JAMES J TURNER – Future Meets The Past

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JAMES J TURNER
FUTURE MEETS THE PAST
Touch The Moon 2023

Originario di Liverpool, James ha imparato a suonare la chitarra da bambino appassionandosi al rhythm and blues, iniziando da adolescente a scrivere canzoni. Ha lasciato la scuola a 15 anni per lavorare di giorno sulle banchine portuali della città e per suonare di sera. A ventidue anni ha fatto la scelta di lasciare il lavoro e di dedicarsi alla musica come cantante di alcuni gruppi, tra i quali i Lies All Lies e The Electric Morning che hanno anche supportato Rain Parade e True West in Europa. In seguito ha aperto i Liverpool Hard City Studios dove ha inciso nel 2002 il suo esordio da solista The Believer ristampato nel 2017, ottenendo un certo interesse non solo in Gran Bretagna. Nel 2012, dopo quattro anni di lavoro, è uscito How Could We Be Wrong? più vicino al folk-rock di gruppi che lo hanno influenzato come i Fairport Convention e la Incredible String Band. Essendo un grande appassionato e studioso di storia antica (è membro dell’OBOD, Order of Bards, Ovates and Druids), gli approfondimenti in questo campo hanno influenzato Spirit, Soul & a Handful Of Mud, pubblicato nel 2016. Più recentemente, superata la pandemia, James ha ottenuto il supporto del Arts Council England che lo ha aiutato a registrare Future Meets The Past, un album che ruota intorno al tema del Druido Bardico che riconnette le persone sia allla natura che alle radici storiche del passato. Questo tema influenza soprattutto i testi, ma anche musicalmente ci sono dei collegamenti al folk acustico con i violini di Amy Chalmers, Neil McCartney e Chris Haigh e il violoncello di Vicky Mutch, mentre Turner suona chitarra acustica ed elettrica, mandolino e flauto a fischietto. Un suono orgoglioso prevalentemente acustico con una voce all’altezza, ma con una base ritmica che può richiamare alla lontana gruppi come gli Alarm, i Waterboys e i Big Country con un tocco di Americana.
La trascinante Future Meets The Past con inserimenti continui del violino, l’aggressiva Kalahari Rain, l’orientalegginte Breaking Of The Ties, il rock cadenzato e robusto di Heaven’s Inside You, la drammatica Same Old Story, il singolo folk-rock Hey Brother e l’epica Move Up To The Light sull’importanza della consapevolezza ecologica per combattere la politica delle corporazioni, sembrano emergere in un disco pieno di vitalità e di energia.

Paolo Baiotti

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