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PAUL BENOIT – Beautiful Lies

di Paolo Baiotti

13 ottobre 2021

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PAUL BENOIT
BEAUTIFUL LIES
Zabadiah Records 2021

Attivo dalla seconda metà degli anni novanta nell’area di Seattle, Paul ha condiviso la scrittura e il palco con altri autori come Chris Chandler, Dan Bern, Reggie Garrett e Laura Love. Dopo essersi laureato in musica e letteratura all’università di Washington si è unito ai Crosseyed, band di roots rock elettroacustico che ha inciso un paio di album e poi ha fondato il quartetto acustico Hanuman miscelando jazz, bluegrass, country e rock’n’roll con ritmi africani, una musica eclettica che lo ha portato ad approfondire lo studio di strumenti orientali come il sitar. Dopo quattro album con loro che gli hanno dato una notevole popolarità sulla costa ovest, si è dedicato alla carriera solista esordendo nel 2002 con Dopamine, cercando di mischiare folk, blues, country e pop e riavvicinandosi allo stile della roots music/americana dei Crosseyed. Nel 2005 è uscito Combustible seguito da numerosi altri dischi comprese colonne sonore, un album acustico e uno per bambini. Nel decimo album King Of Delusion ha inserito elementi psichedelici mettendo in primo piano il lavoro delle chitarre, mentre Lost Days Long Nights del 2019 è stato influenzato dai suoi viaggi in Sudamerica.
Ed eccoci a Beautiful Lies, in cui si mischiano nuovamente elementi folk, roots e rock con un notevole lavoro di chitarra slide e un paio di riusciti duetti. E’ stato registrato al Robert Lang Studio di Seattle e in una piccola capanna nella penisola olimpica (zona ovest dello Stato di Washington) con un ristretto gruppo di musicisti che comprende Rebecca Young al basso, Ron Weinstein all’organo hammond e Will Dowd alla batteria, con l’aggiunta di qualche ospite come Jesse Dalton al basso e tastiere e Noah Jeffries al violino e mandolino, entrambi membri di The Deer, indie folk band di Austin.
Tra i brani spiccano la ballata Beautiful Lies, un affascinante duetto con Amalia K. Spicer in cui si nota la slide di Paul oltre alla sua voce melodica ed accattivante, la ritmata The Score con un brillante assolo di elettrica, l’accoppiata folk cantautorale di Saddest Eyes e Smoke, l’energico rock Black Crow e l’acustico duetto blues Crutch con Michelle McAfee.
Beautiful Eyes è un disco breve (dieci brani per poco più di trenta minuti) che scorre piacevolmente senza scossoni, dimostrando le qualità vocali, di strumentista e di arrangiatore del suo autore.

Paolo Baiotti