Archivio di febbraio 2014

PINK FLOYD – Storie e Segreti in mostra

di Paolo Baiotti

24 febbraio 2014

Per i veri appassionati, per i puristi floydiani, per chi è nato e cresciuto con la musica dei Pink Floyd, ma anche per i curiosi e per chi ha imparato a conoscere un pezzo di storia del rock, il 29 e 30 marzo 2014 all’Hotel Atlantic di Borgaro Torinese si svolgerà una due giorni esclusiva con ospite Adrian Maben, il regista dello storico film concerto Pink Floyd Live At Pompeii, organizzata dal collettivo The Lunatics in collaborazione con Atlantic Hotel, Congress & Spa e Dimensione Eventi.
Un programma esclusivo, per la prima volta in Italia, sviluppato all’interno della struttura dell’Atlantic World di Via Lanzo 163 a Borgaro Torinese (TO).

Ecco il programma essenziale dell’evento:

SABATO 29 MARZO, ore 15: INAUGURAZIONE della MOSTRA “Pink Floyd Storie e segreti in mostra”, alla presenza del regista Adrian Maben.

Saranno esposte per la prima volta insieme alcune tra le più grandi rarità mondiali del gruppo, centinaia di documenti storici originali relativi alla band inglese. Nei lussuosi saloni dell’Hotel si spazierà dai poster più introvabili alle locandine d’epoca, dai tour programs ai memorabilia più incredibili sino ad una selezione accurata dei dischi più rari provenienti dalla stimatissima collezione privata dei Lunatics, l’attivissimo club formato da cinque tra i più importanti storici e collezionisti della band inglese (Nino Gatti, Stefano Girolami, Danilo Steffanina, Stefano Tarquini e Riccardo Verani) che nell’ottobre 2012 ha pubblicato il libro bestseller “Pink Floyd Storie e Segreti” edito da Giunti Editore.
La mostra, estesa per 600mq, si snoderà attraverso i vari capitoli del libro e ripercorrerà visivamente la storia della band, dalle sue origini fino all’ultimo tour del 1994. Proiezioni di filmati rari e inediti renderanno l’appuntamento un grande momento multimediale. Alcuni oggetti in mostra sono pezzi unici e rarità di altissimo valore collezionistico, mai mostrati prima in pubblico.

SABATO 29 MARZO, ore 21.30: CONCERTO speciale della tribute band torinese TIME MACHINE. Il gruppo, formato da 11 elementi, proporrà un grande spettacolo di tre ore intitolato “Crazy Diamonds”, spaziando fra tutti i grandi successi dei Pink Floyd.

DOMENICA 30 MARZO, ore 10: riapertura della MOSTRA

DOMENICA 30 MARZO, ore 15: CONFERENZA esclusiva con ADRIAN MABEN, regista di “Pink Floyd Live At Pompeii”, storico lungometraggio girato nel 1971 e da sempre riconosciuto dai fans di tutto il mondo come una delle più apprezzate pellicole floydiane. L’incontro prevede proiezioni e dibattito aperto per rivivere storia, curiosità e dietro le quinte del film. Moderato dal noto critico e giornalista musicale Riccardo Bertoncelli, coadiuvato dai componenti dei The Lunatics, il dibattito offrirà la possibilità di raccogliere domande in sala, aprendosi a un vero momento di confronto con gli appassionati.
Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito www.storieesegretiinmostra.it

PREVENDITA biglietti attiva con il circuito Viva Ticket (on-line su www.vivaticket.it ed in tutti i punti vendita affiliati).
Prezzo del biglietto per la mostra:
- UN GIORNO: 14 euro INTERO*
- UN GIORNO: 8 euro RIDOTTO*

- DUE GIORNI: 20 euro INTERO*
- DUE GIORNI: 12 euro RIDOTTO*

Il ridotto è valido per gli under 12 anni, gli over 65, gli associati cral, i dipendenti delle aziende del torinese convenzionate con il teatro Atlantic, i tesserati Coop e Fitel del Canavese.
NOTA BENE

Il biglietto dà diritto all’entrata alla mostra, per uno o due giorni, a seconda dell’opzione scelta al momento dell’acquisto.

Il biglietto MOSTRA-un giorno (sabato 29 marzo) include la possibilità di partecipare al concerto dei Time Machine.*
Il biglietto MOSTRA-un giorno (domenica 30 marzo) include la possibilità di partecipare alla conferenza con Maben.*
Il biglietto MOSTRA-due giorni (sabato 29 e domenica 30 marzo) include la possibilità di partecipare sia al concerto dei Time Machine che alla conferenza con Maben.*

* FINO AD ESAURIMENTO POSTI! L’ingresso al concerto dei Time Machine, così come l’accesso alla conferenza con Maben è infatti limitato alla capienza del Teatro Atlantic, che può ospitare fino a 380 posti.
Per tanto, per entrambi gli eventi speciali legati alla mostra, è OBBLIGATORIA la prenotazione in fase di acquisto biglietto.
La prenotazione può avvenire contattando l’ufficio di DIMENSIONE EVENTI al numero 011/2632323, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.

PS Coloro che prenoteranno il pernottamento presso l’Hotel Atlantic (011.450.0055 www.hotelatlantic.com) potranno contestualmente prenotare anche i biglietti e ritirarli al momento del proprio arrivo in albergo.

MICHAEL SCHENKER – Bridge The Gap

di Paolo Baiotti

9 febbraio 2014

Cover Schenker (Bridge The Gap) Solo

MICHAEL SCHENKER
BRIDGE THE GAP
2013 Inakustik

Ha appena compiuto 59 anni il biondo chitarrista tedesco che a soli 17 anni partecipò a Lonesome Crow, album d’esordio degli Scorpions, prima di essere notato dagli Ufo durante il successivo tour americano. Sono lontani i gloriosi e turbolenti anni trascorsi con gli Ufo che hanno prodotto dischi storici come Obsession e Strangers In the Night, le fughe improvvise e i ritorni nella band fino all’addio del ’79 per rientrare provvisoriamente negli Scorpions (in tempo per partecipare in modo decisivo a Lovedrive) e poi avviare una carriera solista inizialmente piena di soddisfazioni. Oggi Schenker continua ad essere ammirato da molti chitarristi e mantiene uno zoccolo duro di appassionati, ma come tanti musicisti degli anni settanta vive soprattutto sulle glorie passate, come dimostrano le scalette dei concerti infarcite di brani delle band sopra citate. Tuttavia Michael non rinuncia a pubblicare nuovo materiale: dopo il Michael Schenker Group, la nuova band si chiama Temple Of Rock e comprende due ex Scorpions, il bassista Francis Buchholz e il batterista Herman Rarebell, oltre al tastierista/chitarrista Wayne Findlay e al cantante scozzese Doogie White, ennesimo vocalist scelto dall’imprevedibile musicista. Dopo l’omonimo album e il doppio Live In Europe, la formazione pubblica Bridge The Gap, ennesimo disco di hard rock classico in linea con la tradizione schenkeriana. Un buon disco, potente ed energico, tutto giocato su tempi veloci o medi, senza tregua ma con un occhio attento alla melodia. White è un buon cantante, che può ricordare il grande Ronnie James Dio o Biff Byford voce dei Saxon, adatto al materiale scritto da Schenker. Il dischetto inizia con l’intro strumentale di Neptune Rising che sfuma nella drammatica Where The Wild Winds Blow, caratterizzata da un intro arabeggiante e da un break acustico. Il riff epico di Lord Of The Lost And Lonely, il mid-tempo maestoso di To Live For The King con un bel finale di chitarra solista, la cadenzata Temple Of The Holy tra Rainbow e Dio con un altro assolo orientaleggiante serrato e incisivo (che deve qualcosa a Ritchie Blackmore), l’evocativa Shine On e l’avvolgente Black Moon Rising si fanno apprezzare, mentre non lasciano traccia le frenetiche Rock And Roll Symphony, Land Of Thunder (vicina al suono dei Saxon) e Because You Lied. Dopo tre quarti d’ora di rock duro l’unica pausa acustica è riservata a chi acquista la deluxe edition che, oltre a una confezione in digipack rigido, comprende la bonus track acustica Faith, cantata da Don Dokken.

CARAVAN – Paradise Filter

di Paolo Baiotti

6 febbraio 2014

2013-Paradise-Filter-300x300

CARAVAN
PARADISE FILTER
2013 Caravan Records

Anche i gloriosi Caravan sono ricorsi al crowdfunding per finanziare il loro nuovo album. La campagna su Pledge Music ha dimostrato che sono ancora numerosi i fans della formazione di Canterbury: oltre novecento partecipanti hanno permesso di superare largamente il target richiesto e così ci ritroviamo con questo Paradise Filter, reperibile anche sul sito http://officialcaravan.co.uk/ volendo anche con il secondo dischetto The Back Catalogue Songs, sei brani degli anni settanta registrati con l’attuale formazione che comprende Pye Hastings (chitarra e voce), Geoffrey Richardson (chitarra, viola, mandolino, flauto, voce), Jan Schelhaas (tastiere), Jim Leverton (basso) e Mark Waller (batteria). Pye, unico superstite della formazione originale, è l’anima e il principale compositore della line-up odierna, affiancato da Richardson che si unì al gruppo nel ’73, mentre sia Leverton che Schelhaas hanno già fatto parte della band in passato. Fin dagli anni settanta i movimenti all’interno dei Caravan sono stati difficili da seguire, ma ovviamente nella mente degli appassionati la formazione migliore resta quella originale con i fratelli Richard e Dave Sinclair e Richard Coughlan (deceduto l’anno scorso). Ha ancora senso un nuovo album dei Caravan? Beh, questo Paradise Filter, pur risultando leggerino e superficiale rispetto ai capolavori degli anni settanta, mi sembra un buon disco, superiore a The Unauthorised Breakfast Item, pubblicato nel ’04. La morbida e delicata voce di Pye si adatta alla perfezione alla melanconica Dead Man Walking (con una raffinata coda strumentale di tastiere), alla pianistica Farewell My Old Friend che ricorda le atmosfere di In The Land Of Grey And Pink e alla ritmata All This Could Be Yours irrorata dalla viola di Richardson. Altre tracce come Fingers In The Till, la morbida I’ll Be There For You e This Is What You Are risultano più banali, pur mantenendo una dignità e una qualità accettabili, mentre le influenze pop/rock sono evidenziate dalla ritmica accentuata di Pain In The Arse. Nella parte finale la ballata Trust Me I’m A Doctor con un esemplare assolo di chitarra nella coda strumentale e la soave Paradise Filter, cantata da Richardson accompagnato da un impasto strumentale guidato da flauto e tastiere, ci riportano alle atmosfere delicate dei primi dischi. Un buon ritorno che sarà accompagnato da un lungo tour inglese in aprile e forse da altre date europee.

MANDOLIN’ BROTHERS – Far Out

di Paolo Baiotti

4 febbraio 2014

Mandolin

 

MANDOLIN’ BROTHERS

FAR OUT

2013    Ultra Sound Records   

 

Ho riascoltato For Real, esordio dei Mandolin’ Brothers, prima di Far Out e mi sono reso conto dei progressi di quella che ormai si può definire la migliore band texana casualmente proveniente dalla provincia pavese. La storia dei Mandolin è ultratrentennale: Jimmy Ragazzon (voce, armonica e chitarra acustica) e Paolo Canevari (chitarra elettrica e slide) esordiscono come duo acustico nel ’79. Due anni dopo nasce la prima formazione elettrica e solo nel duemila pubblicano For Real, dopo numerosi cambi nell’organico e uno spostamento graduale dal blues al roots rock. La loro produzione discografica è parca: Still Gor Dreams del ’08 è un buon disco di americana nel quale si inseriscono alla perfezione le tastiere di Riccardo Maccabruni, nuovo acquisto insieme al basso di Joe Barreca che completa la sezione ritmica con lo storico batterista Daniele Negro. Due anni dopo realizzano il sogno americano registrando in studio ad Austin con Merel Bregante, Sarah Pierce e Cindy Cashdollar e suonando nei club del sud con ottimi riscontri. Il risultato è Moon Road, un doppio che comprende un mini album con sei tracce e un dvd con le immagini del tour e delle registrazioni. Le celebrazioni continuano con 30 Lives!, eccellente disco registrato dal vivo nello storico locale pavese Spazio Musica con alcune covers che riassumono le influenze del gruppo (Little Feat, Ry Cooder, Steve Earle, il blues, David Crosby). Ma ora con Far Out mi sembra che i Mandolin’ abbiano cambiato marcia. Finanziato anche da uno zoccolo duro di appassionati con un riuscito crowdfunding e registrato negli studi Ultra Sound e Raw Wine nel pavese, mixato e prodotto da Jono Manson con il quale hanno condiviso il palco più volte in passato, il disco ha un suono, una forza e una compattezza sorprendenti, degne delle migliori produzioni di americana. La ritmata Freak Out Train apre il dischetto sulle tracce di John Fogerty e Bruce Springsteen, giovandosi dell’amalgama tra la slide di Canevari e il piano barrelhouse di Maccabruni. Il coinvolgimento di tre autori e cantanti (Ragazzon, Maccabruni e il nuovo acquisto Rovino) contribuisce alla varietà della scrittura e delle atmosfere. Come On Linda, scritta e cantata da Ragazzon e Rovino, ha un andamento trascinante e una melodia che conquista, mentre la pianistica Someone Else di Maccabruni non mi convince vocalmente, ma è arricchita da una chitarra incisiva. Nella melanconica ballata Circus spicca la Weissenborn guitar di Cindy Cashdollar, ospite del disco unitamente a John Popper, riconoscibile all’istante con la sua armonica nella trascinante Sorry If. Non mancano un paio di tracce blues, l’aspra Ask The Devil e l’essenziale Bad Liver Blues con l’armonica di Ragazzon in primo piano. Ogni brano è degno di menzione, dall’evocativa Nightmare In Alamo al fluido country rock Lotus Eaters, dall’intensa Short Long Story all’atto di accusa di Black Oil che ospita la voce di Ed Abbiati dei Lowlands. Il disco è chiuso dalla ballata My Last Day e da Hey Senorita, delizioso quadretto tra New Orleans e Messico, conferma delle molteplici influenze del gruppo e delle capacità non indifferenti di esprimersi in stili diversi, ma complementari. Il cd è reperibile sul sito www.ultrasoundrecords.it.