CLINT BAHR – Puzzlebox
Clint Bahr – Puzzlebox (Moonjune Records 2022)
Clint Bahr, polistrumentista e leader del trio progressive TriPod, formatosi a New York a fine anni novanta, per questo suo nuovo lavoro ha messo insieme una formazione molto aperta che è in tutto e per tutto una sorta di enciclopedia suonante del genere, a cavallo tra avantgarde, jazz e prog storico.
Il disco, uscito nei primi mesi del 2022 si divide quasi equamente tra composizioni cantate e brani strumentali caratterizzati dall’essere più lunghi e sperimentali rispetto a quelli in cui Bahr fa uso della voce, sicuramente più immediati e interessanti.
Ma interessante soprattutto è il parterre di amici che fanno parte dei Puzzlebox, perché, come recitano le note di accompagnamento del disco, Puzzlebox è una band, indipendentemente dal fatto che in un brano ci siano una mezza dozzina di artisti, in un altro solo tre, in un altro ancora il solo Bahr: e si tratta sempre di artisti di prim’ordine.
L’introduzione è affidata allo strumentale Tabula Rasa, ripreso in versione differente anche per chiudere il disco: Bahr si occupa del tambura, al sitar c’è Dan Parkington degli Andromeda e i flauti sono ad appannaggio nientemeno che di David Jackson (Van Der Graaf Generator), tocca poi a New Design, forse il meno impressionante trai brani cantati, col bandleader impegnato a un’infinità di strumenti ci sono qui Dick Griffin al sax, di cui si percepisce perfettamente la militanza nei gruppi di Roland Kirk e Sun Ra, e il batterista Mike Hough.
Tra le cose cantate piace invece molto l’orientamento decisamente rock di Shelter, sempre con Griffin e la batteria di Billy Ficca, proprio quello dei Television.
I dieci minuti di As Tympani Melt In The Greel Heat sembrano un po’ eccessivi, ma è evidente che i Puzzlebox si devono essere divertiti parecchio a jammarci intorno: troviamo di nuovo Jackson, la pianista Marylin Crispell (Pharoah Sanders), e ci sono Griffin e Hough.
Fall From Grace ci riporta alla musica cantata, con Bahr che sta un po’ a metà tra la voce di Roger Waters e quella di Richard O’Brien (ricordate il Rocky Horror Show?), Colin Carter dei Flash gli dà una mano, e alla batteria c’è di nuovo Ficca. Belt And Braces è un breve interludio jazz con la Crispell e Griffin in prima linea. Triangle, Circles And Squares è un’altra breve composizione in cui il basso dialoga col violino dell’ex King Crimson David Cross. Oslo vede Bahr in quasi solitudine a divertirsi soprattutto col Theremin, la voce recitante è di Stephanie Feyne.
Kicking The Wasp Nest è un solido brano d’impronta più rock, Bahr canta, suona la chitarra acustica e ogni genere di basso, Jeff Schiller si occupa dei fiati, Ficca incalza alla batteria mentre alla chitarra elettrica c’è Peter Banks, il chitarrista che gli Yes cacciarono nel 1969 per arruolare Steve Howe e in seguito fondatore dei Flash! Piace anche l’interludio acustico di Lifeguard In The Rain, cantato con una strizzata d’occhio a David Bowie, a seguire la chiusura affidata ad una seconda versione del brano iniziale eseguito però con altra strumentazione.
Paolo Crazy Carnevale
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