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ANDREW SHEPPARD – Steady Your Aim

di Paolo Baiotti

27 febbraio 2019

sheppard[1128]

ANDREW SHEPPARD
STEADY YOUR AIM
A.Sheppard 2018

Cantautore cresciuto a Hailey in Idaho in una famiglia di musicisti, Andrew ha iniziato da adolescente come bassista in un gruppo punk. A 19 anni ha imbastito le prime composizioni, a 26 ha esordito con Far From Home seguito tre anni dopo da Steady Your Aim, secondo disco solista registrato a Nashville e co-prodotto con Was Walsworth e Eric Loomis (proprietario dello studio Ivy Hall) che si alternano alla chitarra elettrica, mentre Andrew si occupa dell’acustica, Smith Curry della lap steel e pedal steel e Chris Tuttle delle tastiere. Completano il nucleo di accompagnatori la sezione ritmica formata da Joe Giotta (batteria) e Nick Archibald (basso, occasionalmente anche al piano), un paio di coriste e David Henry al violoncello. Sheppard si inserisce nella corrente dell’outlaw country con influenze di blues e americana. Nella sua vita si è già mosso molto; terminati gli studi liceali si è trasferito a Los Angeles per seguire la passione per lo skateboard, abbandonata o almeno passata in secondo piano dopo un incidente. Tornato alla musica ha formato nel 2008 The Gypsy River Haunts, sciolti cinque anni dopo. A questo punto ha percorso 8.000 miglia in auto con il suo cane, raccogliendo storie e aneddoti che hanno ispirato molte canzoni. Il viaggio è terminato in Idaho dove ha ritrovato le sue radici e la voglia di vivere in montagna, vicino alla natura. Dopo il primo album ha suonato ovunque, compresi alcuni festival di buon livello. Il nuovo album comprende alcune canzoni sul viaggiare, come l’opener Take A Walk With Me, un mid-tempo rilassato tra country e folk con un organo soul che racconta del suo trasferimento da Los Angeles alle montagne del sud della California, il disincantato ritratto della vita on the road Steady Your Aim e Travel Light And Carry On, incisiva canzone di ispirazione western con tocchi di lap-steel. Ma Andrew si occupa anche di rapporti interpersonali come nella riflessiva Standin’ Tall e nell’intimo gospel-blues Further Away, non tralasciando qualche riflessione politico-sociale nel country-roots Not My Kind. Se country e folk sono le basi del suono di Andrew, non manca un tocco di rockabilly nella scattante Here At The Bottom, che contiene uno dei pochi assoli di un disco senza fronzoli, pieno di melodie accattivanti.