MOTORHEAD – Under Cover

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MOTORHEAD
UNDER COVER
Silver Lining 2017

Era inevitabile che una delle conseguenze della morte di Lemmy (28 dicembre 2015) e dello scioglimento dei Motorhead sarebbe stata l’uscita di pubblicazioni postume, come sempre avviene in questi casi. Per ora bisogna dire che la label e il management della band non hanno esagerato, limitandosi a Clean Your Clock, cd/dvd dal vivo tratto dall’ultimo tour del trio e a questo recentissimo Under Cover, che raccoglie undici covers della formazione britannica eseguite dall’ultima formazione, quella con Phil Campbell alla chitarra e Mikkey Dee alla batteria e quindi registrate nel periodo 1992-2015.

Alcuni brani si adattano alla perfezione al gruppo e in particolare alla voce di Lemmy che non ha una grande estensione ed è palesemente monocorde. Parlo di God Save The Queen (2000 da We Are Motorhead) che riafferma la parentela dei Motorhead con il punk, di Breaking The Law (2008, tratta da un tributo ai Judas Priest) e di una devastante Whiplash dei Metallica (2005, vinse un Grammy Award). Persino l’inedita Heroes, l’anthem di David Bowie (uno degli eroi del leader del gruppo) inciso nel 2015, non è affatto male, con la chitarra abrasiva di Campbell e una prestazione vocale sorprendente di Lemmy.

I Motorhead non si adattano ai brani che ripropongono, tendono ad applicare il loro trattamento incuranti dalla versione originale. Nella robusta ripresa di Starstruck (2014 dal tributo a RJ Dio, This Is Your Life) c’è l’aiuto alla voce solista di Biff Byford dei Saxon, tuttavia la versione non è indimenticabile. Rockaway Beach è un classico degli amici Ramones, ma la voce non è la più adatta ad eseguirla, mentre sorprendono i due brani dei Rolling Stones, Jumping Jack Flash (2001) e soprattutto Sympathy For The Devil (da Bad Magic del 2015). Hellraiser è un brano scritto insieme a Ozzy Osbourne e pubblicato su No More Tears dall’ex cantante dei Black Sabbath e su March Or Die dai Motorhead (questa versione è anche inserita nella colonna sonora di Hellraiser 3), Cat Scratch Fever la title track di un disco di Ted Nugent ripresa senza guizzi per March Or Die nel 1992. Manca all’appello Shoot ‘Em Down dei Twisted Sister (2001 dal tributo Twisted Forever) che non si distacca dallo stile della band, in particolare nel cantato, mentre la ritmica e il doppio assolo di Campbell si distinguono per la giusta attitudine.

Raccolta non imprescindibile che ha il pregio di riunire tracce sparse in dischi anche minori della band e in tributi di qualità alterna.

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