STEPHAN THELEN – Fractal Guitar 2 Remixes/Fractal Guitar 3
di Paolo Crazy Carnevale
8 gennaio 2023
Stephan Thelen – Fractal Guitar 2 Remixes (Moonjune Records 2022)
Stephan Thelen – Fractal Guitar 3 (Moonjune Records 2022)
Dopo l’uscita del primo Fractal Guitar, probabilmente nessuno avrebbe potuto prevedere la serialità del progetto che negli ultimi due anni ha aggiunto ben tre nuovi volumi alla discografia del chitarrista e matematico californiano Stephan Thelen (da tempo di base in Svizzera).
Nel 2021 era arrivato il secondo volume e a meno di un anno di distanza una versione rielaborata del medesimo disco. Fractal Guitar 2 Remixes è stato pubblicato nei primi mesi dello scorso anno e mette sul piatto una serie di mix differenti dei brani assemblati da Thelen con l’aiuto di un titolato stuolo di colleghi che hanno dato la loro versione delle composizioni, in cui essi stessi suonavano o a cui si sono aggiunti in un secondo tempo.
Il disco risulta estremamente interessante perché ci dà l’opportunità di ascoltare lo space-rock (ma la definizione è assolutamente rivedibile) di Thelen filtrato attraverso differenti sensibilità musicali. Prendiamo ad esempio Point Of Inflection, nella cui versione originale suonava Barry Cleveland (veterano delle produzioni della label): la composizione nel Fractal Guitar 2 Remixes viene ripescata per ben tre volte, di cui la prima con un remix del titolare, la seconda con il punto d’ascolto del chitarrista David Torn (presente nell’incisione originale) e la terza ad opera del bassista Bill Laswell che invece nell’originale Fractal Guitar 2 non c’era, ma qui si è aggiunto con basso e diavolerie elettroniche, curioso che la sua versione sia indicata non come mix o remix, bensì come translation, come se si volesse puntare il dito sul fatto che il musicista dell’Illinois l’ha letteralmente tradotta secondo i propri canoni artistici.
Analogamente accade a Ladder To Stars, che ospita tra gli altri l’eclettica chitarra di Henry Kaiser e nella nuova veste adotta il basso e la “traduzione” dell’artista britannico Jah Wobble, dai trascorsi post-punk nei Public Image Ltd. di Johnny Lydon (ex Rotten).
Per Celestial Navigation è Thelen stesso a riprendere in mano il brano, mentre per Mercury Transit viene chiamato in causa di nuovo Barry Cleveland.
Per il terzo capitolo di Fractal Guitar, Thelen si fa accompagnare per lo più dagli stessi artisti di base che figuravano nel parterre dei dischi precedenti, dal batterista svizzero Manuel Pasquinelli a Mark Reuter con la sua touch guitar, al percussionista Andy Pupato, al tastierista Fabio Anile: a costoro si aggiunge uno stuolo di chitarristi, un po’ come era accaduto per le altre produzioni. Ci sono i meno noti Stephan Hut, il norvegese Eivind Aarset, Jon Durant, Bill Walker, in pratica un po’ meno superstar del genere e dello strumento, ma il risultato non cambia, e c’è il titolato Barry Cleveland che qui si occupa però di effettistica senza la sei corde. Il disco si sviluppa attraverso cinque composizioni su cui troneggia l’iniziale e chilometrica Through The Stargate il cui titolo descrive alla perfezione la sensazione suscitata dal brano, quella di effettuare un viaggio spaziale attraverso una porta che conduce in un’altra dimensione o in un altro universo, Thelen e Anile, con synth, tastiere varie e effetti stendono il tappetto di oltre un quarto d’ora su cui si sviluppano gli interventi delle varie chitarre effettate. Il tema della successiva Morning Star sembra essere figlio del brano precedente, ci sono meno musicisti coinvolti (quattro comunque le chitarre, oltre alla batteria di Pasquinelli).
Più nervoso il tema di Glitch con le cinque chitarre accompagnate dal basso di Tim Harries (già con Brian Eno) mentre Jan Peter Schwalm stende tappeti di tastiere su cui le chitarre impazzano nella successiva Ascension, altra lunga composizione che ci accompagna attraverso la continua ricerca sonora di questo genere musicale. In Black On Electric Blue (il brano con Cleveland) si sviluppano diversi temi e le chitarre sembrano entrare in contatto con voci aliene.
A questo punto il disco sarebbe finito, ma Thelen rilancia con una versione editata del brano iniziale affidata al remix di Jan Peter Schwalm.
Paolo Crazy Carnevale