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ROGER JOHNSON AND THE VALLEY REGULATORS – Mod Americana

di Paolo Baiotti

11 agosto 2021

johnson

ROGER JOHNSON AND THE VALLEY REGULATORS
MOD AMERICANA
Atm Music 2019

Roger Johnson è un esperto autore, cantante e chitarrista emerso con il doppio cd “Stag Cotillion, Volumes One & Two” del 2009, nel quale era affiancato nella produzione e negli arrangiamenti come in Mod Americana da Bradley Nelson (voce e tastiere). Anche gli altri musicisti sono gli stessi del primo album: Greg Horn alla chitarra e cori, Alan Tosel al basso e Tony Guscetti alla batteria, oltre alla saltuaria, ma essenziale presenza della pedal steel di Craig Wronski. Svariando tra country-rock e rhythm and blues con influenze latine (come nella scoppiettante Jackpot Party Surprise), ispirato principalmente da Byrds, Flying Burrito Brothers e Eagles e dalle melodie dei Beatles (la title track li richiama esplicitamente), Roger ha costruito un disco estremamente scorrevole, forse un po’ leggero e superficiale, con numerose variazioni di tempi e un gusto notevole per le ballate, che è stato pubblicato con l’aiuto di una campagna di sostegno su Kickstarter. La sua voce è stata paragonata a quella di Raul Malo (Mavericks), Rodney Crowell e J.D. Southern ma, aldilà delle influenze, il disco suona fresco e raffinato, arrangiato con cura e non privo di personalità. Dal vivo con la sua band ha condiviso il palco con Joe Ely, Kim Richey e Rosie Flores e partecipato più volte al Cosmic American Music Festival a Joshua Tree. Lo stesso Roger definisce sul sito la sua musica “Cosmic Americana, musica originale nella tradizione di Gene Clark, Eagles, Chris Hillman e Gram Parsons”. Si tratta di un genere fortemente debitore del passato, di quello storico periodo californiano a cavallo tra gli anni sessanta e settanta.
La scanzonata e leggera This Summer Feeling apre il disco, seguita dalla malinconica Waiting For The Rain. Si sente aria del country di Bakersfield in Am I Right? con la pedal steel in primo piano, presente anche nel convincente country di Lucky, mentre il violino di Carolyn Boulay caratterizza High Or Low. Sedici canzoni per oltre settanta minuti sono un po’ troppe, una sforbiciata non avrebbe fatto danni, come d’altronde in molti dischi usciti da quando il cd ha raddoppiato lo spazio utilizzabile, ma Mod Americana regge discretamente alla distanza, pur senza entusiasmare.

Paolo Baiotti