DOUG SCHMUDE – Mileposts

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DOUG SCHMUDE
MILEPOSTS
Lost Hubcap 2020

Ci occupiamo di un altro Ep, quello di Doug Schmude, cantautore nato a Baton Rouge in Louisiana, cresciuto tra Texas e Oklahoma e attualmente residente in California. Abbiamo già recensito in questo sito nel 2019 Burn These Pages, il quarto disco solista inciso dopo A New Century del 2013, All These Avenues e Ghost Of The Main Drag. In precedenza Doug aveva fatto parte del duo di blues acustico Hot Foot Delta.
Mileposts è stato inciso nello studio The Old Mill in California quasi in solitudine, con l’aiuto in quattro brani di Brandon Allen alla batteria e sporadici interventi di altri musicisti. Doug ha suonato chitarre, dobro, mandolino, organo, piano e basso oltre a cantare.
Le sette tracce si muovono tra cantautorato folk e Americana con influenze country e blues. Mileposts In The Rear View, composta durante un lungo viaggio, apre il dischetto con una chitarra twangy e un ritmo coinvolgente, seguita dalla scorrevole e rilassata The Ballad Of Early, che si avvale della fisarmonica di Gee Rabe, accompagnata da un divertente video animato e dalla ballata All The Lines On My Face. A World Without John Prine è uno dei brani migliori: un omaggio semplice e dolente al grande cantautore con inseriti nel testo titoli delle sue canzoni. Anche Old Crow si muove in ambito folk, rinvigorita dal violino di George Mason. Ci spostiamo su terreni più ritmati con la divertente e vivace Feels Like Texas, un blues da roadhouse cantato con voce appena sporcata, con Boris Bengin all’armonica e El Kabong al basso, mentre per la chiusura Doug propone il folk-rock Maybe I Just Won’t Go Home Tonight con un robusto assolo di chitarra.
Dischetto piacevole che non propone novità particolare e forse manca della necessaria intensità, MIleposts è un’uscita interlocutoria in attesa del nuovo progetto di Schmude, il trio di Americana Nine Volt Moon formato da qualche mese.

Paolo Baiotti

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