STEVE YANEK – Across The Landskape

Steve_Yanek_CD

STEVE YANEK
ACROSS THE LANDSCAPE
Primitive Records 2020

Originario di Youngstown in Ohio, proveniente da una famiglia che ha lavorato per generazioni nelle acciaierie della zona, Steve ha imparato a suonare la chitarra nell’adolescenza, guadagnandosi una discreta notorietà come artista solista nella regione dei Grandi Laghi. Appassionato del suono di CSNY, Jackson Browne, Eagles e James Taylor, si è trasferito a Los Angeles inserendosi nella locale scena folk nei primi anni ottanta. Pronto a esordire avendo un contratto e delle registrazioni effettuate a Nashville con il manager Derek Bowman, ha visto sfumare questa possibilità. Tornato in California, di fronte al cambiamento musicale portato dall’avvento di MTV, frustrato da un altro contratto saltato e consapevole di vivere in un modo poco “salutare”, ha rinunciato alla professione musicale, pur continuando a scrivere e ad aggiornare il suo studio di registrazione. Si è trasferito nella campagna della Pennsylvania, ha lavorato come falegname, nelle ferrovie, come ingegnere dei trasporti e imprenditore. Ha anche fondato una label indipendente, la Primitive Records, restando quindi in contatto con l’ambiente musicale, finchè gli è tornata la voglia di suonare e di registrare, esordendo con questo Across The Landscape, inciso nel corso degli anni e assemblato nel 2020. Si è fatto aiutare da Jeff Pevar, figlio e collaboratore di lunga data di David Crosby, che ha prodotto il disco e suonato la chitarra, chiamando altri esperti musicisti come il tastierista T Lavitz e il batterista Rod Morgenstein (entrambi già membri dei Dixie Dregs e di Jazz Is Dead) e la cantante Leah Kunkel, moglie del batterista Russ Kunkel e collaboratrice di Jackson Browne, Carly Simon e James Taylor.

Che l’influenza principale di Steve sia il cantautorato rock californiano venato di folk e pop con curate armonie vocali è evidente dallo scorrevole opener No One Said e dalla ballata Right In Front Of You in cui la voce dell’artista, non molto personale in altre tracce, sembra trovare il suo ambito ideale, richiamando non solo le influenze sopra citate, ma anche artisti più recenti come Neal Casal, con degli inserimenti calibrati della chitarra solista di Pevar. Nell’intima Emily’s Eyes, in cui si apprezza il mandolino di Jeff, i richiami a James Taylor sono evidenti, mentre il country-rock All I Ever Wanted potrebbe trovare uno spazio radiofonico (qualora le radio programmassero anche nomi meno conosciuti). Se la jazzata Quarter Moon c’entra poco con il resto del disco, I Could Drown torna ai canoni preferiti da Yanek con un raffinato lavoro di chitarra, prima di Dance With You che alza il ritmo e l’intensità e di Got To Hear You Say It che richiama il suono degli Eagles tra rock e country. Nel segmento finale di un disco che si lascia ascoltare senza scossoni spicca la ballata Safe Harbors impreziosita da un pregevole assolo di Pevar.

Paolo Baiotti

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