Archivio di novembre 2010

Vinile Italiano

di Marco Tagliabue

30 novembre 2010

Vinile Italiano

La Spittle Records ha curato l’uscita della seconda edizione riveduta, corretta e, naturalmente, aggiornata, del prezioso volume Vinile Italiano (Spittle/Goodfellas, 448 pagine + vinile 10″, euro 30) di Paolo Dovico e Luigi Riganti.

Come recita il sottotitolo, si tratta di un rigoroso indice di tutto ciò che è stato pubblicato in vinile nell’ambito, per la verità abbastanza astratto, del “nuovo” rock italiano, dal 1977 ad oggi, a.d. 2010.

Redatto in forma di catalogo, con accurate informazioni per ogni disco, compresa la quotazione di riferimento sul mercato collezionistico, ed una bella introduzione di Luca Frazzi, oltre ad un’appendice bibliografica e fotografica, il libro rappresenta certo qualcosa di più di un mero elenco di dati ad uso e consumo di appassionati e ricercatori.

Per dirla con le note di Pierpaolo De Iulis, che ci sentiamo di sottoscrivere, “ci troviamo di fronte ad un passepartout fondamentale per aprire una grande cassaforte colma di tante piccole gemme, oppure (parafrasando il compianto Lester Bangs) una guida ragionata al frastuono più atroce prodotto in Italia negli ultimi trent’anni!...”.       

Al volume si accompagna un vinile 10″ contenente brani inediti di Art Fleury, La Pattona, Inside Out, Aus Decline, No Strange, Not Moving, Primeteens e Vegetable Men, in un piccolo viaggio trasversale attraverso le atmosfere di cui sono permeate le sue pagine.

L’ultimo disco dei Mohicani

di Marco Tagliabue

16 novembre 2010

L'ultimo disco dei Mohicani

…ovvero “tutto quello che esiste ma che non potete credere che esista nel mondo della musica rock e dei suoi seguaci (più o meno) appassionati”. Il libro, edito da Castelvecchi editore, è l’opera prima (e forse unica!) di Maurizio Blatto, che di professione non fa lo scrittore ma il gestore di Backdoor, storico negozio di dischi di Torino. Una divertente raccolta di racconti che ha come protagonisti gli avventori più anomali e spregiudicati dell’esercizio e le loro incredibili storie, ai confini fra mito e realtà…

Ecco come ce lo presenta lui stesso sul sito di Backdoor.

Backdoor, Torino: siamo aperti. A cosa? Grossomodo a tutto. E a tutti. In particolar modo a quelli che davvero non pensavate potessero esistere. E invece esistono, sono il variopinto circo di clienti – più o meno occasionali, più o meno appassionati, più o meno folli – di uno storico negozio di dischi specializzato in vinile e intento a vivere l’amore per la musica dall’altra parte della barricata: un luogo talmente vero e talmente incredibile da essere più pop di un coretto dei Beach Boys. Ecco, allora, sfilare il piastrellista devoto al funky e alle donne di colore, l’audiofilo sorpreso dalla moglie con uno stereo in un appartamento affittato di nascosto e l’uomo che ha inventato i Massive Attack. Per non parlare dell’immigrato slavo che voleva morire sotto la sezione reggae, dell’indomabile Sentimentalista o del fan degli Alarm con documenti compromettenti per la FIAT…gente strana?
Se la pensate così, non vi siete mai trovati di fronte a quei clienti che, incerti su cosa comprare, hanno chiesto: “Ma Che Guevara ha fatto più niente?”.

MAURIZIO BLATTO
Nato a Torino nel 1966, ha accantonato sul nascere una carriera da avvocato preferendo Backdoor, storico negozio di dischi cittadino. Collabora da anni con la rivista musicale “Rumore”. La sua canzone è How Soon Is Now? Degli Smith. Dovendo scegliere, sceglie vinile. L’ultimo disco dei Mohicani è il suo primo libro.

L’Italia colorata degli anni ‘80

di Marco Tagliabue

5 novembre 2010

Eighties Colours

 

“C’è un buco nero nella storia della musica italiana. Un buco nero che sembra avere inghiottito quella che per lo spazio di un lustro è stata un’incredibile esplosione di colori e creatività: l’effervescente scena neopsichedelica, garage e beat che tra il 1985 e il 1990 ha segnato in modo indelebile l’underground di casa”.

Sono le parole che aprono “EIGHTIES COLOURS” Garage, beat e psichedelia nell’Italia degli anni Ottanta, il bellissimo volume di Roberto Calabrò (Coniglio Editore, pagg.224, euro 34) dedicato alla scena italiana di quegli anni alla quale, nel nostro piccolo, anche noi intitolammo un’appassionata mappa sul n.ro 78 di Late For The Sky.

Con il titolo mutuato dall’omonima raccolta che la Electric Eye pubblicò nel 1985, cercando di fare un po’ di luce sull’effervescente underground neopsichedelico italiano di quegli anni, il libro, di grande formato, con bellissime foto, interviste e recensioni dell’epoca, è un profondo atto d’amore verso una scena che merita senz’altro di essere riscoperta da tutti coloro che non ebbero il privilegio di viverla in diretta. Per tutti gli altri, oltre ad un commovente Amarcord, un fonte inesauribile di notizie, curiosità, approfondimenti che andranno sicuramente a suscitare nuovi stimoli e a destare nuovi entusiasmi…

Consigliato a chi c’era e a chi avrebbe voluto esserci. 

A spasso fra le nuvole…

di Marco Tagliabue

3 novembre 2010

Soffice, leggera, impalpabile…eterea e struggente…piacevolmente malinconica e dolcemente evocativa…la musica degli Slowdive di “Souvlaki” è un coro di voci angeliche cullate da una brezza leggera verso paradisiache derive; una membrana sottile, quasi invisibile, talmente fragile e delicata da sembrare sempre sul punto di spezzarsi…Alison è la sublimazione del loro suono, una girandola emotiva che confonde i sensi ed ottenebra la vista lasciando, al risveglio, la sensazione di aver toccato il Cielo con un dito.