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LOW LILY – 10.000 Days Like These

di Paolo Baiotti

7 marzo 2019

low

LOW LILY
10.000 DAYS LIKE THESE
Mad River 2018

Low Lily è un trio di folk tradizionale e bluegrass originario del Vermont formato dai coniugi Liz Simmons (voce da soprano e chitarra) e Flynn Cohen (voce da tenore, chitarra e mandolino) e da Lissa Schneckenburger (voce da alto e violino). Proprio la fusione nelle melodie vocali di queste tre tonalità differenti è la loro caratteristica principale, oltre alla tecnica di Lissa al violino e di Flynn al mandolino. In questo esordio sulla lunga distanza (tre anni fa hanno pubblicato l’omonimo Ep) sono accompagnati da Corey DiMario (componente dei Crooked Still) al contrabbasso e saltuariamente da Stefan Amidon alla batteria. Il disco miscela le influenze dei tre musicisti, che comprendono bluegrass, folk tradizionale irlandese e scozzese, old time music degli Appalachi, con qualche spruzzata di rock. L’interscambio vocale è davvero pregevole e si nota particolarmente in Hope Lingers On in cui le voci sono sostenute dal solo battito di mani (sul video si notano ancora di più i contributi dei tre artisti) e nella morbida ballata 10.000 Days Like These. Voci e strumenti si completano in altre tracce come In The Grumblinoby One (violino e mandolino) e The Good Part in cui si aggiunge il banjo di Greg Liszt, mentre Dark Stars Again è un delicato duetto tra le voci femminili. Spiccano anche due cover: Rock Of Ages di Gillian Welch e David Rowling, tratta dal secondo disco solista di Gillian del ’98 in cui si alternano come soliste Lissa e Liz con Flynn alla chitarra e Brothers In Arms, iconica title track dell’album dei Dire Straits dell’85, in cui viene accentuato il lato malinconico e riflessivo, con l’aggiunta del violoncello di Duncan Wickel.
Questo album dei Low Lily, pur essendo rivolto soprattutto a un pubblico appassionato di folk tradizionale, potrebbe risultare accessibile e attraente anche per chi è meno abituato all’ascolto di musica tradizionale, avendo un approccio moderno, una pulizia di suono indiscutibile e un impasto tra le voci e gli strumenti difficilmente riscontrabile.