NATHAN – Nebulosa

nathan-nebulosa [32210]

NATHAM
NEBULOSA
2016 Ams Records distrib da btf

I Nathan band ligure del savonese nascono come tribute band principalmente dei Genesis anche se non hanno mai disdegnato proporre pezzi sia dei Supertramp che dei Pink Floyd.

Il cd gentilmente inviatoci per recensione non aveva note alcune di accompagnamento quindi un po’ brancolando nel buio cerchiamo di dare luce e visibilità a questo gruppo che con l’ascolto di Nebulosa ci ha letteralmente entusiasmati.

Con l’audizione attenta di questo album possiamo assolutamente dire che il gruppo si sia lasciato alle spalle il lato semioscuro della cover band per passare ad un disco a loro firma, sono 12 brani di solida fattura caratterizzati dalla voce piacevole e limpida del cantante Bruno Lugaro; non sempre nel prog nostrano le voci sono direttamente proporzionali alle note musicali, qua invece si parte benissimo sia in questa direzione che con le note del primi due pezzi, La notte prima/Diluvio ove le tastiere di Piergiorgio Abba, la chitarra di Daniele Ferro e la batteria di Fabio Safilippo si intrecciano in modo profondamente denso e liquido di suoni accattivanti ed avvincenti. La produzione del lavoro è anch’essa a cura del gruppo. Il terzo brano, Nebulosa che da il titolo al cd ci fa capire data la consequenzialità delle vicende che trattasi di un concept, caratteristica consueta negli album degli anni settanta poi divenuta alquanto desueta e ultimamente ritornata piacevolmente in auge. In Io resto qui, quarta traccia, interessantissimo e suggestivo lavoro alle tastiere. Le vicende narrate da questo appassionante ed avvincente album ci parlano della totale migrazione di un popolo da un mondo all’altro alla spasmodica e necessaria ricerca di acqua. Partendo quindi da un pianeta che ha ormai esaurito le sue risorse idriche si viaggia appunto alla ricerca di una soluzione, un pianeta vivibile con tutte le ovvie caratteristiche necessarie e Nebulosa è una specie di cometa/maga/veggente/condottiera, non si capisce bene se immaginaria o effettivamente reale che mostra il percorso alla comunità o popolo. Non è dato sapere quanto numerose siano queste maestranze in viaggio, Tragitto che detti viaggiatori debbono percorrere nel loro affannoso cercare. Nel profondo/La coltre viola possono portare alla memoria, in special modo la seconda, echi del passato genesiano/gabriellano e nel loro incedere sono oltremodo suggestive e cariche di pathos progressivo. Il gruppo si caratterizza rispetto ad altri nostrani dello stesso genere per la pulizia dei suoni, la bellezza della voce e la capacità di lasciarsi ascoltare con attenzione e senza che nulla sia fuori posto potendo quindi fuorviare l’ascoltatore, pregio questo che ci fa deputare questo lavoro non solo degno d’esser ascoltato ma foriero d’esserlo in un contesto idoneo come il prestigioso Premio Tenco che potrebbe in questa occasione aprirsi a soluzioni sia interessantissime che leggermente diverse. A ferro e fuoco è sapientemente e vivacemente dipinta dal piano di Marco Milano e dalla risoluta chitarra di Ferro che dettano tempi splendidi. Volendo ci si possono leggere reminescenze di un progressive passato, qualcosa potrebbe rimandare alle migliori Orme o alle pagine più intense dei New Trolls, ma i Nathan in questo album sono soprattutto se stessi con una forza, una vitalità invidiabili ed incredibili e il loro viaggio e quello dei loro protagonisti marciano in simbiosi perfetta con una comunanza di suoni ed intenti strepitosi. Splendida Il Tempo dei Miracoli, forse la pagina più suggestiva dell’album con tappeti sonori di fulgida bellezza e massimo coinvolgimento per l’ascoltatore. L’Attesa, ricca di tastiere importanti e di un testo decisamente avvincente è ulteriore frammento di sapida bellezza, qua lo stile volendo, potrebbe ricordare i primi Delirium, quelli con Fossati. Nei tre brani conclusivi il Fiume sa/Comandava il Vento/Quando Volo, alquanto genesiana la prima, il viaggio si avvia a giungere al termine e la Nebulosa apportatrice di luce, cooperazione e sostegno ha esaurito il suo compito.

E’ solo inseguendo l’Ignoto che il nostro sangue palpita di vita! Un grande album che esalta certa nostra musica magnificamente ed in modo esaltante.

Tra lo spettrale e l’horrorifico l’eloquente copertina. Disponibile anche in vinile.

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