JENAI HUFF – Color Wheel

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JENAI HUFF
COLOR WHEEL (Jenai Huff 2016)

Californiana di nascita, Jenai si è trasferita a New York dove si è integrata nella comunità dei cantautori folk. Lavora con una band chiamata The Core Four, formata da esperti musicisti locali: il produttore e tastierista Ben Wisch (ha vinto un Grammy per l’esordio di Marc Cohn), il cantautore Eugene Ruffolo (chitarra acustica e backing vocals), il chitarrista George Naha (coautore delle musiche con Jenai, esperto session man con Aretha Franklin, Donald Fagen, Roy Orbison e molti jazzisti), il bassista Zev Katz (James Taylor, Bette Midler, Donald Fagen…) e il batterista Chris Marshak (Steve Winwood, Bob Malone…). Ha esordito nel 2011 con Transitions, seguito due anni dopo dal mini album Grace & Elbow Greese e ora da Color Wheel. Jenai predilige le tonalità intime e tenui, che si adattano alla sua voce melodica, morbida, delicata, priva di aggressività e ai testi poetici prevalentemente basati su rapporti ed esperienze personali. La band costruisce un tappeto sonoro elettroacustico con un uso moderato della batteria e la prevalenza di atmosfere jazzate come nella romantica Where Did It Go?, rinforzata da un raffinato assolo di George Naha, perfetto per un’autrice che si ispira a nomi del passato come Carole King e Joni Mitchell. La difficoltà di porre fine a un rapporto viene raccontata con discrezione e toni eterei in Seconds And Inches e con malinconia in Now It’s Time, mentre l’avvolgente Out Of Nowhere descrive la nascita di un nuovo rapporto, Time Stood Still la sensazione unica di abbracciare il proprio bambino appena nato e la title track la forza data da un rapporto solido, con morbidi tocchi di piano e chitarra e backing vocals appena accennati. Alla lunga la prevalenza di tempi lenti e tonalità sommesse lascia una sensazione di ripetitività e di tedio, nonostante la raffinata cover di What’s Going On di Marvin Gaye aggiunga un pizzico di soul. Per fortuna il disco dura meno di 35’, ma qualche cambio di ritmo sarebbe stato gradito.

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