Mahogany Frog – Faust (Moonjune Records 2022)
Winnipeg è la città canadese che tutti gli amanti del più canadese dei cantautori canadesi sanno essere stata la città d’adozione del loro beniamino: dimenticate però tutte le suggestioni a cui vi riconduce il pensiero di Neil Young e di tutti i suoi conterranei, siano essi i maestri della canzone d’autore o i rocker che dopo aver accompagnato Ronnie Hawkins, via John Hammond Jr. sono arrivati ad essere la band di Bob Dylan perché i Mahogany Frog sono canadesi di Winnipeg, ma la loro musica batte una bandiera differente, quella di un rock strumentale strettamente imparentato col prog-rock (ne è la riprova questo nuovo album che è un concept album nella miglior tradizione di questo genere musicale).
Il progetto dietro quest’opera è decisamente ambizioso e vede il quartetto impegnato nel rimusicare un classico assoluto del cinema muto quale il “Faust” di Murnau.
Tra suoni classicamente elettrici ed effettistica, i quattro canadesi, tutti anche maghi dell’elettronica, si sono messi all’opera e il disco è il risultato della loro fatica, disco che arriva dopo che questa colonna sonora postuma è stata eseguita dal vivo con proiezione della pellicola, la prima ha avuto luogo in un cinema di Saskatoon, amena località del Canadà occidentale che, guarda caso, ha dato i natali alla mamma di tutte le cantautrici, non solo quelle canadesi.
I Mahogany Frog, dopo ulteriori repliche a Winnipeg, Calgary e Edmonton, appena possibile si sono chiusi in studio dove sotto la guida di Grant Trippel hanno registrato i brani della loro rimusicazione, usando probabilmente anche delle basi provenienti dalle esibizioni live, come fa intendere la scarna nota di copertina.
Tragicamente tutto questo è accaduto nel febbraio del 2020, e non crediamo sia necessario dire altro riguardo a quell’anno e a quel mese, così il disco col Faust del gruppo canadese ha finito per veder la luce solo quest’anno, divenendo anche una sorta di omaggio della band al loro angelo custode discografico che nel 2022 ha compiuto sessant’anni.
Il lavoro, ha il pregio di non essere strettamente collegato alle immagini filmate a suo tempo da Murnau, anche se sarebbe interessante provare ad ascoltare la musica guardando il film, per apprezzare a fondo lo sforzo artistico di Graham Epp (guitar/keyboards/electronics/trumpet), Jesse Warkentin (guitar/keyboards/electronics), Scott Ellenberger (bass/keyboards/electronics/trumpet) e Andy Rudolph (drums/keyboards/electronics).
Dall’ascolto emergono tutte le caratteristiche della poliedrica formazione, da quella più rumoristica ed elettronica, a quella più dichiaratamente prog rock: ascoltate Dirge I, dalla prima parte, e troverete echi dei primi King Crimson, mentre Stoned I e Flying Carpet ci riportano ad atmosfere più spaziali a cui non mancano riferimenti ai Pink Floyd ma anche al Canterbury Sound, Smoky Reflection che apre la seconda parte del lavoro suona poi come un outtake di Dark Side Of The Moon, ma come avrete capito alla base di tutto ci sono le idee targate Mohagany Frog, adeguatamente colorate dalle tinte dark richieste dal tema del film. Tra i brani più intimi e accattivanti non si può non citare A Decision of The Flower, abbinato alla sequenza in cui Gretchen sfoglia ii petali di un fiore per determinare il suo amore per Faust.
Il tutto con gli strumenti abbinabili ai vari protagonisti, il piano elettrico è Gretchen, il basso e la batteria sono la voce di Belzebù. Le svisate di chitarra elettrica si possono ricondurre invece a Faust come fa intendere la breve Faust II che chiude il primo dei due dischi.
Faust è stato pubblicato anche in versione doppia in vinile, andata in esaurimento in un batter d’occhio ed è dunque disponibile ora solo in versione CD oi download sul sito bandcamp della Moonjune Records!
Paolo Crazy Carnevale