Archivio di febbraio 2015

JAMES MADDOCK – The Green

di admin

28 febbraio 2015

JamesMaddockTheGreen

JAMES MADDOCK
THE GREEN
Appaloosa Record AP178-2 2014

James Maddock, cantautore inglese ma molto american oriented avendo anche per anni vissuto negli States, che molti ultimamente nel nostro paese hanno iniziato a conoscere ed apprezzare grazie a molti tour solitari o con la band o in duo con David Immergluck dei Countig Crows, ci propone il suo nuovo eccellente album di dieci solide canzoni proposte con grinta e singolare classe.

Inizio molto springsteeniano col pezzo Once there was a Boy che apre questo entusiasmante The Green, ma ancor più dalle parti dell’uomo del New Jersey anche la seconda canzone Rag Doll che vira da metà in poi verso sonorità molto alla Bob Seger, a proposito decisamente bello l’ultimo anche se breve lavoro del cantante di Detroit. Col terzo pezzo, Speaking for the Man, solida ballata country con Springsteen nel cuore e nelle dita che pizzicano la chitarra acustica, si evidenzia l’impronta sia soft che hard rock molto stile anni settanta di questo piacevole album che con Driving Around ci porta addirittura dalle parti del Southside Johnny di Trash It Up, album particolare del 1983 nel quale certa disco si coniugava stranamente col soul, disco che infatti fu bistrattato all’epoca. Qua Maddock fa appunto una cosa simile e il connubio tra stili apparentemente differenti cementati tra loro da coretti femminili in stile disco risulta oltre che interessante anche vincente, proprio per non restare ancorati in soliti cliché di classici album rock che vivono sulla simbiosi tra chitarra, basso e batteria.. Qui c’è tanto e molto di più e, ancora felici le intuizioni musicali di The Green e la turgida ballata acustica My Old Neighborhood splendidamente interpretata dall’autore. Lo stesso dicasi per la rauca e fumosa cavalcata di Too Many Boxes che porta alla mente miriadi di eccellenti pezzi similari in tanti ottimi dischi rock di fine anni settanta e siam quindi consci che un album di siffattta impronta non mancherà di soddisfare chi con passione segue da decenni percorsi musicali come quelli che ci propone Maddock in questo emozionante disco registrato e prodotto da Iestyn Poison e nel quale suonano Steve Holley, Tony Shanahan, Ben Stivers, Brian Mitchell, Daniel Bradley e ovviamente lo stesso Maddock che oltre le chitarre imbraccia anche il mandolino. Ancora molto belle la suadente Let’s Get Out of Here. Molto anni ottanta e la ritmata Crash by Design. Gran bel disco quindi nella sua interezza.

Nella discografia di Maddock da ricordare album interessanti come il live Jimmy & Immy con Immergluck, ed eccellenti in studio come Wake Up and Dream del 2011 nel quale prova posto l’ottima Beautiful Now scritta con Mike Scott dei Waterboys e Another Life del 2013 pregno di radiose ballate elettroacustiche.

Questo the Green della nota etichetta nostrana Appaloosa è sicuramente assieme al nuovo Bob Seger tra le cose più interessanti uscite in questo fine anno. Spesso Maddock è in giro a suonare nel nostro paese, fategli la posta e cercate una sera di andarci. Ne resterete entusiasti.

Ronald Stancanelli

Harris-Zanzi Spring Tour 2015

di admin

25 febbraio 2015

Greg Harris, mai dimenticato protagonista della scena cantautorale degli anni ’70 e da poco ritornato alla ribalta con un nuovo album, incontra il nostro Marzo Zanzi, di cui ci siamo occupati sul numero 119 di Late. I due si esibiranno in numerose località italiane, in duo o con la band, e il minimo che si possa fare è andare ad ascoltarli. Di seguito, le date del tour:

14 Marzo: Comerio (VA) – Vecchio Circolino (Duo) – ore 22.00
15 Marzo: Varese – La Vecchia Varese (Duo) - ore 20.00

18 Marzo: Besozzo (VA) – Teatro Duse (Band) – ore 21.00
19 Marzo: Luino (VA) – Sottosopra (Duo) - ore 22.00
21 Marzo: Morcote (CH) – Osteria Lugano (Duo) – ore 21.00
22 Marzo: Malgesso (VA) – Taribul (Duo) - Ore 19.00
24 Marzo: Milano – Spazio Teatro 89 – (Duo) - 20.30 Apertura / Live ore 21.00
26 Marzo: Milano – Nidaba Theatre - (Band) – Ore 21.00
27 Marzo: Varese – Salone Palazzo Estense - Serata di solidarietà – Raccolta fondi per i malati di Parkinson in collaborazione con l’associazione WoodInStock. Apre Tactic Band & Coro Mani Bianche. (Riprese audio-video professionali per eventuale CD-DVD) (Band) – ore 21.00
29 Marzo: Padova – Carichi Sospesi - ore 21.30 – (Duo)
30 Marzo: Padova – Blu Radio Veneto - Registrazione no live (Duo)
31 Marzo: Siena – Teatro Costone - Serata per Carla (http://www.compagniadicarla.it/) e per raccogliere fondi per i profughi di Erbil e di Mosul (Duo) – ore 18.30
1 Aprile: Roma – Big Mama (Duo) – Apertura 20.30 / Live ore 22.30
3 Aprile: San Marino – Showcase c/o MusicStore San Marino (Duo) – ore 17.00
4 Aprile: Castelleone (CR) – Alice Nella Città (Band) - 21.30 Apertura / Live ore 22.30
6 Aprile: Milano – Teatro Rosetum (Band) - ore 21.00
7 Aprile: Lugagnano (VR) – Club Il Giardino (Duo) - 21.30 Apertura / Live ore 22.15

COLLEEN RENNISON – See The Sky About To Rain

di Paolo Crazy Carnevale

22 febbraio 2015

COLLEEN RENNISON See the sky

COLLEEN RENNISON
See The Sky About To Rain
(Black Hen Records 2014)

Chapeau! Non sono riuscito a scoprire se questa graziosissima signora (o signorina) abbia inciso altri dischi prima di questo, che prende il titolo da un brano di Neil Young, cosa che naturalmente ha richiamato la mia attenzione. Ho scoperto però che ha anche una parallela carriera come attrice, cosa peraltro insignificante all’atto di cercare di parlarvi questo disco. Oltre che il titolo younghiano, ad incuriosirmi è stata anche la copertina, un richiamo abbastanza evidente a quella di Elite Hotel di Emmylou Harris, e il disco, evidentemente si muove a cavallo tra atmosfere da singer/songwriter e richiami country, il tutto con una predilezione per la scuola canadese. E che diamine, non ve l’ho ancora detto, è vero, la Rennison è canadese a sua volta e la presenza nel disco di firme come quella di Young, di Leonard Cohen, di Joni Mitchell e The Band è un bellissimo omaggio ai suoi più noti conterranei. Attraverso una scelta di canzoni notevoli che ben si guardano dall’essere tra quelle più gettonate o prevedibili.

Canada e Texas, ma anche altro. Texas con una bellissima rilettura di White Freightliner del sempiterno Townes e con Blue Wing dal songbook del texano acquisito Tom Russell.

Bollare il CD come un semplice disco di cover – pur sempre d’autore – è però riduttivo perché questo See The Sky About To Rain oltre che da una bella serie di brani, da una cantante dalla voce interessante è caratterizzato anche da una produzione. Scusate se è poco, ma negli anni del digitale e della musica fatta in casa, la produzione, intesa come creazione di un suono identificabile, è passata purtroppo in secondo piano. I dischi abbondano ma i suoni latitano.

Invece in questa raccolta di canzoni c’è anche un sound corposo a fare da base al tutto. Merito di Steve Dawson, canadese anche lui e titolare dello studio Henhouse, dove il disco è stato registrato; Dawson ha al suo attivo diverse produzioni, tra cui Kelly Joe Phelps e Deep Dark Woods, e infarcisce delle sue chitarre, banjo e pedal steel le tracce del disco creando un solido supporto in cui si vanno ad intersecarsi tutti gli altri musicisti – nessun nome di grido, ma tutti bravi –, in primis il tastierista Darryl Havers, che tesse trame dense e pregnanti.

Ben due i brani a firma Robbie Robertson, una riuscitissima All La Glory e Stage Fright, un’entusiasmante rilettura di Coyote (della Mitchell ma a sua volta non priva di implicazioni con il gruppo di Robertson), un omaggio a Bobby Gentry, ai Cowsills e due brani che apparivano sul terzo disco di Rita Coolidge: Whiskey Whiskey firmata da Tom Ghent e My Crew a firma Booker T e Priscilla Coolidge (sorella di Rita e a sua volta interprete del brano anni dopo su un disco solista). Il finale è una bella e solida revisione della title track younghiana.

JAMES VARDA – Chance And Time

di Francesco Caltagirone

20 febbraio 2015

varda

JAMES VARDA
Chance and Time
Small Things

A breve distanza dall’ultimo album di cui si è ampiamente scritto sulla rivista, James Varda, quasi inaspettatamente, pubblica un’altra luminosa opera, bruciando le tappe, a dispetto di una produzione precedente parca e rallentata. Perché, “ognuno” come scrisse il grande Allan Taylor “marcia al ritmo del proprio tamburo.” In un lavoro che si poteva prevedere ai livelli abituali del suo prestigioso autore, sono i testi ciò che mi ha scavato di più, nella pacifica, rapita visione del mondo e delle creature che lo abitano, nello stupore dell’alternarsi delle stagioni, del giorno e della notte, della contemplazione estatica, nello scontro inesausto fra dolore e gioia. James è una persona a cui interessa, sopra ogni altra cosa, che la sua musica sia conosciuta e propagata. E nel microcosmo dei singer-songwriters ciò non è sempre così facile.

Ci sono versi nelle sue liriche che tutto sembrano tranne che gettati a caso, semplici e spontanei, sempre rivelatori. Le canzoni di James emanano energia positiva, abbracciano la sorpresa e l’innocenza del creato. Di fronte a tanta solidità umana, tutto acquista un valore relativo, anche la sofferenza, l’esclusione, la caducità. “La vita è un viaggio verso un posto” che sarà e deve essere come noi lo sogniamo. Il testo di One Thing After Another mi ha particolarmente toccato. “Mi sono ammalato e mentre gli amici si sono persi i campi sono stati arati…”. Si va avanti sempre, proprio come “i gabbiani che ricostruiscono i nidi dopo la tempesta”. La certezza, è che “ci riuniremo nella luce”. La lettura di The Doctor Spoke asciuga le parole, lascia interdetti. L’amore, tuttavia, è più forte delle sentenze. Anche quando nulla può essere fatto e ci scopriamo spesso foglie nel vento, sospese ai capricci della natura, in realtà ignari di ogni nostro, pur minimo destino. Perchè si è meteore come lo si è, ma non si passa invano e si lascia un segno, una traccia, una scia lucente, suoni. Gli artisti sono fra i prediletti e il loro cielo brilla per sempre, anche come scriveva De André, in pieno giorno.

La musica di James Varda mi ha sempre mandato in estasi. I suoi giri sulla chitarra, sull’onda dei grandi cantori britannici, da Drake ad Harper, da Jansch a Martyn, e quanti altri, sono ammalianti, corrosivi nella loro innata dolcezza. Che luce devi avere nel cuore per comporre così? Ballate meravigliose, per quanto ci sia un’ombra che le sovrasti; ma essa è destinata a dissolversi, a sciogliersi nel sole. Ci sono altri musicisti che impreziosiscono le canzoni di James: Fliss Jones, arpa, piano e accordion, vera co-protagonista musicale, i cui apporti sublimano la felice vena compositiva di James, Mick Hatton, double-bass, Bugs on drums, Nick Harper, degno figlio di cotanto padre, con la sua chitarra in un pezzo, Andrew Hopper al violoncello, Johanna Herron e Sophia-Pardy Moore, backing vocals. Giri di chitarra così affascinanti nella loro lunare scabrezza. Non ci sono mai note di troppo e ognuna penetra in profondità. Un’opera così felice non può non essere sfogliata nelle sue parti. Un prezioso arpeggio ci introduce, una voce sospesa, ci avvicinano all’iniziale It’s Not Quite Too Late, progressioni armoniche avvincenti, con la stella di Nick che sorride dall’alto. Con una linea di accordi più sincopati, May This Moment Ever Glow, contrappuntata dall’arpa, dal canto di Sophia e dallo struggente ingresso della fisarmonica, mantiene alto il livello di guardia. Dopo aver letto il testo, ascolti con ansia The Doctor Spoke, una delle più desolate canzoni mai sentite. Only love. Giusto dire che non conta nient’altro in questa sofferente plaga. Possano tutte le lacrime trasformarsi in una gioia infinita, dolce amico, in un balsamo ristoratore e definitivo. Accordature aperte, fantastiche “open strings”.

L’accompagnamento dell’acustica è un tarlo roditore. Mi è venuto in mente quel non così conosciuto artista che è Michael Smith, quello di The Dutchman. Chissà se James lo conosce. Le influenze sono spesso casuali. E’ solo parlare una lingua simile. Accogliere la musica che tutti sappiamo nascosta in recessi, in riposti forzieri non sempre accessibili e tradurla nel modo migliore. Qui, sono bellissimi gli interventi al pianoforte. Il tenace riff di Let My Place ci consegna una canzone indimenticabile. Un miracolo musicale come tutta l’arte di James Varda che vorrei alla portata di chiunque. Con Nick Harper, la serena constatazione che la vita tutta è solo One Thing After Another, distesa e quieta. Siamo emotivamente travolti dal fitto giro di Pass It On, neve che si attacca al terreno e rimane lì. Malinconica, segreta, intima, fluita dal sangue, picchia duro. Arriva quasi da lontano, la più rilassata We Won’t Dream, con la chitarra appena battuta. Di uno dei più grandi balladeer di Inghilterra, io vorrei idealmente un posto non lontano dal suo. Quando il sole lumeggia dietro le montagne e ci promette una giornata serena, quando la tenera luna ci protegge nella sua notte, quando gli uccelli del bosco cantano solo per noi, possa questo attimo splendere per sempre.

Buone notizie per gli orobici vinilici!

di admin

19 febbraio 2015

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Domenica 15 marzo, presso l’Hotel Cristallo Palace di Bergamo in Via Ambiveri 35, si svolgerà la terza edizione della Mostra mercato del Disco e CD.

L’orario è dalle 10 alle 19 non stop, l’ingresso è gratuito e il parcheggio anche. Oltre a scartabellare da par vostro fra tanti ammalianti e profumati vinili, sarà anche l’occasione per partecipare al sempre succulento Beatles Day. In alto i cuori!

Rock, canzoni d’autore e dintorni

di admin

13 febbraio 2015

rusties

“Eravamo un tutt’uno noi, un gran domani davanti…”

Dopo quasi quattro anni di silenzio discografico i RUSTIES, guidati da Marco Grompi, pubblicano Dalla polvere e dal fuoco, il loro primo album interamente cantato in italiano.

Con alle spalle una corposa discografia che ormai conta ben quattro CD dal vivo dedicati al repertorio di Neil Young (del quale i RUSTIES sono stati, tra il 1998 e il 2008, una delle più apprezzate tribute band d’Europa) e due album in studio, Move Along (2009) e Wild Dogs (2011), composti da brani originali e salutati internazionalmente con grande favore da pubblico e critica, i “rugginosi” si rimettono in gioco riaffacciandosi sulla scena cantautorale rock con un repertorio per la prima volta interamente cantato in lingua italiana.

Dalla polvere e dal fuoco raccoglie nove “cover d’autore” liberamente tradotte e riadattate in italiano dal leader, cantante e chitarrista Marco Grompi. Non è casuale la scelta di brani di artisti talora vicinissimi alla band bergamasca per spirito, ammirazione, riferimento, frequentazione o anche solo per legami di sincera stima reciproca. Non dovrebbe stupire quindi la rivisitazione di canzoni di Neil Young (di cui Grompi è anche biografo e traduttore italiano ufficiale dell’opera omnia) e Bruce Cockburn (altro gigante della musica d’autore canadese che Grompi ha conosciuto da vicino in qualità di addetto stampa italiano durante gli anni delle incisioni per la Rykodisc), nè la scelta di pescare nel repertorio degli amici Chris Eckman (The Walkabouts, Dirtmusic) e Robert Fisher (Willard Grant Conspiracy), dei compianti Warren Zevon e John Martyn o l’inusitata reinterpretazione “in chiave Rusties” di The Logical Song dei Supertramp.

Sono infatti le canzoni (invero queste canzoni, così intimamente in bilico tra memoria e contemporaneità) a segnare con forza il nuovo corso dei RUSTIES: sebbene dal punto di vista compositivo coprano un arco temporale che va dagli anni ’60 ad oggi, queste nuove interpretazioni offrono sia una panoramica sgranata su un percorso ricco e ramificato di influenze e affinità musicali condivise, sia uno sguardo attento e disilluso (“a fuoco”, appunto) su un presente che è la conseguenza di anni cupi (con “tutti gli imbrogli, i veleni e gli sbagli” citati ne Le intenzioni di Harrison Hayes) e che ci obbliga a cambiamenti e ripensamenti (anche interiori) epocali. Una realtà in costante evoluzione e foriera di nuove intenzioni proprio come questa band che, fin dai rugginosi esordi, ha caparbiamente seguito un percorso più unico che raro partendo dall’essere “più Young di Neil” fino alla pubblicazione di lavori salutati dalla critica come “i dischi più affascinanti in stile americana mai prodotti da un gruppo italiano” (Ibs.it).

Interamente arrangiato e prodotto in proprio, Dalla polvere e dal fuoco è stato registrato dal vivo (in presa diretta) da Filippo Gatti (Elettrojoice, Riccardo Sinigaglia, Maremma Orchestra) in un’unica session di due giorni presso il suo Ortostudio di Grosseto. Queste registrazioni (con la partecipazione della violinista italo-siriana Jada Salem) sono state in seguito mixate da Paolo Filippi all’Opossum Studio di Bergamo.

I RUSTIES sanno molto bene da dove vengono e quali e quante strade hanno percorso per arrivare fin qui. Quest’album può essere interpretato come un coraggioso salto nel buio oppure come un’incrollabile ricerca di una luce alla fine del tunnel. Dalla polvere e dal fuoco è anche un concerto-spettacolo nei club e nei teatri in cui i Rusties presenteranno in anteprima un gruppo di nuove canzoni originali (che verranno pubblicate nel corso del 2015 in un nuovo album in studio attualmente in lavorazione) a ulteriore completamento di una “svolta” in cui il loro songwriting pervaso da venature folk e roots-psichedeliche memori della grande tradizione Rock si esprimerà con forme e modalità inedite.

“…tienimi con te per un po’.”

rusties – bio

È da oltre tre lustri che i bergamaschi RUSTIES capitanati da Marco Grompi (già giornalista, scrittore, traduttore e divulgatore di rock) e Osvaldo Ardenghi (chitarrista e “cantattore”, allievo e a lungo collaboratore di Enzo Jannacci) portano instancabilmente in giro per l’Italia e l’Europa il loro rock “rugginoso”, intriso di passione e immerso in un background che trasuda di folk-blues, swamp-boogie, jazz-pop, southern-rock psichedelico e mille altre speziature tali da renderli un caso più unico che raro del panorama rock non solo italiano.

Formatisi quasi per gioco nel 1998 in occasione di un unico concerto-tributo dedicato a Neil Young (di cui Grompi è anche il biografo italiano e il traduttore ufficiale dell’opera omnia), i RUSTIES hanno continuato a omaggiare e diffondere la musica del rocker canadese per una decina d’anni, arrivando a pubblicare, tra il 2002 e il 2007, ben quattro apprezzati album completamente dedicati a rivisitazioni “live” del repertorio younghiano.

Dopo diverse centinaia di concerti su alcuni tra i più prestigiosi palchi e festival italiani ed europei, è del 2008 la svolta all’insegna di una nuova produzione originale autografa: con l’arrivo del tastierista Massimo Piccinelli (e con la partecipazione della violinista Jada Salem) pubblicano Move Along (2009) e Wild Dogs (2011), due album interamente autoprodotti composti da canzoni proprie impreziosite da collaborazioni di rilievo (Cristina Donà, Mary Coughlan, Andy White) e salutati con entusiasmo da pubblico e critica di tutta Europa (distribuiti in Italia da I.R.D. e all’estero dalla tedesca Glitterhouse).

Le diverse tournée europee (soprattutto in Germania, dove si sono costruiti un cospicuo seguito, come testimoniato da una loro infuocata performance al Fehmarn Open Air Festival del 2010 di fronte a oltre dodicimila spettatori), le svariate partecipazioni in festival di caratura internazionale (70’s Flowers, Strade Blu, Folk Meetings, Orange Blossom Special, Rocce Rosse, Suoni e Visioni, Tollwood Festival) e le innumerevoli collaborazioni in studio e dal vivo (Chris Eckman, Willard Grant Conspiracy, Steve Wynn, Robyn Hitchcock, David Bromberg e altri) hanno consolidato i RUSTIES tra le realtà più interessanti e, tutto sommato, anomale del panorama rock indipendente italiano ed europeo.

Con l’ingresso in formazione del giovanissimo batterista Filippo Acquaviva e del leggendario bassista Fulvio Monieri (Perdio, Bennato, Fogli, Equipe 84, Extramusik) alla fine del 2014 pubblicano Dalla polvere e dal fuoco, album di riadattamenti in italiano di brani di Neil Young, Bruce Cockburn, Warren Zevon, John Martyn e altri, registrato in presa diretta nello studio maremmano del cantautore Filippo Gatti. Un nuovo album in studio composto intereamente da brani originali (in italiano) è attualmente in lavorazione e verrà pubblicato nel corso del 2015.

Web : www.rusties.it YouTube : http://www.youtube.com/user/rustygrumpy?feature=mhum

Vinilmania, gli incontri e i concerti del week-end

di admin

10 febbraio 2015

85° Fiera internazionale del Disco & CD
14 – 15 Febbraio 2015

Vinilmania ShortCuts

Sabato 14 Febbraio (San Valentino)

11.00 Filippo Andreani presentazione dell’album La Prima Volta
11.45 Rusties presentazione del nuovo album Dalla Polvere e Dal Fuoco
12.30 Richard Lindgren presentazione dell’album Sundown On A Lemon Tree
13.15 Basko Believes presentazione dell’album Idiot’s Hill
14.00 Gerardo Pozzi presentazione dell’album tigrecontrotigre
14.45 La Rosa Tatuata presentazione dell’album Scarpe
15,30 Stefano Barotti presentazione dell’album Pensieri Verticali
16.15 Gino Marchitelli & Scala Minore Napoletana presentazione del volume Milano non ha memoria, un’avventura del Commissario Lorenzi a Lambrate

Domenica 15 Febbraio

11.15 Francesca Ferrari presentazione del volume When I’m Gone dedicato a Phil Ochs
12.00 Gaetano Liguori presentazione del volume Confesso che ho suonato
12.45 The Fireplaces presentazione dell’album Shelter from the Storm
13.30 Jama Trio presentazione dell’album 11:11
14.15 MRB Trio – Milanese Re Bertolotti presentazione dell’album The Burden
15.00 Fabrizio Poggi & Chicken Mambo presentazione dell’album Spaghetti Juke Joint
15.45 Roberto Durkovic e i Fantasisti del Metrò presentazione dell’album Oltre il ponte
16.30 Celebriamo i 50 anni di Help con i Beatlesiani d’Italia Associati, guidati da Rolando Giambelli e da una folta schiera di ospiti , tra cui Riccardo Russino , Ezio Guaitamacchi e una favolosa acoustic Beatles band.

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Vinilmania ShortCuts
Febbraio 2015

Sabato 14 Febbraio (San Valentino)

11.00 Filippo Andreani

andreani

Filippo Andreani, 37 anni, songwriter comasco, ha una lunga storia musicale iniziata nel 1993 che ha sempre oscillato tra Joe Strummer, il punk e la canzone d’autore. Presenta il disco “La prima volta”, ispirato dalla lettura de Il coraggio del pettirosso di Maurizio Maggiani, che segna una svolta con ritorno alle sonorità degli inizi (ad accompagnare Filippo c’è la punk band dei Linea e diversi amici musicisti incontrati nel corso degli anni) in un riuscito mix tra Joe Strummer, combat-folk e canzone d’autore. Nei 10 brani ci sono le sue passioni, dal calcio (Gianni Brera, Gigi Meroni, Stefano Borgonovo), alla Resistenza (Adelmo Cervi), alla musica (Clash, Piero Ciampi, Speedy Angel) all’impegno sociale ed al privato , come le emozioni per la nascita della figlia Annarella, c’è insomma un po’ della vita di Filippo in ogni storia
raccontata. (Da una recensione di Giuseppe Verrini).

11.45 Rusties

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Presentazione del nuovo album Dalla Polvere e Dal Fuoco (IRD music)
Dopo quattro lunghi anni di silenzio,tornano i Rusties e per la prima volta registrano i nuovi brani cantando in Italiano. L’album è costituito infatti da nove cover, liberamente tradotte e interpretate da Marco Grompi. Tra le canzoni di questo loro nuovo lavoro non poteva mancare l’omaggio a Neil Young – Marco è biografo e traduttore ufficiale dell’opera dell’artista canadese – e all’altro piccolo genio canadese di Bruce Cockburn.
E poi ancora John Martyn, che Grompi ha conosciuto durante i tour italiani dell’artista scozzese scomparso troppo presto, i Willard Grant Cospiracy, i Walkabout e altre piacevoli sorprese. L’album è stato pubblicato poche settimane fa e sarà un piacere per tutti noi ascoltare l’evoluzione del suono Rusties sul palco di Vinilmania.

12.30 Richard Lindgren

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L’artista svedese Richard Lindgren presenterà a Vinilmani a ShortCuts il suo nuovo disco Sundown on a Lemon Tree (Rootsy/IRD) registrato dal vivo in soli due giorni a Malmo.
La maggior parte di queste canzoni sono state scritte mentre in tour in Italia lo scorso marzo. E’ stato un momento di grandissima ispirazione.
La produzione del disco è affidata a Magnus Norremberg, che aveva già collaborato con Lindgren per lo splendido doppio album A Man You Can Hate e che aggiunge venature jazz e notturne, soprattutto nell’uso del sassofono come controcanto in molte canzoni.
Non mancano le ballate al pianoforte e l’inconfondibile graffiante voce di questo straordinario autore scandinavo. Sundown on a Lemontree è un disco meraviglioso impreziosito anche da alcune eclettiche cover che Lindgren propone dal vivo (o sotto la doccia, come dice lui), di Stephen Foster, Jimmie Rogers, Dean Martin e del traditional irlandese Danny Boy.
Richard Lindgren si presenta così al pubblico italiano: Sono nato nel sud della Svezia mi sembra molto, molto tempo fa. Soprattutto sono nato con un’anima antica. Mentre tutti i miei amici ascoltavano l’heavy metal io ero attratto da Bob Dylan e Johnny Cash e la cosa era abbastanza strana dove sono cresciuto. Ho iniziato a suonare la chitarra e il pianoforte da autodidatta ascoltando le canzoni sui dischi e cercando da solo gli accordi.
Ho suonato in un paio di band ma ho sempre sentito di essere un cantautore solista. Ho iniziato nei piccoli club e intorno ai 16 anni sono arrivate le mie prime canzoni. Se qualcuno mi chiedesse di cosa parlano le mie canzoni risponderei una riflessione sulle variazioni dei desideri dell’uomo, l’alienazione, il dolore e la felicità sperando però che l’ascoltatore possa ritrovare in esse anche il mio senso dell’umorismo. In questi giorni ascolto molto blues, Mississippi John Hurt e Lightin’
Hopkins, e country, Hank Williams e il grandissimo Townes Van Zandt. Dylan, naturalmente, non mi ha mai abbandonato.
Ho passato quasi tutta la mia vita on the road, suonando da solo o accompagnato da una band e altre volte a supporto di artisti come Ryan Adams, Mary Gauthier, Dr John e John Hiatt.
Da ascoltare. Fate di tutto per esserci

13.15 Basko Believes

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Basko Believes è il nome d’arte dell’artista svedese il cui vero nome è Johan Örjansson.
Come Orjansson ha pubblicato diversi dischi tra cui il recentissimo Melancholic Melodies for Broken Times, un disco meraviglioso con linee melodiche potentissime che sembravano uscite dalla penna del Ryan Adams più ispirato, quello dei tempi di Gold.
Anche la voce di Johan ricorda molto quella di Ryan e in questo disco era presente un duetto straordinario insieme all’amico Israel Nash Gripka nel brano If I were to love you.
A distanza di pochi mesi dall’uscita di questo gioiello, Johan decide di fare il salto
definitivo, vira il nome nel più musicale Basko, attraversa l’Oceano e realizza un nuovo album intenso che da un punto di vista musicale non segna assolutamente una rottura col passato, ma porta a compimento il percorso che già aveva iniziato. Idiot’s Hill conferma la straordinaria abilità di scrittura di questo autore svedese capace di costruire canzoni in bilico tra folk e pop che una volta entrate nelle orecchie degli ascoltatori non ne usciranno più. Gli arrangiamenti delicati con archi, fiati, violini e chitarre contribuiscono a rendere ancora più armoniose queste bellissime canzoni.
L’album è stato registrato a Denton in Texas e la produzione è curata dai Midlake, una band indie rock molto apprezzata in America.

14.00 Gerardo Pozzi

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Il pianista e cantautore Gerardo Pozzi, di origini bergamasche, ma da anni cittadino di Vittorio Veneto («per vedere se ero in grado di cavarmela da solo»), ha vinto lo scorso mese di settembre a Roma il premio nazionale Fabrizio De Andrè, nella piazza intitolata al grande cantautore genovese. La canzone con cui Pozzi ha vinto si intitola si intitola Badabum, un testo che affronta il tema della follia. Il brano è stato presentata’auditorium Stefanini di Treviso lo scorso maggio nell’ambito di un concerto dell’Auser-Università popolare. Badabum è un brano contenuto nel disco tigrecontrotigre (etichetta LANOCE) che Gerardo presenterà agli Shortcuts di Vinilmania.

14.45 La Rosa Tatuata

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Attivi dal 1993, i genovesi La Rosa Tatuata, riemergono con Scarpe, da un lungo periodo di silenzio durato quasi otto anni. Il loro nome non è stato dimenticato, e forse anche grazie al web e al nuovo uso intensivo dei social, erano molti i vecchi fan che chiedevano la pubblicazione di un nuovo lavoro che seguisse l’ottimo Caino (2006), Cd che ottenne prestigiosi riconoscimenti: il Premio Mei come miglior autoproduzione nazionale, il Premio Ciampi città di Livorno, il Premio Augusto Daolio come miglior testo e la targa argento S.I.A.E. In realtà la band, guidata dal leader Giorgio Ravera (chitarre, voci, armonica, programmazioni e produzione), alla stregua di un fuoco che cova sotto la cenere, non ha mai cessato collaborazioni live o in studio con altri artisti e aspettava solo un’etichetta seria, in questo caso l’encomiabile Club de Musique di Courmayeur per rimettersi al lavoro. Scarpe è composto da dodici tracce, undici delle quali firmate dallo stesso Ravera
e una presa in prestito dall’amico di sempre Paolo Bonfanti nonché coproduttore del
progetto. Forti delle esperienze passate, ricche di collaborazioni di prestigio (Bubola, Bonfanti, Gang, Yo Yo Mundi) i La Rosa Tatuata, più maturi e consapevoli dei propri mezzi, si sono chiusi in un vecchio casale del basso Piemonte, trasformato in studio di registrazione e hanno dato alla luce un lavoro che, ad oggi, può essere considerato uno dei migliori Cd di artisti italiani del 2014. I brani spaziano tra il roots rock e la musica d’autore ma non mancano atmosfere e sonorità vicine al rock/blues e al folk/rock con i testi, arguti e interessanti, mai in secondo piano rispetto alla musica. Scarpe non solo li conferma, ma può essere il CD della svolta, se lo meriterebbero, devono solo essere ascoltati, alla faccia di tante scarpe che purtroppo hanno molta più visibilità di loro.
(Stefano Tognoni – Il Popolo Del Blues online)

15.30 Stefano Barotti

barotti

Quello di Barotti è un nome che può essere tranquillamente accostato a quelli dei più acclamati autori del nostro Paese, come testimonia la qualità dei primi due album Uomini in costruzione e Gli ospiti e come conferma il nuovo Pensieri verticali che giunge a otto anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio. Pensieri verticali e quindi il suo terzo album uscito a gennaio 2015 e che Stefano presenterà agli ShotCuts di Vinilmania : dodici canzoni che vedono la partecipazione di musicisti come Paolo Bonfanti, Max De Bernardi, Kreg Viesselman e Jono Manson.

16.15 Gino Marchitelli & Scala Minore Napoletana

milano

presentazione del volume Milano non ha memoria (Fratelli Frilli editore), un’avventura del Commissario Lorenzi a Lambrate.
L’autore Luigi Pietro Romano Marchitelli, detto Gino, ha lavorato per molti anni sulle
piattaforme petrolifere della Saipem, per la ricerca del petrolio in mare, come tecnico
elettronico. È attivo nel campo delle energie rinnovabili e nell’impiantistica elettrica ed elettronica. Militante nella CGIL ha partecipato alle dure lotte dei lavoratori delle
piattaforme petrolifere in mare. Attualmente fa parte del direttivo A.N.P.I. di San Giuliano Milanese e dell’Osservatorio Contro le Mafie nel Sud Milano. È cantautore ed è stato finalista al concorso Camaleonte 2013 – Salone del Libro di Torino, con un brano dedicato agli operai caduti alla ThyssenKrupp. Ha girato anche un documentario – Siamo i ribelli della Montagna – in occasione del 70esimo anniversario della liberazione della Val D’Ossola: sono tante le sfumature di Gino Marchitelli, ma quella che in questo periodo sembra essere fonte di soddisfazione maggiore è quella di scrittore.
Coadiuvato dal duo Scala Minore Napoletana, cin cui spesso si esibisce in reading e
presentazioni, Marchitelli ci racconterà la sua visione e il suo pensiero su Milano e
valuteremo insieme se davvero il capoluogo lombardo non ha memoria come afferma il Commissario Lorenzi.

Domenica 15 Febbraio

11.15 Francesca Ferrari

presentazione del volume When I’m Gone dedicato a Phil Ochs.

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La storia della musica non è fatta solo di nomi celebri, ma anche di tutti quegli artisti che, per un motivo o per l’altro, sono rimasti in ombra rispetto alla grande storia. Chiamateli artisti minori, chiamateli beautiful loosers, fatto sta che il tempo e la pazienza a volte restituiscono a questi artisti il merito che, mentre erano in vita, non sempre è stato loro pienamente riconosciuto.
E’ il caso di Phil Ochs che, se fosse ancora vivo, sarebbe senz’altro orgoglioso del lavoro che Francesca Ferrari gli ha dedicato con questa biografia.
Nome minore dell’articolata scena folk del Greenwich Village, alfiere di un tempo in cui gli ideali contavano per davvero, Phil Ochs ha firmato canzoni in grado di fotografare il mondo a lui circostante con invidiabile lucidità.
Vissuto all’ombra di Bob Dylan, compagno e antagonista, capace di far notare al mondo intero quella generazione di cantautori eppure, allo stesso tempo, di relegare costantemente (suo malgrado) personaggi come Phil al gradino più basso del podio, Ochs non ha una storia fortunata.
Si toglie la vita nel 1976, a soli 36 anni, ucciso dagli insuccessi, da una personalità
complessa, da un’inarrestabile tendenza ad impegnarsi fin troppo e ad ogni costo nelle battaglie in cui credeva .
La sua storia è raccontata con dovizia di particolari da Francesca Ferrari nel suo libro, che
ha realizzato contattando la sorella Sonny (che ha firmato l’introduzione) in America e trascorrendo del tempo con lei, incontrando quante più persone possibili erano state vicino a Phil, visionando in prima persona materiali e testimonianze.
E’ un racconto in cui non manca niente dal punto di vista biografico ma che, al tempo stesso, ha la capacità di coinvolgere chi legge come accade davanti ad una grande storia
(Giulia Nuti)

Ci sono storie che vale la pena raccontare, una di queste è sicuramente quella di Phil Ochs: troppo sognatore per scontrarsi con la realtà; troppo fragile per sopravvivere alla caduta dei suoi ideali.
Francesca Ferrari

12.00 Gaetano Liguori

presentazione del volume Confesso che ho suonato (Skira edizioni)

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Confesso che ho suonato – che parafrasa nel titolo il noto Confesso che ho vissuto del poeta e letterato cileno Pablo Neruda – è l’autobiografia di uno dei più noti pianisti jazz italiani, Gaetano Liguori..
In questo volume Gaetano ripercorre gli anni che hanno contraddistinto una generazione: dall’amore per la musica alla passione per la politica, ai viaggi di solidarietà in Eritrea, Senegal, Sahara, Nicaragua, a Gerusalemme, Sarajevo, Beirut, Bagdad, Damasco.Il racconto di un’esistenza dedicata non solo all’impegno politico, ma anche alla ricerca costante di una spiritualità che, lontana da pregiudizi ideologici, ha saputo nel corso degli anni mettersi in discussione senza mai tradire i propri valori. Un libro che non parla soltanto di musica, ma racconta – tra aneddoti, amori, incontri indimenticabili – l’avventura di una vita.
Diplomato in Pianoforte e in Composizione elettronica al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, dove insegna Pianoforte e Storia del jazz, si è affermato come leader del gruppo Idea Trio, tenendo numerosi concerti, tournée e partecipando a viaggi di solidarietà in Europa e nel mondo.
Attivo nella composizione di colonne sonore per teatro, cinema, radio e balletto, ha collaborato fra gli altri con il premio Nobel Dario Fo e a vari reading di teatro civile.
Assieme a Guido Michelone è autore di Una storia del jazz (Christian Marinotti, 1999) e, con Claudio Sessa, di Un pianoforte contro (Selene, 2003).
Tra gli ultimi progetti, ha composto e suonato le musiche della Salmodia della Speranza di padre Turoldo nel Duomo di Milano, e nel 2011 ha vinto con Daniele Biacchessi il Premio Unesco per lo spettacolo Acquae Mundi. Nel 2012 ha musicato l’oratorio La bontà insensata su testi di Gabriele Nissim; nel 2013 è stato insignito dell’Ambrogino d’oro, massima benemerenza civica del Comune di Milano, e nel 2014 del Premio Cultura contro le Mafie.
Sul palco insieme a Gaetano vi sarà il critico musicale Gianni Del Savio.

12.45 The Fireplaces

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The Fireplaces arrivano agli ShortCuts di Vinilmania per presentare Shelter from the
Storm , esordio discografico . Dieci brani da loro composti, tutti assolutamente originali e privi di influenze esageratamente condizionanti. Nove brani sono composti da Caterino Riccardi ed uno porta la firma di Carlo Marchiori. Lo stile che contraddistingue i The Fireplaces si fonda sulla massima valorizzazione espressiva dei singoli elementi, mai a discapito del groove collettivo che emerge fin dalle prime battute di Shelter from the Storm.
Uno stile originale emerso anche grazie alla intensa attività live all’ interno della quale la band propone un repertorio misto di classico rock ‘n’ roll e pezzi propri.

13.30 Jama Trio

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Jama Trio sono un gradito ritorno per ilpubblico degli ShortCuts , i JT vengono a
presentare dal vivo il loro nuovo album 11:11, un lavoro orgogliosamente autoprodotto .
Dopo aver pubblicato due EP nel 2013 (Sun Francisco – si, è scritto così non è un errore – e Soma) il Trio giunge a questo importante traguardo con un album che abbraccia in modo sincero e diretto il genere denominato Americana. Dodici brani inediti di indie-folk, ai quali si aggiunge un’originale rilettura del traditional I’m a Pilgrim, l’omaggio allo scrittore portoghese Pessoa nelle corde di un reading blues e la rivisitazione di un classico di Bob Dylan , A Hard Rain’s A-Gonna Fall. Vedere l’ora 11:11 in America equivale al esprimere un desiderio, poi vi sono altri significati esoterici su cui non mi dilungo.

14.15 MRB Trio – Milanese Re Bertolotti

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Formazione Roots Blues con Marcello Milanese chitarra e voce , Roberto Re al basso e Stefano Bertolotti alla batteria. Tornano agli ShortCuts di Vinilmania dopo aver partecipato alla scorsa edizione di ottobre accompagnando Brian Langlinais in tour in Italia per presentare il suo nuovo disco. Gli ShortCuts sono lieti di ospitare la presentazione del nuovo disco The Burden che sicuramente raccoglierà i favori dei nostri qualificati e affezionati spettatori. Marcello Milanese alla chitarra accompagnato dalla sezione ritmica incisiva e precisa di Roberto e Stefano.

Marcello Milanese, nato sulla destra del Tanaro probabilmente solo perché negli ospedali del Mississippi quell’estate del ‘73 non c’era più posto – Fabio Polvani / Blow Up

15.00 Fabrizio Poggi & Chicken Mambo

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Fabrizio Poggi & Chicken Mambo tornano agli ShortCuts per presentarci Spaghetti Juke Joint , disco numero 18 per Fabrizio Poggi, cantante e armonicista premio Oscar Hohner Harmonicas e candidato ai Blues Music Awards 2014 (gli Oscar del blues). Con questo nuovo disco, il bluesman scatta un’istantanea sonora di quella che è l’attuale formazione della sua storica band, i Chicken Mambo, una band che eccelle per energia, talento e grande esperienza. I componenti dei Chicken Mambo sono Enrico Polverari, Tino Cappelletti e Gino Carravieri. Front harp man, il grande Fabrizio. C’è molta attesa per questo ritorno a Vinilmania perchè Fabrizio e i Chicken sanno infiammare come pochi la platea. Non perdetevi la loro performance.

15.45 Roberto Durkovic e i Fantasisti del Metrò

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Roberto Durkovic presenta Oltre il ponte , secondo antologico album che raccoglie brani significativi delle precedenti produzioni oltre a due omaggi a Fabrizio De Andrè (Verranno a chiederti del nostro amore) e Francesco Guccini (Il vecchio e il bambino). 16 sono i brani presenti nel disco che a come progetto finale quello di creare un collegamento tra culture ed evidenziare il legame e l’interazione esistenti tra i vari musicisti, non più solo tzigani , ma di diverse nazionalità. Un ponte, quindi, non solo nel titolo, nella copertina, ma anche nella musica e nella vita.
Gran bel titolo, ottimo album.

16.30 Celebriamo i 50 anni di Help con i Beatlesiani d’Italia Associati,
guidati da Rolando Giambelli e da una folta schiera di ospiti.

help

Vinilmania ShortCuts chiude i concerti con il ricco programma preparato da Rolando e dalla sua ciurma. Nello spazio a loro riservato Rolando avrà modo di ospitare Furio
Sollazzi che ci racconterà la sua passione nel vasto mondo collezionistico breatlesiano.
Sarà poi il turno di Ezio Guitamacchi che presenterà il suo recente volume, edito da
Hoepli, dal titolo Storia del Rock raccontadoci dei Beatles e di altro ancora.
In collegamento poi da Sanremo Riccardo Russino, grande appassionato beatlesiano e da anni membro del BDIA, presenterà John Lennon – You May Say I’m A Dreamer , una approfondita analisi di tutte le canzoni composte dal Beatles più visionario.
Lo Spazio Beatles termina poi i brani di Help in versione acustica eseguiti dal trio Rolando Giambelli alla chitarra , Mauro Volonterio al basso e Furio Sollazzi alla batteria.

Ringraziamenti

Un plauso particolare va a Martino Villa, maestro della consolle, e al suo staff: senza
di loro Vinilmania ShortCuts non sarebbe possibile.

Se vuoi partecipare a Vinilmania ShortCuts manda la tua richiesta a

Roberto Cernigoj rocerni@tin.it
Guido Giazzi ggiazzi@virgilio.it

La prossima manifestazione sarà il 16 e 17 Maggio 2015, sempre all’Atahotel Quark, Via Lampedusa 11 , Milano

Per maggior dettagli su Vinilmania visita il nostro sito
www.vinilmaniaitalia.com