Frattaglie di (puro) vinile…10
…A venti (più uno, per la verità) anni dalla sua pubblicazione, riedizione “deluxe” dell’ultimo capolavoro dei Cure più decadenti (ma sarebbe meglio dire dei Cure…e basta), lo splendido “Disintegration” del 1989. Doppio vinile 180 gr. rimasterizzato dai nastri originali di Robert Smith (e, una volta tanto, si sente…) con l’aggiunta dei due brani presenti all’epoca, per ragioni di spazio, solo sull’edizione in CD, “Homesick” e “Untitled”…
…salutiamo con una lacrimuccia il ritorno della mitica label tedesca Glitterhouse alle pubblicazioni in vinile…ne sono un (ottimo) esempio recente, gli ultimi album di Woven Hand “The Threshingfloor” e Dirt Music “BKO”, oltre ai Lilium di “Felt” o al Jeffrey Lee Pierce Session Project di “We Are Only Riders”. Era più o meno dai tempi dei Nirvana (la Glitterhouse, lo ricordiamo, curava la distribuzione europea dei dischi della Sub Pop) che non giravano manufatti vinilici con il logo dell’etichetta di Beverungen…
…bellissima edizione in doppio vinile dell’ultimo, ottimo album dei The National, “High Violet”. Oltre a quella canonica, una serie limitata in vinile color -non potrebbe essere altro- viola. Davvero molto buona la resa sonora, merito anche della scarsa compressione dei solchi in poco più di quarantasette minuti di musica suddivisi in quattro facciate. Artefice di tutto ciò è la mitica 4AD, che sembra tornare prepotentemente in voga…
…molto curiosa l’edizione in vinile che la Temporary Residence ha approntato per il nuovissimo album del duo folktronico dei The Books. Doppio album con l’ultima facciata “incisa”, ma non nel senso canonico del termine, e, soprattutto, con un gran numero di sticker adesivi attraverso i quali il titolo è stampato con differenti composizioni cromatiche. Alla fantasia del possessore l’ardua scelta e la minuziosa opera di composizione del titolo in copertina…
…la 4 Men With Beards ristampa in vinile pesante 180 gr. il primo seminale album dei Radio Birdman “Radios Appear” nella “overseas version”, ovvero nella stampa approntata dalla Sire nel 1978 per il mercato inglese e americano dopo la pubblicazione della prima versione, dal medesimo titolo ma con copertina diversa, sul mercato australiano l’anno precedente. Qualche piccola variazione anche nella scaletta, priva di classici quali “Love Kills”, “Monday Morning Gunk” e la fulminante cover della stoogesiana “T.V. Eye”, ma con cinque brani di caratura non inferiore altrimenti inediti: “What Gives?”, “Non Stop Girls”, “Aloha Steve And Danno”, “Hit Them Again” ed un’incredibile cover di “You’re Gonna Miss Me” dei 13th Floor Elevators…
…Plain Recordings invece si cimenta nella riedizione in doppio vinile pesante 180 gr. di un classico assoluto del rock indipendente degli anni novanta, “Ladies And Gentlemen We Are Floating In Space” degli Spiritualized dell’ex Spacemen 3 Jason Pierce, edito in origine nel 1997 dalla Dedicated, che ne approntò anche all’epoca una rarissima stampa in doppio album. Un disco che ai tempi fece meritatamente sfracelli fra pubblico e critica, con buona pace dell’invidiosissimo ex socio Sonic Boom…
…Dalla storica Recommended Records, un eccezionale programma di ristampe, limitate, in puro vinile 180gr. Con la serie “Classic Reissues”, riscopriremo le discografie di Henry Cow, Art Bears, Faust, Slapp Happy, Amm, This Heat, The Work… dagli anni settanta, il summa della più intensa stagione del rock sperimentale europeo.
Gruppi storici e musiche altamente raccomandate, torneranno finalmente a risuonare, attraverso la vibrazione del loro supporto originario. La prima serie di pubblicazioni include il celeberrimo “The Faust Tapes”, il terzo e per certi versi più geniale album dei folli sperimentatori di Wumme, edito in origine nel 1973 dalla Virgin e costituito da 26 più o meno lunghi frammenti “cuciti” fra di loro in un’unica composizione di tre quarti d’ora. L’album più venduto dei Faust, anche grazie ad un abile strategia promozionale della label che lo vendette all’epoca a 49 pence, più o meno il prezzo di un singolo. Tocca poi a “Hope And Fears”, il primo album del 1978 degli Art Bears, band emanazione diretta degli Henry Cow costituita da Chris Cutler, Dagmar Krause e Fred Frith a mezza strada fra sperimetazione e forma canzone. Non ha invece bisogno di presentazioni la, per il momento, terza produzione, ovvero il primo omonimo album degli Henry Cow, altrimenti noto come “Leg-End”, edito dalla Virgin nel lontano 1973. Gli Henry Cow, che in questa formazione erano costituiti da Fred Frith, Chris Cutler, Tom Hodgkinson, Geoff Leigh e John Greaves, rappresentarono il perfetto trait d’union fra la scena di Canterbury ed il mondo utopico e radicale del cosiddetto “Rock In Opposition”…
”Questa musica fu concepita per il vinile, ovvero, fu equalizzata per ricevere il meglio, attraverso un sistema riproduttivo analogico, alimentato da vibrazioni fisiche…
Tra trent’anni, molti cd, hard discs e ipods, saranno, talmente sorpassati, o così danneggiati, da non poter più funzionare, mentre questi LP, continueranno a mantenere salvo il loro contenuto, per secoli…”
(Chris Cutler)
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