Archivio di ottobre 2014

Il 15 e 16 novembre a Varese la Fiera del Disco e del Fumetto

di admin

31 ottobre 2014

Pub. Varese Late novembre

Si rinnova ancora una volta il felice connubio fra dischi e comics nell’edizione autunnale della Fiera di Varese, come sempre all’Ata Hotel.
Late for the sky sarà presente con il suo banchetto per incontrare lettori vecchie nuovi.
Ci vediamo là.

Un anno (e un giorno) senza Lou Reed

di Marco Tagliabue

28 ottobre 2014

Le parole e il video di John Cale in memoria di Lou Reed a un anno dalla morte.

“Una falena e una candela si incontrarono. Decisero di diventare amiche. Tutti si divertirono a guardare la loro interazione, specialmente quelli che amano il …rischio. Poi un giorno arrivò la pioggia. La falena non poté più volare e la candela si spense. Tutti risero in modo sbigottito e amaro, e diedero la colpa alla pioggia. Molti però conoscevano la verità, quella più profonda: la candela resta accesa e la falena le resterà vicino”.

Dieci anni senza John Peel

di Marco Tagliabue

26 ottobre 2014

john-peel

“Ho avuto una fortuna sfacciata. Tutto ciò che desideravo da ragazzo – una casa in campagna, una moglie meravigliosa, un impiego in radio – l’ho avuto. In nessun modo la mia esistenza sarebbe potuta essere migliore. Cascassi morto domani mattina, non potrei lamentarmi di nulla. A parte che mi perderei il nuovo album dei Fall.”

John Robert Peel Ravenscroft, 30/8/1939-25/10/2004

Cerca & Distruggi

di Marco Tagliabue

6 ottobre 2014

Due capolavori del calibro di The Stooges e Funhouse evidentemente avevano dato alla testa anche a lui: nel 1972 Iggy Pop era già completamente svuotato. Aveva mandato al diavolo gli Stooges, aveva mandato al diavolo la musica e, con tutte le sue forze, stava cercando di mandare al diavolo anche se stesso. Ma Lucifero lo precedette: gli si presentò sotto le mentite spoglie di un David Bowie non ancora Duca Bianco, lo raccolse dalla strada ripulendolo dalla spazzatura che aveva addosso e fece del suo meglio per togliergli la maggior parte di quella che aveva in corpo. I due siglarono un patto che doveva essere di un acciaio tutto speciale, visto che ancora oggi, a trenta e passa anni da quel giorno, è saldo più che mai. Bowie spedì l’Iguana in Gran Bretagna insieme al fido chitarrista James Williamson, vecchia conoscenza con un breve trascorso negli Stooges, e gli finanziò la registrazione di un disco attraverso il proprio team di produzione MainMan. Improvvisamente spuntarono fuori anche i fratellini Asheton che rimediarono una tregua con il vecchio amico ed entrarono a far parte del gioco: Ron, spodestato dal nuovo arrivato, a malincuore dovette mettere a tracolla il basso, mentre Scott poté tranquillamente continuare a sfogare la propria rabbia dietro alle consuete pelli. Sarebbe stato un armistizio di breve durata: giusto il tempo di ultimare le registrazioni prima che il buon Iggy, ritornato improvvisamente in se, decidesse di rimandare tutti all’inferno saltando sul primo volo per New York. Raw Power diventò così, inaspettatamente, il terzo album degli Stooges e, soprattutto, il prologo ufficiale di un ‘77 ancora di lì a venire. Raw Power è il prodotto di una mente allo sbando, è il risultato di un degrado che è morale prima ancora che materiale: un disco sporco, tirato, arrabbiato, viscerale. Un album registrato male, cantato male, suonato male ma di una sconsiderata sincerità: anche il peccato può celare una autentica, torbida purezza. Brani grezzi e malati i cui la voce di Iggy, sempre più contorta, ritaglia difficili melodie fra fasci di chitarre lancinanti (Search And Destroy, Your Pretty Face Is Going To Hell, Raw Power, Shake Appeal), un’oasi acustica deturpata dalla sofferenza (Gimme Danger), torbide istantanee di un’apparente, convulsa rilassatezza (Penetration, I Need Somebody) e, infine, l’unico epilogo possibile: una discesa negli inferi, una sorta di autoflagellazione; la ricerca, attraverso la scarnificazione, di una rinnovata purezza (Death Trip). Un disco selvaggio ed estenuante, l’espressione più sincera del dramma psicologico e sociale della generazione che avrebbe rivoluzionato il rock. E l’attestazione definitiva del suo padre putativo: non credete a chi vi dice che il punk è nato con Never Mind The Bollocks…

da LFTS n.67

Un blues lungo 40 anni

di Marco Tagliabue

1 ottobre 2014

TBB 29.11.2014

Il tour per celebrare il quarantennale della Treves Blues Band si concluderà -e come poteva essere diversamente?- con la data milanese del prossimo 29 novembre, che si trasformerà sicuramente una grande festa, alla quale siete invitati tutti a partecipare, per stringere in un ideale, grande abbraccio il Puma di Lambrate e i suoi degni compari.

Fabio dice di approfittare di questi primi 40 anni perchè per i prossimi non è in grado di garantire nulla…sai bene che non sarà così, Puma, perchè il blues è come il sangue che ti scorre nelle vene e se ne andrà solo con l’ultima pompata del tuo cuore (purtroppo) milanista…quindi molto tardi!

Continua a tenere la tua armonica arroventata, Puma, continua a scaldare i nostri cuori e a fare muovere le nostre chiappe…e grazie in anticipo per i tuoi e nostri prossimi 40 anni…