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MAGIA NERA – Montecristo

di Ronald Stancanelli

21 marzo 2020

Magia nera. Montecristo[75]

MAGIA NERA
MONTECRISTO
BLACK WIDOW 2019

Quando scopriamo o ci viene segnalato che un determinato album è un concept chissà perché il nostro interesse esponenzialmente aumenta e la voglia di ascoltarlo diventa direttamente proporzionale al suo carpirlo ed ascoltarlo immantinentemente. La gloriosa genovese Black Widow, ci ha gentilmente fornito di questo concept narrante le, ovviamente note, vicende del Conte di Montecristo che su pagine stampate tutti in un modo o nell’altro abbiamo, letto, sfogliato o solamente visto ma l’interesse di ascoltarne perigli e fasti in musica devo dire che ci alletta non poco.

Gruppo che si formò tra i sessanta e i settanta i Magia Nera arrivarono a pubblicare un album addirittura negli anni duemila con l’eccellente L’ultima danza di Ophelia, disco da avere se non almeno da ascoltare. Furono nefaste vicissitudini a far si che il loro esordio discografico non avvenisse in quegli anni poiché il loro furgone al cui interno erano pronti i nastri per il loro vinile andò totalmente a fuoco e nulla si salvò da quel rogo

Oggi esce questo Montecristo , dopo che i componenti il gruppo separati musicalmente per anni si son presi la briga, e che briga, di comporre ex novo e di pubblicare questo energico e lancinante lavoro. Lavoro che media tra suoni che loro stessi amavano un tempo e che erano all’epoca di moda ed altri attuali più moderni ma molto intensi intessuti di note chiaroscure che avvincono come farebbe un vero romanzo.

L’album di solide valenze progressive è suddiviso in quattro parti, Il tradimento, La prigionia, la fuga, La vendetta e per oltre una quarantina di minuti si dipana una storia ovviamente ben nota ma che traspostata in musica eccelle per la sua imponente forza veramente dirompente e che cattura e avvince l’ascoltatore. Ovvio il vantaggio che se ne trae nell’ascolto seguendo i fili di una storia ben nota, ma l’intrinseca forza delle musiche scritte e utilizzate ne corroborano lo spessore e lo stesso utilizzo in un brano di una fisarmonica e della voce in questo caso non cantante ma narrante rendono ancor più penetrante la vicenda catturando veramente in toto l’ascoltatore. Emilio Fabbro dalla voce profonda ma ben rotonda e musicale assieme a Bruno Concetti alla chitarra, Pino Fontana alla batteria, Fabio D’Andrea al basso, Hammond e percussioni e Dante Severino alla fisarmonica ci consegnano un album che sa di pagine polverose ma ad ognuna che giri sempre maggiormente detto lavoro si rivela maturo ed imprescindibile. Grande album veramente che si deposita tra le cose migliori che ultimamente ci sia stato dato di ascoltare. Scritto da Bruno Concetti sia per quanto concerne i testi che le musiche si avvale di disegni, foto ed elaborazioni da parte di Manuela Olga Malerbi. Distribuito come accennato dalla nostrana Black Widow, casa discografica che nei vicoli magici di Genova ha un negozio, rinnovato da poco, splendido, spazioso e solare. Intensa la copertina intrisa di china.