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THE GOTHIC COWBOY – Melvin Litton

di Paolo Baiotti

4 aprile 2021

The-Gothic-Cowboy-Bare-Bones

THE GOTHIC COWBOY – MELVIN LITTON
BARE BONES
Autoprodotto 2020

E’ un ascolto impegnativo quello di Bare Bones, un quadruplo cd in cui Melvin Litton ha raccolto 56 brani acustici registrati tra il ’78 e l’84 in un registratore a cassetta portatile quando l’artista era in quella fase della carriera in cui si stata rendendo conto che avrebbe dovuto cercare un vero mestiere per nutrire la propria famiglia. Sono divisi per affinità e argomento in quattro parti: Chance, Folly, Desire e Dream. Il digipack aperto in quattro parti è illustrato da disegni del musicista, nato nel 1950 in una fattoria sulla riva di un torrente in una cittadina del Kansas. Entrato nell’accademia aeronautica americana nel ’68, ma fuggito poco dopo quando ha capito che l’amore per la musica superava quello per il volo, ha iniziato a suonare nei bar con il soprannome di The Gothic Cowboy proseguendo in questo modo per un ventennio girando vari stati americani e il Canada, finchè è tornato in Kansas dove ha formato The Border Band con il chitarrista Randy Holden e il batterista Dave Melody. Hanno suonato insieme per molti anni incidendo cinque album, ma nel 2016 ha deciso di chiudere con il gruppo tornando ad esibirsi come The Gothic Cowboy oppure in duo con Mando Dan Hermreck. Insieme hanno pubblicato il doppio Berween The Wars nel 2019, un disco di Americana secco ed essenziale con testi e musiche riferite alla tradizione folk, di cui ci siamo occupati alcuni mesi fa (Late For The Sky » Blog Archive » THE GOTHIC COWBOY – Between The Wars), seguito da questa raccolta con la quale l’artista guarda al passato, ripescando del materiale che giaceva in cantina o in soffitta. Non bisogna dimenticare che Melvin è anche uno scrittore: ha pubblicato tre romanzi e due raccolte di poesie, oltre a racconti su riviste e giornali e ha lavorato per anni come falegname.
Bare Bones non può che essere un disco scarno e minimale, una sorta di biografia musicale che richiede pazienza e disponibilità all’ascolto, di folk classico come Jaloeb Corley o Whistle Bird, influenzato dal blues come Victrola Blues o dal country tradizionale come l’ironica Dry County Yodel, quattro brani estratti dal primo disco. Melvin ha una voce da artista folk discretamente estesa e uno stile chitarristico che non concede spazio ai virtuosismi. I riferimenti sono quelli di ogni folksinger: da Leadbelly a Dylan, da Jimmie Rodgers ad Hank Williams. Sul secondo cd spiccano Forsake Me Not influenzata dalla scrittura di Eric Andersen e la drammatica Prairie Ballad, sul terzo Red Rose Blues e My Lady Been Gone, mentre sul quarto l’apertura di Gypsy Fire, la delicata Ode To Red Rover e Blue Sky’n Roses sembrano avere qualcosa in più.
Sul sito www.borderband.com ci sono i testi di ogni canzone di questo quadruplo, come del doppio Between The Wars.

Paolo Baiotti

THE GOTHIC COWBOY – Between The Wars

di Paolo Baiotti

18 giugno 2020

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THE GOTHIC COWBOY
BETWEEN THE WARS
Melvin Litton 2019

Per molti anni il cantautore e chitarrista Melvin Litton, canadese da tempo residente in Kansas, ha guidato il quartetto The Border Band, pubblicando cinque album e suonando in ogni angolo d’America. Melvin è anche uno scrittore: ha pubblicato tre romanzi e due raccolte di poesie, oltre a racconti su riviste e giornali. Ha lavorato come falegname, alternando la professione alla scrittura e alla musica che da qualche anno sono diventate la sua principale occupazione.
Lasciata a riposo la band dopo 20 anni di attività, si è cimentato in un altro ambizioso progetto: un doppio album di Americana acustico con testi e musiche riferite alla tradizione folk, raccontando episodi di vita, eventi drammatici, storie ispirate da testi di artisti come Leadbelly…un insieme di canzoni che sembrano fatte per essere ascoltate all’ombra di un albero in un pomeriggio assolato oppure intorno a un fuoco in una prateria sconfinata. Si è fatto aiutare da Dan Hermreck al mandolino e alla voce (con il quale suona spesso in duo), da Til Willis all’armonica e da Jeff Jackson al basso, determinanti nell’assicurare una certa varietà al disco, limitato dalla voce sporca, un po’ monotona e ripetitiva di Melvin.
Tra i brani del primo cd spiccano l’opener Border Blues che può ricordare la scrittura di Townes Van Zandt, la drammatica Caspion & The White Buffalo, ispirata da un articolo di giornale del 1894 sulla caccia al bisonte (è anche il titolo di un suo libro), con un notevole lavoro del mandolino, le murder ballads Pretty Mary e Cold Ohio City con un prezioso accompagnamento di armonica e mandolino e la title track che racconta le vicende di una generazione di soldati gettati allo sbaraglio. Dal secondo cd citerei Montana Bound ispirata da un libretto del 1903, Help My Crossover in cui si apprezza l’armonica di Willis, il lungo a asciutto blues Murder Of Bob Rose, la terza murder ballad tratta da una storia vera raccontata a Melvin dalla mamma e Creek-Bank Ghetto Boys.
Between the Wars è un disco impegnativo, forse troppo lungo, da ascoltare con calma, ispirato dalla tradizione dei grandi storytellers, da Leadbelly a Guy Clark, da Townes Van Zandt agli inevitabili Dylan e Young.