Archivio di agosto 2010

Rock & Pop, le recensioni di LFTS/6

di admin

25 agosto 2010

LIVE MADNESS

a cura di Paolo Baiotti

Il mercato discografico è difficilmente controllabile. Etichette indipendenti o affiliate alle majors si moltiplicano, come le pubblicazioni di dischi incisi dal vivo. L’abitudine di registrare Instant Live e di venderli dopo i concerti ha preso piede; iniziato con jamband come Widespread Panic e Phish, il fenomeno si è ampliato a gruppi di ogni genere musicale, dagli Allman Brothers ai Pearl Jam, dagli Who ai Black Crowes. Per non parlare delle reunion, ormai all’ordine del giorno. Tra le pubblicazioni più recenti ne abbiamo scelte alcune di particolare interesse per gli appassionati di classic rock e rock blues.  

 

BAD COMPANYbad company
Hard Rock Live
2009 Image CD+DVD

Nati dall’incontro di Paul Rodgers (ex Free) con Mike Ralphs (ex Mott The Hoople) sono stati una delle band più popolari degli anni ‘70. Classico hard rock con influenze blues e un pizzico di country, caratterizzato dalla formidabile voce di Rodgers, con la brillante sezione ritmica formata da Simon Kirke (batteria, ex Free) e Boz Burrell (basso, ex King Crimson). Hanno registrato sei albums tra il 1974 e il 1982, poi si sono sciolti. Nel 1986 Ralphs e Kirke hanno riformato il gruppo senza Rodgers, ottenendo risultati discreti. Nel 1999 c’è stata la prima reunion con Rodgers in occasione della registrazione di alcuni brani nuovi per la doppia eccellente raccolta Original Bad Company Anthology. Dieci anni dopo Rodgers, Kirke e Ralphs sono tornati insieme per un concerto a Hollywood Fl. recentemente pubblicato dalla Image (nel frattempo Boz è morto, sostituito da Lynn Sorensen al basso). Non mi aspettavo molto, invece il concerto è eccellente. Rodgers è in gran forma, sia fisica che vocale, confermandosi uno dei migliori vocalist in ambito rock blues. Ralphs se la cava egregiamente, affiancato dalla preziosa chitarra da Howard Leese (ex Heart) e la sezione ritmica non è da meno. La scaletta ripercorre la storia del gruppo, con sei brani tratti dall’omonimo album d’esordio tra i quali la title track, lo splendido slow Seagull e la trascinante Can’t Get Enough. Da Straight Shooter spiccano il singolo Feel Like Makin’ Love, perfetta fusione di rock e melodia e la ballata Shooting Star. Run With The Pack e Simple Man sono le tracce migliori dal terzo disco, mentre la title track Burning Sky è l’unico estratto dal quarto lavoro, inferiore ai precedenti. Il DVD ha un brano in più e una buona qualità visiva. Il buon esito della reunion ha convinto la band a effettuare un tour inglese nell’aprile del 2009, seguito da dieci date estive negli Usa, replicate quest’anno.

 

MOTT THE HOOPLE
Live At HMV Apollo 2009
2009 Concert Live 3 CDmott

Anche i leggendari Mott The Hoople si sono riuniti dopo trentacinque anni. Tre concerti a Londra (diventati cinque) nell’ottobre del 2009 al glorioso Hammersmith Odeon, nei quali Ian Hunter (voce, piano, chitarra), Verden Allen (tastiere), Mike Ralphs (chitarra) e Overend Watts (basso) hanno commosso un pubblico quasi incredulo. Il batterista Dale Griffin, seriamente malato, ha partecipato ai bis, sostituito dall’esperto Martin Chambers. I Mott sono stati una band di culto, non hanno avuto un successo pari alle loro capacità, hanno gestito male la loro carriera a causa di problemi di management (e per i loro rapporti interpersonali turbolenti), ma hanno avuto grande influenza sul glam rock inglese degli anni ‘70. La carriera solista di Ian Hunter è stata alterna, con momenti di splendore (basta ascoltare il recente Man Overboard), mentre Mike Ralphs ha raggiunto platee immense con i Bad Company. Ma i Mott sono ancora adorati da un consistente zoccolo duro di fan e il concerto del primo ottobre, pubblicato integralmente su CD, conferma la grandezza della band e la solidità di un repertorio notevole. Forse Ian non è molto credibile a settant’anni a cantare testi da adolescente incazzato, ma se non altro è in buona compagnia! I Mott dal vivo sono sempre stati una band potente, trascinante, a tratti un po’ confusionaria; caratteristiche confemate nelle due ore abbondanti del concerto londinese, aperto da Hymn For The Dudes, seguita dalla grintosa Rock & Amp; Roll Queen e da una discreta cover di Sweet Jane. La prima parte molto tirata prosegue con One Of The Boys e Moon Upstairs; è il momento di rallentare con due splendide ballate, The Original Mixed Up Kids e la commovente I Wish I Was Your Mother (con Hunter all’armonica). Ready For Love è un omaggio ai Bad Company, poi si torna ai Mott con Born Late ‘58 (un po’ caotica), seguita dall’autobiografica Ballad Of Mott (deliziosa) e da una travolgente Angeline. Il secondo dischetto si apre con il devestante medley Walking With A Mountain / Jumping Jack Flash, seguito da The Journey (uno dei capolavori della band) introdotta da una strofa di Like A Rolling Stone. Siamo alla parte finale del concerto, con il classico The Golden Age Of Rock ‘n Roll, seguito da Hanaloochie Boogie e dal rock irresistibile di All The Way From Memphis. I  bis comprendono l’epica Roll Away The Stone e All The Young Dudes, superba title track dell’album omonimo prodotto da David Bowie che diede il primo grande successo alla band. La cover di Keep A Knockin’ e la melanconica ballata Saturday Gigs, cantata meravigliosamente da Ian, concludono un concerto sicuramente indimenticabile per chi ha avuto la fortuna di essere presente. Il terzo dischetto comprende un video e immagini di archivio. Reperibile sul sito http://www.concertlive.co.uk/.

 

                      

LYNYRD SKYNYRD
Live From Freedom Hall
2010 Roadrunner CD+DVDlynyrd

La sorte continua ad accanirsi contro i gloriosi Skynyrd; l’anno scorso sono deceduti lo storico pianista Billy Powell e il bassista Ean Evans (che aveva sostituito Leon Wilkeson, anche lui mancato improvvisamente), ma la band sudista non molla. Lo zoccolo duro della formazione attuale è costituito dal chitarrista Gary Rossington, unico sopravvissuto della band originale (un po’ malmesso pure lui), dal cantante Johnny Van Zant (fratello del grande Ronnie) presente dalla reunion del 1987 e dal chitarrista Rickey Medlocke, con gli Skynyrd per breve tempo anche negli anni ‘70. Un nuovo disco dal vivo è stato pubblicato in formato audio e video, registrato nel giugno del 2007 con Powell e Evans nella band e non è affatto brutto. Nonostante tutto i Lynyrd tengono benissimo il palco: la voce di Johnny è sempre all’altezza, Rossington cesella con la sua slide quando è necessario e Medlocke schitarra senza esagerare con il nuovo arrivato Mark Matejka (un po’ troppo ai confini con il metal in alcuni frangenti): Non possiamo attenderci sorprese dal repertorio, ma non è tutto scontato. L’unico brano recente è la ballata patriottica Red White And Blue, e questo un po’ mi spiace perchè gli ultimi album hanno qualche brano valido. Per fortuna vengono ripescate tracce meno sfruttate dal passato come le due splendide ballate Simple Man e The Ballad Of Curtis Loew o le più ritmate Workin’ e Travelin’Man (con un duetto virtuale tra Johnny e Ronnie ripreso in video). Sempre commovente Tuesday’s Gone, fluida e coinvolgente Call Me The Breeze. Inevitabile la doppietta conclusiva di Sweet Home Alabama e dell’immortale Free Bird, con la prima parte lenta e soffusa impreziosita dal piano di Powell e il cambio di ritmo che precede l’infuocata e indimenticabile cavalcata chitarristica che ha reso celebre Allen Collins (oggi sostituito da Medlocke). Il pubblico della Freedom Hall di Louisville, Kentucky, gradisce ogni minuto del concerto e noi non possiamo certo smentirli. Un’aggiunta sicuramente non indispensabile alla discografia degli Skynyrd, ma che non riesco a definire superflua.   

 

 

URIAH HEEP
Live At The Sweden Rock Festival 2009
2010 Edel CDheep

Il chitarrista Mick Box continua a guidare gli inossidabili Uriah Heep, una delle band più longeve dell’hard rock britannico. L’attuale formazione comprende il bassista Trevor Bolder già presente negli anni ‘70, tornato nel 1983 dopo qualche anno di pausa, Bernie Shaw (voce) e Phil Lanzon (tastiere) nel gruppo dalla seconda metà degli anni ‘80. Solo il batterista Russell Gilbrock è un acquisto recente. Dunque una band esperta e amalgamata che nel 2008 ha pubblicato un album in studio, Wake The Sleepers, seguito da un lungo tour. Molto popolari nei paesi nordici e nell’est europeo, gli Heep sono tornati a suonare negli Usa e mantengono un seguito significativo. Dal vivo non tradiscono; hanno un repertorio consistente che alternano con qualche brano nuovo. Questo dischetto registrato il 3 giugno dell’anno scorso si apre con Sunrise, in bilico tra hard rock e progressive con gli intrecci tra chitarra e tastiere che hanno sempre caratterizzato il gruppo. La ritmata Steelin’ precede il classico Gypsy, un riff che gli headbangers riconoscono all’istante. L’up tempo di Look At Yourself evidenzia le qualità di Bernie Shaw che riesce a riproporre anche le parti urlate di David Byron, il cantante della formazione originale. Ghost Of The Ocean e Angels Walk With You, tratte dal disco più recente, non si distinguono particolarmente; meglio l’epica July Morning, una delle composizioni più complesse degli Heep con cambi di ritmo e un assolo in crescendo notevole. La frenetica Easy Living e il bis Lady In Black chiudono il dischetto, di buona qualità audio pur essendo un “official bootleg”. Altri concerti sono stati registrati e possono essere acquistati sul sito www.concertlive.co.uk .

 

 

JIMMY THACKERY AND THE DRIVERS
Live In Detroit
2010 Dixie Frog CDthackery

La discografia di Thackery con i suoi Drivers (formazione più volte cambiata) ha superato quota dieci. Nel corso degli anni il rock blues dei primi tempi sullo stile dei Nighthawks (band di provenienza di Jimmy) ha assunto sfaccettature diverse, con influenze rock, country, soul e surf. Questo è il secondo disco dal vivo dopo Wild Night Out del 1995. Registrato in un club di Auburn Hills nel novembre 2009 ha la particolarità di privilegiare tracce strumentali. L’opener Don’t Lose Your Cool di Albert Collins, un blues veloce swingato e trascinante, apre la serata con una serie di improvvisazioni di Jimmy, accompagnato dagli esperti Russ Wilson alla batteria e Mark Bumgarner al basso, seguito da Solid Ice, title track dell’album del 2007, brano d’atmosfera di gran classe con la chitarra protagonista di un primo assolo composto e di un secondo scatenato. Daze In May ci riporta agli anni ‘50 tra rockabilly e surf; leggero e scorrevole, confermando la poliedricità del musicista. Il mid tempo blues Big Long Buick è il primo brano cantato, mentre Land Locked è uno strumentale surf-rock intenso e convincente. La dura Detroit Iron è inferiore alle precedenti, meglio il raffinato slow Love My Baby di Memphis Slim (l’assolo centrale è da antologia), cantato con i giusti toni morbidi. La grintosa Bomb The Moon è il quinto e ultimo strumentale, forse il meno azzeccato, Eat It All un mid tempo con un crescendo interessante (ma la voce ha qualche limite). Si chiude alla grande con Blinking Of An Eye, dimostrazione dell’evoluzione di Thackery come compositore, una canzone lenta e sofferta tra soul e pop, nobilitata da un assolo eccellente.

( a cura di Paolo Baiotti)

Rock & Pop, le recensioni di LFTS/5

di admin

25 agosto 2010

A cura del nostro Daniele Ghisoni, una carrellata di recenti uscite discografiche dei protagonisti dei bei tempi che furono. Celebrazioni, ricordi, dischi nuovi ma anche e sopratutto una musica che decisamente si rifiuta di invecchiare.

URIAH HEEP
Celebration
2009 Edel CD + DVDuriah heep

Per celebrare il quarantesimo anniversario della pubblicazione del primo, stupendo album Very Heavy… Very Umble, famoso non solo per il suono innovativo della band, ma anche per una delle copertine più macabre e inquietanti nella storia della musica rock, gli Huriah Heep, guidati da sempre dal chitarrista e mente del gruppo Mick Box, pubblicano questo Celebration che è stata una vera sorpresa anche per uno come il sottoscritto che li ha sempre amati alla follia. Completano la formazione attuale Bernie Shaw, voce, Phil Lanzon alle tastiere, Trevor Bolder al basso e Russell Gilbrok, drums che ha sostituito il batterista storico Lee Kerslake, che aveva lasciato per motivi di salute un paio di anni orsono. Il nucleo è lo stesso da anni: ottimi strumentisti che hanno pubblicato I Wake The Sleeper, il buon album di studio inciso nel 2008 dopo oltre dieci anni dal precedente. Il  cantante David Byron, grande frontman, è purtroppo scomparso da anni, dopo una breve carriera solista. Lo stupendo tastierista, arrangiatore e coautore delle più belle e famose canzoni della band, Ken Hensley, continua una prestigiosa carriera ricca di soddisfazioni. Ma se il suono è cambiato rivolgendosi a sonorità piu corpose e avvolgenti, lo spirito degli Huriah Heep non è mai venuto meno, basta ascoltare questo lavoro che ci offre ben quattordici brani. Due sono nuovi (Only Human e Corridors Of Madness) gli altri ci ripropongono canzoni immortali come Sunrise, Stealin, The Wizard, Easy Livin, Lady In Black, Gypsy e Free And Easy, tutte riproposte in una nuova versione. Stupenda la confezione in digipack del dischetto, con un booklet ricco di foto, notizie e con i testi delle canzoni. Il DVD ci offre uno stupendo concerto registrato al The Sweden Rock Festival dello scorso anno, con la band in forma smagliante che ci offre quarantacinque minuti di musica che continua e continuerà a farci sognare.

 

JOHN HAMMOND
Rough & Tough
2009 Chesky Records CDjohn hammond

Quasi cinquanta anni di carriera, forse il più grande interprete ed esecutore bianco della musica blues di tutti i tempi, riesce ancora a stupirci con un nuovo album, grazie a una voce calda e coinvolgente, un tocco chitarristico unico, unito alle sonorità stupende che riesce a trarre dalla sua armonica. Con un palmares di un Grammy Award e un WH. Handy Award, oltre a diverse nomination, il 26 giugno di quest’anno ha suonato il suo 4 millesimo concerto. Una produzione discografica enorme, oltre trenta album, iniziata nel 1962, ma con pochissimi lavori non all’altezza. Hammond è soprattutto interprete, perché ha scritto pochissimo, delle canzoni di tutti i grandi del blues, da Muddy Waters e Chuck Berry a Jimmy Reed e Son House; da Sonny Boy Williamson a Howlin Wolf, solo per citarne alcuni, ma un brano già ascoltato migliaia di volte nella sua esecuzione riesce a dare ancora nuove sensazioni che ti coinvolgono in modo unico. Quindici brani, classici senza tempo, prodotti da G.Love, nei quali John si fa aiutare da Stephen Hodges alla batteria, Marty Baloou al basso e Bruce Katz alle tastiere e John suona acoustic and 12 strings guitar, National steel e armonica. Il disco è stato registrato nel novembre del 2008 in NYC, alla St. Peter Episcopal Church. Le canzoni, quasi tutte già interpretate da John, si susseguono senza sosta, una più bella dell’altra: My Mind Is Ramblin del suo idolo Howlin’ Wolf, She’s Though, Chattanuga Choo Choo, il classico di Glen Miller davvero stupendo. Poi, Statesboro Blues di Willie McTell, I Can Tell di Bo Diddley, No Place To Go, It Hurts Me Too di Elmore James, I Can’t Be Satisfied di Muddy Waters, solo per citarne alcune. Notevole il booklet allegato, con notizie e foto, per un disco da non perdere.

 

 
KISS
Ikons
2009 Mercury Box 4CD
Sonic Boom
2009 Mercury Box 2CD + DVDkiss

 
Ace Frehley, il chitarrista storico dei Kiss, ha appena pubblicato Anomaly, un disco in gestazione dagli anni ’90 poi rimandato per le sue vicissitudini personali, l’abbandono e il rientro nella band in varie riprese, con alcuni brani scritti e incisi recentemente, veramente un bel dischetto degno di un grande musicista. Ma ai fan della band consiglio soprattutto queste due chicche: Ikons è un cofanetto con oltre sessanta brani, in una bellissima confezione con un libretto che racconta la storia della band ricco di foto inedite e altre delizie. Le note si aprono con “Sono quattro, quattro volti, quattro eroi, quattro icone”. Ogni CD è dedicato a un componente del gruppo e raccoglie le canzoni più belle e famose dallo stesso scritte e cantate. Di Gene Simmons, detto “The Demon”, troviamo tra le altre Deuce, Lager Than Life e Radioactive. Di “The Star Child” Paul Stanley ricordo Detroit Rock City, Rock Bottom, Strutter e Mr. Speed: Di “Spaceman” Ace Freheley possiamo ascoltare Talk To Me, Dark Light e Snow Blind. Infine, “The Cat Man” Peter Criss ci offre le stupende Beth, Black Diamond e Getaway. Il box è consigliato anche per il prezzo contenutissimo.
Sonic Boom è invece il nuovo album della band, pubblicato in concomitanza col nuovo tour che porterà il gruppo per tutto il mondo, il primo disco in studio dal 1998. Il suo ascolto ha tolto ogni dubbio sulla utilità dell’operazione: un buon album di rock and roll, undici brani nuovi composti da Simmons e Stanley, alcuni col chitarrista Tommy Thayer. I miei brani preferiti sono Russian Roulette, Say Yeah e Hot And Cold, ma anche gli altri non sono davvero male. Questo box è una edizione limitata, una confezione deluxe in ogni senso, contenente anche un CD antologico e un DVD con un concerto inedito registrato al River Plate Stadium di Buenos Aires il 9 Aprile di questo anno.

 

DEEP PURPLE
Live At Long Beach Arena
2009 Purple Records 2CD
Live Encounters
2010 Purple Records 2CDdeep purple

 
Si tratta di due stupendi concerti dei Deep Purple, uno dei quali sino a oggi assolutamente inedito, mentre il primo che fu pubblicato nel 1995 dalla King Biscuit Flower Hours col titolo Deep Purple In Concert, registrato durante il Tour U.S.A. del 1976 con materiale raccolto alla meno peggio, tratto sia dal concerto alla Long Beach Arena del 26 gennaio che da quello registrato a Springfield il 27 febbraio. Il gruppo con i vecchi Jon Lord e Ian Paice, orfano di Ian Gillan, Ritchie  Blackmore e Roger Glover, è in un periodo musicale di transizione, malgrado la presenza della voce di Dave Coverdale, del basso di Glenn Hughes, impegnato anche come seconda voce, oltre all’astro nascente delle chitarra Tommy Bolin, giovanissimo talento di fama mondiale che portò nuove sonorità funky jazz nel suono della band, facendo però storcere il naso ai fan più integralisti. Questo concerto, qui propostoci nella sua integrità, è l’unica testimonianza ufficiale di quel periodo troppo breve ma stupendo, con la band in forma smagliante. Le date successive furono deludenti, alcune furono sospese e altre soppresse per i problemi di droga di Glenn e Tommy. Due CD con ventuno brani, oltre un’ora e mezza di musica incredibile, con i maggiori successi della band: Burn, Lady Dark, Smoke On The Water, Stormbringer e Higway Star, con ampio spazio lasciato alla genialità di Bolin che duetta in modo stupendo soprattutto con Jon Lord anche in brani da lui composti come Getting Togheter, Guitar Solo e Love Child. Alla fine del “Came Taste The Band Tour”, promosso per promuovere l’omonimo, eccellente album, il gruppo si scioglie per soddisfare l’ambizione di mille altre avventure. Bolin riforma la sua band ma il 3 dicembre di quell’anno, dopo un concerto di apertura a Jeff Beck a Miami, si spegne a soli venticinque anni. Il secondo dischetto ci offre il concerto tenutosi allo The Spodek, a Katowice, Polonia, il 3 giugno del 1996 per oltre un’ora e mezzo di eccellente musica. Pubblicato fino a oggi solo come bootleg, presenta la band in forma stupenda: Gillan, Lord, Paice e Glover supportati da uno stupendo Steve Morse alla chitarra solista, un artista che già aveva fatto scordare anche ai fan più incalliti un certo Ritchie Blackmore, con in evidenza uno striscione con la scritta “Gillan Is God and In Morse We Trust”! In questo caso sono diciassette i brani proposti, con classici del gruppo come Fireball, Black Night, Smoke On The Water, e Highway Star. E poi, canzoni stupende come Sometimes I Feel Like Screaming, Perfect Stranger e When A Blind Man Cried. Fantastici sono anche il solo di Steve Morse Cascades, nel quale conferma il suo talento chitarristico, e quello di Jon Lord che si ispira alla musica classica offrendoci Bach e altre delizie della sua cultura musicale che lo ha portato ha rinunciare ultimamente ai tour con la band per dedicarsi alla musica classica orchestrale. Di rilievo alcuni brani inediti dalle session dell’eccellente album Purpendicular, come per esempio Hey Chico e Rosa‘s Cantinas. Eccellente la confezione del dischetto con libretto contenente biografia, discografia, notizie, foto, interviste alla band. Consiglio la versione con allegato un DVD stupendo del concerto.

 

RAY DAVIES
&THE CORAL CROUCH END FESTIVAL CHORUS
The Kinks Choral
2009 Decca CD

 ray davies
Solo un genio come Ray Davies poteva pensare a riproporre le più famose canzoni dei Kinks facendosi accompagnare da un coro liturgico, riuscendo in modo sorprendente ad amalgamare brani seminali con sonorità così diverse, unendo il sacro al profano in modo unico. Il risultato è un disco davvero particolare per la sua bellezza, nel quale Ray canta facendosi accompagnare da una rock band composta da Billy Shamely e Milton McDonald alle chitarre, Dick Nolan al basso, Toby Baron alla batteria, e da Gunnar Frick e Ian Gibbons alle tastiere. Il coro è originario di Crouch End, un sobborgo vicino a Mushwell Hill, dove Ray è cresciuto, ed è diretto da David Temple. Ray aveva già utilizzato questo coro durante l’incisione di Other People‘s Lives e in alcune sue esibizioni dal vivo. Dieci brani stupendi, alcuni tratti da Village Green Preservation Society (ottimo disco recentemente ristampato come triplo CD in edizione deluxe), ma tutti in questa versione col coro che si amalgama perfettamente alla strumentazione elettrica. Le canzoni assumono ovviamente una prospettiva musicale diversa, mantenendo però intatto il nucleo originale della melodia. Le eterne You Really Go Me e All Day And All Of The Night, dal riff chitarristico assolutamente caratterizzante, con il coro assumono un alone di magia. Stessa sorte per le melodiche Days, See My Friend, Shangri -La e Celluloid Heroes (queste ultime due sono tra le composizioni di Davies che adoro maggiormente) che continuano sempre a incantare. Anche le famosissime Waterloo Sunset e Victoria con questo arrangiamento sembrano avere una immediatezza nuova e avvolgente. Notevole anche Working Man Cafè, tratta dal suo ultimo, omonimo album, che fa la sua bella figura in mezzo a tanti classici. Un cenno a parte merita il medley di Villane Green, con Big Sky/ Picture Book/ Johnny Thunder/ Do You Remember Walter? e ovviamente la title track che coinvolgono in modo sorprendente. Un grande disco che non mi stanco mai di riascoltare. Una volta i dischi preferiti che riascoltavi in continuazione si consumavano, succederà anche per questo CD? 

 
 

THE HOOCHIE COOCHIE MEN WITH JON LORD
Live At The Basement
2009 Edel Records CD+DVDhoochie

The Hoochie Coochie Men (da una canzone di Wilie Dixon) sono un’ottima band australiana di blues, guidata dal bassista Bob Daisley che, tornato in patria dopo una incredibile militanza di oltre trent’anni con artisti del calibro di Ozzy Osbourne, i Rainbow di Ritchie Blackmore, Ronnie James Dio, Chicken Shack, Uriah Heep e Gary Moore, solo per citarne alcuni, chiama con sé vecchi come il batterista Rob Grosser e il chitarrista Tim Gaze, già con i Rose Tattoo e Jimmy Barnes (questo ultimo cantante ex Cold Chisel, altra storica band di blues australiana). Con ospiti Mike Grubb alle tastiere e Jim Conway all’armonica pubblicano l’omonimo album che contiene spettacolari cover di classici come I Just Want To Make Love To You e You Need Love di Willie Dixon, Dallas di Johnny Winter, The Walk di Jimmy Mc Cracklin, Strange Brew dei Cream, oltre a proprie composizioni. Nel gennaio del 2003, il giornalista Paul Hogan (niente a che vedere con l’attore di Mr. Cocrodile Dundee) convince Jon Lord che stava dirigendo alla Opera House la Sidney Symphony Orchestra, a unirsi loro per una data al mitico Basement Club. La serata, era il 7 febbraio, davanti a pochi ma competenti appassionati, diventa un evento memorabile che sorprende anche gli organizzatori per il feeling che si instaura subito tra Jon e la band, supportata da una robusta sessione fiati. Dopo l’intro e le iniziali Hideway di Freddie King, Green Onions di Booker T. e Dust My Broom di Ellmore James, con Gaze stupendo alla voce e alla chitarra solista, il blues entra nel sangue e tutta la serata diventa una stupenda improvvisazione, con i musicisti che si ritrovano a meraviglia. Due ore di musica, con Jon che detta i fraseggi dal suo Hammond, con Jim Conway, personaggio stupendo, che si presenta sulla sedia a rotelle alla quale è condannato per tutta la vita, a soffiare il suo dolore  nell’armonica. Poi, ancora ospiti come l’idolo locale Jimmy Barnes, a confezionare song senza tempo come When A Blindman Cries The Hoochie Coochie Men Blues. Incredibile come solo una serata sia riuscita a produrre una discografia del genere da parte della benemerita Edel: prima una edizione in doppio CD, poi in CD + DVD, poi in triplo CD con tutta la serata, oltre a interviste varie. Ancora, un doppio DVD. Dimenticavo: c’è anche un altro doppio DVD, sempre di quella serata, sottotitolato Danger White Men Dancing, nel quale è ospite nientemeno che Ian Gillan in Over And Over e If This Ain’t The Bues.

(a cura di Daniele Ghisoni)

Hallo Excentrici!

di Marco Tagliabue

24 agosto 2010

Guardate la copertina sullo sfondo ed ascoltate la musica che esce dalle casse…è difficile immaginare che tutto ciò possa essere accaduto nel 1972…quando il rock era un grande fermento di ben altre musiche ed altre copertine… Eppure tutto ciò successe ad opera di Michael Rother e Klaus Dinger, meglio conosciuti come Neu! e lasciò tracce profondissime per tutti gli anni a venire. Hallogallo è una lunga cavalcata giocata sulla cupa progressione di un fitto tappeto percussivo –niente basso, solo una batteria talmente poco umana da sembrare elettronica- stemperata dalle intermittenze lisergiche di una chitarra agile e sinuosa. Sembra strano, ma non c’è un inizio e non c’è una fine, non c’è nemmeno una voce o una parvenza di melodia: solo un vortice di frequenze multicolori che imprigiona fin dalle prime note. Semplicemente, uno dei momenti più alti del (non solo kraut) rock.
Sentite che ne dice Julian Cope, uno che di (non solo kraut) rock se ne intende…
Nel 1972, mentre me ne stavo sdraiato in una roulotte a Tamworth, nello Staffordshire, il mio atteggiamento nei confronti di TUTTA la musica cambiò per via di un pezzo suonato da John Peel e intitolato Hallogallo… Niente era mai suonato alle mie orecchie così alieno e finora niente lo ha superato in pura audacia. Mentre la maggior parte dei gruppi tedeschi distendeva i propri suoni in epiche stratificazioni impressioniste, il suono dei Neu! era asciutto e diretto, espressionista. Il suo mistero andava cercato nel rifiuto di essere misterioso, tutto poteva essere colto al primo ascolto ed era questa la sua qualità più seducente. Una pulsazione ritmica motoristica senza traccia di basso conduce Hallogallo da una lunga sfumata ad un groove senza riff in Mi maggiore. Dietro, chitarre intermittenti e riversate al contrario punteggiano il tutto come gabbiani su scogliere senza eco. Non c’è melodia. Non c’è cantato. Non c’è nulla che ti dica a che punto ti trovi in questo corridoio senza giunzioni e di cui non si vede la fine. Se i Neu! si fossero sciolti dopo il primo brano del loro primo LP, avrebbero comunque cambiato il rock’n'roll.”

Sempre a proposito di copertine…

di Marco Tagliabue

24 agosto 2010

www.lettersofnote.com/2009/09/i-leave-it-in-your-capable-hands.html

Un carteggio interessante fra Mick Jagger ed Andy Warhol a proposito di una copertina destinata a passare alla storia…questa, naturalmente…

Sticky Fingers