SURRENDER HILL – A Whole Lot Of Freedom
di Paolo Baiotti
3 marzo 2021
SURRENDER HILL
A WHOLE LOT OF FREEDOM
Blue Betty Records 2020
Prima di unire le rispettive forze e di formare il duo Surrender Hill, Robin Dean Salmon e Afton Seekins Salmon hanno sviluppato esperienze soliste più o meno soddisfacenti. Il primo, cresciuto in Sud Africa e tornato in Texas quando la sua famiglia acquistò un ranch, ha assorbito la tradizione di Bob Wills e Marty Robbins mischiata con il punk dei Sex Pistols e dei Clash. Ha formato la band See No Evil con la quale si è spostato a New York dove ha firmato per la Sony, ma dopo avere affrontato problemi di ogni tipo è tornato alla musica delle radici avvicinandosi all’alternative country e conoscendo la futura moglie Afton. Dal canto suo la ragazza, cresciuta tra l’Alaska e l’Arizona, è diventata coreografa di successo a New York, ma non ha resistito al richiamo dell’ovest ed è tornata in Arizona per approfondire le sue doti di scrittura.
Il duo ha esordito nel 2015 con l’omonimo album seguito due anni dopo da Right Here Right Now e nel 2018 da Tore Down Fencies, un disco di roots rock intimo e personale nei testi, nel quale hanno cercato di spiegare i momenti positivi e negativi di una relazione tra due artisti, mentre nei precedenti album emergevano gli aspetti dell’innamoramento e della prima fase di un rapporto interpersonale. Nel 2019 è uscito Honky Tonk, un disco rilassato di country tradizionale che si distacca dai precedenti.
A Whole Lot Of Freedom ribadisce le radici country con venature pop e rock, come si evince dalla title track che apre l’album. Robin è la voce principale (profonda, morbida, melodica, con accenti soul): suona chitarra, piano, armonica, mandolino e dobro. Afton lo affianca alla voce solista e suona le percussioni. La band comprende Matthew Crouse alla batteria, Jonathan Callicutt alla chitarra, Wyatt Espalin al violino e Tom Crawford all’armonica. Il disco è stato registrato in Georgia nello studio di famiglia Blue Betty dallo stesso Salmon.
Il melodico e raffinato western sound di Turn This Train Around e le ballate Winter’s End (cantata da Afton) e Carry On confermano le impressioni positive, ribadite dal mid-tempo Broken Down Car e dall’intima Beautiful Wren, dedicata alla figlia. Si apprezzano le melodie vocali della coppia, molto affiatata anche dal punto di vista musicale, nella delicata Healing Song, nel roots rock Wanderer o nella storia di un pusher raccontata in The Ballad Of Rebel Wingfield che chiude un disco che, pur essendo il frutto della scrematura tra ben 36 canzoni che si sono ridotte a 18, risulta troppo lungo e con uno squilibrio eccessivo a favore della voce solista maschile.