches (Alligator/IRD 2019)
Ecco qui, fresca di produzione, una delle migliori proposte di casa Alligator degli ultimi tempi, un altro disco di armonica blues, ma stavolta la classe è eccelsa e lo strumento armonica è suonato con feeling anziché come sfoggio di tecnica e bravura. E il blues si sa è tutto fuorché sfoggio di tecnica e bravura, che, se poi ci sono non guastano, ma sono di secondaria importanza rispetto all’anima.
E in questo disco di Billy Branch l’anima straborda da ogni nota, sia soffiata nell’armonica, sia prodotta dai suoi accompagnatori.
E non poteva essere diversamente in un disco che omaggia la musica di uno dei grandi protagonisti dell’armonica blues, un autentico monumento del Chicago sound, quel Little Walter che fu uno dei tanti artisti prodotti da casa Chess.
D’altra parte con casa Chess il buon Billy ha un rapporto privilegiato, essendo stato per alcuni anni nella band di Willie Dixon, non solo bassista di studio della Chess Records per i dischi di quasi tutti coloro che vi incidevano, ma anche autore di un’infinità di classici (in questo disco ne troviamo un paio, composti appositamente per Little Walter).
Se Branch con l’armonica è un drago di bravura e riesce perfettamente a replicare il suono e lo stile dell’illustre collega, il gruppo lo segue davvero eccellentemente, suonando in maniera molto moderna, con grande conoscenza della materia.
Ascoltate la versione di Blue And Lonesome, Branch canta con inflessione soul fantastica mentre il pianista Sumito Aryoshi fa volare le dita sulla tastiera con sopraffina leggerezza e Giles Corey ordisce spunti struggenti sul manico della sei corde. E il brano finisce col non aver nulla da invidiare alla versione che solo un paio d’anni fa ci hanno regalato i Rolling Stones su quell’eccellente disco che proprio da questa canzone prendeva il titolo.
E che dire della versione dello strumentale Roller Coaster di Bo Diddley, proposto qui in un arrangiamento che richiama il sound chick-a-boom di Johnny Cash su cui l’armonica detta legge, meno interessante l’altro strumentale, Juke, seguito invece da una bella resa dello shuffle Last Night. D’effetto anche il boogie Hate To See You Go, robusto e deciso; dalla penna di Dixon ci sono Mellow Down Easy e una convincente My Babe con grande lavoro del pianista Aryoshi (che è co-produttore del disco insieme al titolare), cambi di tempo, atmosfere latine che incredibilmente non stonano e un break di armonica da urlo.
Molto bello anche il medley Just Your Fool/Key To The Highway, con un lavoro molto interessante del chitarrista che lavora finemente in sottofondo, e poi Nobody But You, Boom Boom Out Go The Lights, One More Chance With You, con Branch che si trasforma in blues crooner, via via fino alla conclusiva e cadenzata Blues With A Feeling, all’insegna del blues più classico e sincopato seguita da un breve ricordo di Little Walter da parte della figlia Marion che suggella un riuscito ed originale tributo.