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Addio a Vic Chesnutt

di Marco Tagliabue

27 dicembre 2009

Vic Chesnutt

Questa volta Vic ce l’ha fatta. Ricoverato in ospedale dopo l’ennesimo tentativo di suicidio, si è spento ad Athens, Georgia, alle 14:59 del 25 dicembre dopo due giorni di coma seguiti, a quanto pare, all’ingerimento di un eccesso di farmaci.

Finalmente è riuscito a liberarsi dal quel corpo che lo teneva intrappolato dall’età di 18 anni, costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente d’auto, e da quella malattia il cui progredire, lento ma inesorabile, lo stava conducendo ad uno stato larvale.

Alla luce di quello che è successo, sembra quasi che l’iper-attività degli ultimi due anni, le molteplici uscite discografiche, le collaborazioni portate a termine e quelle, purtroppo, lasciate in sospeso, celassero l’urgenza espressiva di chi si è tracciato un limite e vede la linea d’arrivo avvicinarsi sempre di più.

Vic ChesnuttNon starò a ripetermi: ho già aperto il cuore a Vic, come forse un bravo scribacchino non dovrebbe mai fare, lungo una monografia a lui dedicata pubblicata in uno degli ultimi numeri di Late For The Sky.  

Dirò soltanto che considero la fortuna di aver potuto assistere ad un suo concerto una delle più grandi che mi potessero capitare, e che  la passione, il coraggio, l’energia, il carattere e la determinazione che mi sono state trasmesse da quella strana creatura con il corpo un po’ da uomo, un po’ da macchina, un po’ da strumento musicale  me le porterò dietro per tutta la vita. Una di quelle lezioni che non si imparano a scuola, ma che sono più importanti di mille corsi di laurea. 

Grazie Vic, che tu possa correre finalmente a perdifiato.

Il CD? La Constellation se ne fa un baffo…

di Marco Tagliabue

12 ottobre 2009

I primi ad infilare nelle stampe in vinile dei propri album, che generalmente -e contrariamente a quella che purtroppo è una regola quasi assodata- escono ben prima dell’edizione ufficiale in CD,  un’anonima bustina con un anonimo dischetto argentato contenente la versione digitale del lavoro, senza sovrapprezzo alcuno, erano stati gli Shellac di Steve Albini. Un modo quasi sprezzante di dire che il CD, almeno quanto a costi vivi di produzione, vale poco più di niente. Ed un motivo in più per arrabbiarsi del suo prezzo assurdo. Ora anche la Constellation, gloriosa label canadese post-rock e non solo, sembra aver preso questa direzione. Fra le sue recentissime pubblicazioni, ad esempio, due “must” come il nuovo Vic Chesnutt, il bellissimo “At The Cut”, e “Prince Of Truth”,  l’ultima prova del progetto Evangelista di Carla Bozulich, allegano alla stampa in vinile a prezzo assolutamente standard anche la corrispondente edizione in CD.