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IAN HUNTER – Defiance part.1

di Paolo Baiotti

6 maggio 2023

defiance

IAN HUNTER
DEFIANCE PART 1
SUN/BLUE CAT 2023

Ian Hunter è nato il 3 giugno del 1939 in un paese dello Shropshire ai confini con il Galles. Quindi sta per compiere 84 anni, ma sembra impossibile ascoltando la freschezza e l’energia che si percepiscono dal suo nuovo album Defiance Part 1 (il che lascia presumere una seconda parte tra qualche tempo), nonchè la sua voce arrochita al punto giusto. Il cantante inglese, già leader dei Mott The Hoople negli anni settanta e poi titolare di una carriera solista di assoluto valore, aveva pubblicato nel 2016 Finger Crossed, seguito da un tour nel 2019 interrotto per problemi di udito. Ora torna con un disco pieno di ospiti che testimoniano il rispetto (pienamente guadagnato) di cui gode nell’ambiente musicale. Non siamo ai livelli di Man Overboard del 2009, del precedente Shrunked Heads o del successivo When I’m President, ma non ne siamo neppure così lontani e, pensando anche all’età dell’artista, non si può che essere soddisfatti di questa manciata di canzoni che scorrono veloci e senza intoppi. E non è solo merito degli ospiti che sicuramente contribuiscono, ma non sono decisivi quanto la voce e la scrittura di Ian, coadiuvato alla produzione da Andy York con il quale ha ricreato dal 2001 un rapporto di collaborazione paragonabile a quello con il grande chitarrista e amico Mick Ronson e dalla sua Rant Band.
In questa occasione Ian predilige tracce ritmate, divertenti e trascinanti, più disimpegnate che in passato come Defiance in cui si inserisce la solista di Slash, il nostalgico singolo Bed Of Roses che ricorda i tempi dello Star Club di Amburgo, nel quale è affiancato da Ringo Starr alla batteria, Tony Shananan al basso e Mike Campbell alla chitarra, il vibrante rock and roll Pavlov’s Dog e la pianistica I Hate Hate che ricorda gli Hoople (presente anche in una seconda versione nascosta). Non male anche il mid-tempo No Hard Feelings con Jeff Beck in una delle sue ultime partecipazioni e la slide di Johnny Depp, mentre sul versante delle ballate, da sempre un punto di forza della scrittura di Hunter, è d’obbligo citare Guernica, traccia politica nel testo di grande intensità in cui rispunta l’ex Heartbreaker Mike Campbell insieme a Joe Elliott, cantante dei Def Leppard, grande fan e sostenitore di Ian, mentre convince meno la scontata Angel nonostante le partecipazioni di Taylor Hawkins, Duff McKagan, Waddy Wachtel e Brad Whitford. In chiusura la zampata dell’energica This Is What I’m Here For con un testo che vuole riaffermare il suo ruolo (When I was thirty I was over the hill/Fifty years later I still kill) con Hawkins, Wachtel e Elliott dimostra che il ragazzo di Oswestry non è ancora pronto ad appendere la chitarra al chiodo. Non ci resta che attendere con fiducia la seconda parte di questo progetto.

Paolo Baiotti