BEN GLOVER – The Emigrant

Ben Glover The-Emigrant[125418]

BEN GLOVER
THE EMIGRANT
Appaloosa Records 2016

Dell’irlandese Ben Glover del cui recente gruppo/progetto, gli Orphan Brigade, abbiamo parlato mesi fa e che abbiamo visto dal vivo in un eccellente performance al Giardino di Lugagnano-Vr, sempre benemerito per tutti i concerti che propone, abbiamo tra le mani The Emigrant suo lavoro in uscita in questi giorni per la Appaloosa .

Ben Glover che vive a Nashville, mette come spina dorsale del suo lavoro come evidenziato dal titolo appunto l’emigrazione, con un pugno di brani di cui sei tradizionali rivisitati, tre scritti assieme ad altri artisti corrispondenti ai nomi della Mary Gauthier, di Gretchen Peters e Tony Kerr mentre uno totalmente a sua firma. Tema questo che trae spunti sicuramente dalla situazione internazionale attuale e anche dal fatto che lui stesso essendosi spostato dall’Irlanda agli Stati Uniti ha vissuto questi cambiamenti con relative questioni di adattamento e burocrazia o problematiche da sostenere e risolvere. Infine da considerare che l’artista nordeuropeo ha tempo fa attraversato un periodo di notevole interesse riguardo la musica tradizionale irlandese e relative ballad-song folk delle sue parti. Tutto ciò a dato forma a questo album della durata classica degli lp di una volta, quaranta minuti circa.

Interessante nel suo background musicale il fatto che da giovanissimo già suonava e proponeva nel suo paese brani e ballate di Springsteen, Johnny Cash, Hank Williams, Dylan e quando per motivi universitari, studiava a Boston, era negli States lì proponeva pezzi della sua terra come canzoni dei Pogues o di Christy Moore; interessante interscambio che sicuramente deve avergli giovato parecchio nella sua formazione musicale. Alcuni anni fa, nel 2009, si è trasferito a Nashville ove si è molto interessato a certa cultura musicale americana che lo ha portato nel 2014 al suo album solista Atlantic nel quale è riuscito con notevole bravura a fondere sonorità diverse mescolandole in modo molto costruttivo e adesso con questo suo secondo lavoro porta avanti il suo percorso sonoro. Molteplici sono stati i pezzi di folk irlandese che Glover aveva selezionato e provato per questo progetto, pare oltre una quindicina mentre la title track The Emigrant è stato il primo puzzle composto per questo disco concepito in solitaria nelle campagne irlandesi e poi portato a compimento assieme alla Peters. Altri sette musicisti lo accompagnano in questo interessante viaggio prodotto da lui stesso assieme a Neilson Hubbard che nel disco suona basso, percussioni e piano e compagno con lui negli Orphan Brigade. Tra i pezzi proposti una scarna ma incisiva versione, ma molto più lenta, decisamente folk, di And the Band played Waltzing Matilda, che molti conoscemmo grazie ai Pogues. Disco molto bello e ricco di pathos, sentimenti e luminose parole, tra l’altro il libretto come era stato per il disco degli O. Brigade contiene anche la traduzione dei pezzi in italiano. Come dice giustamente l’artista “ A modo nostro siamo tutti alla ricerca del nostro posto nel mondo e proprio come gli emigranti desideriamo trovare pace e un senso di appartenenza dato da quella sicurezza di essere a casa. “ Quindi se a volte per cause di forza maggiore chi emigra trova una situazione più consona a un modo di vivere più sereno e tranquillo nel contempo perde quel filo che lo lega indissolubilmente al suo posto di piena e reale appartenenza. Comunque se conoscete lo splendido brano di Jonas Fjeld e Jim Sherraden che era in Danko-Fjeld-Andersen , eccellente disco del 1991 potete avere un’immediata idea di quello che significa e manifesta il disco di Glover che ci permettiamo vivamente di consigliare . La copertina è un particolare del bel dipinto The Crossing di Eamonn Higgins, scultore/pittore contemporaneo nordirlandese specializzato in sculture e quadri prevalentemente di animali.

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