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CARRINGTON MC DUFFIE – I’m The One

di Ronald Stancanelli

5 maggio 2020

Carrington McDuffie I'm the One[158]

CARRINGTON MC DUFFIE
I’M THE ONE
EP 2020 Ponty Head Records

Ancora una volta Carrington Mc Duffie ci regala un breve lavoro a mezzo tra album ed EP molto incisivo ove il suo rock urbano molto accattivante, pregno di gran ritmo e palesemente veloce come un auto in corsa scorre e risulta vincente. Artista qua da noi praticamente sconosciuta ma da New York ove proviene, non ci permettiamo dire sia un artista di nicchia o di culto, ma molto brava si e con un suo santissimo seguito che gremisce ogni locale ove è si esibisce. Solo cinque brani ancora una volta tutti a sua firma e prodotti anche da lei stessa che con il loro ritmo sincopato cattura totalmente l’attenzione dell’ascoltatore. Noi la conosciamo per quattro lavori, tutti regolarmente recensiti precedentemente qua ma saremmo curiosi di coglierne gli aspetti live poiché siam sicuri che la signora dal vivo sia veramente uno spettacolo o come diciamo noi a Genova dia il bianco.

Artista completa che si destreggia tra musica, canto, poesia e spazia nel suo universo musicale tra blues, jazz, rock in questo ultimo album si orienta sul versante roccheggiante con Tim Galloway alle chitarre, David Dorn al synth, Tim Denbo al basso, Grady Saxman alla batteria e percussioni e con Jimi Tunnell seconda voce nella splendida sweet ballad alla Southside Johnny I See You in my Dreams. Molto bella la title track ondulata come un ottovolante mentre ritmi e velocità come su una giostra nell’ottima Glasgow. Cavalcata notturna intrisa di lirismo seducente la bellissima The Way you were mine. Musicisti tutti diversi, rispetto ai primi quattro brani, in Because I couldn’t have you con sincopatissimo ritmo pennellato di retaggi reggae. Eccellente pezzo da singolo.

Album breve ma intenso e molto bello, ormai ci siamo affezionati a questa sconosciuta artista e ci piace tanto questo suo lavoro inciso nel Tennessee con una foto di copertina della songwriter decisamente intensa e dai tratti energici. Anzi le foto di copertina sono due poiché la copia che abbiamo noi ha una foto differente dal cd che troviamo in rete su siti americani. Molto rock woman quella che ci è arrivata e un po’ insipida con un disegno alle sue spalle quella trovata in rete. La cosa strana è che quella del cd in nostro possesso non l’abbiamo trovata in nessuno di tutti i siti visitati !!!! E’ artista che vivamente consigliamo . Non si può restare indifferenti a un quarto cd che ci ha colpito favorevolmente come era successo con i tre precedenti.

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CARRINGTON MACDUFFIE – Rock Me To Mars

di Ronald Stancanelli

28 marzo 2018

MacDuffie Rock me Mars[702]

CARRINGTON MACDUFFIE
ROCK ME TO MARS
2017 Pointy Head Records

Carrington MacDuffie, l’artista di New York, che recensimmo con piacere tempo fa è tornata dopo tredici mesi con un nuovo, seppur breve, lavoro. Proprio oltre un anno fa avevamo parlato positivamente del suo Crush on You, bissato adesso dopo quattordici mesi da Rock me to Mars, album che è notevolmente caratterizzato dalla sua title track, piacevolissimo ed orecchiabile sincopato brano folk/pop che una volta sarebbe stato un eccellente 45 giri. Segue la roccheggiante e solare Because I couldn’t have you con leggera infarinatura pezzata, notevole pezzo di gran ritmo. Come l’anno sorso nel quale il suo album minimale proponeva solo cinque pezzi ci troviamo tra le mani un dischetto di soli sei brani ma come la precedente volta anche in questa occasione sono tutti piacevoli e ben eseguiti. Better than Way segue una miscela di folk acustico diremmo da camera tanto edulcorato e tanto classico nella sua schietta semplicità. Lay Down and Let Go è caratterizzato da un suono simil moog e si potrebbe collocare a cavallo tra funky, prog ed elettronica, può ricordare una progressiva Ani Di Franco mentre Sweet Young Thing, cover da C.King/G Goffin/M.Nesmith ripercorre i canoni classici del cantautorato con la chitarra elettrica da lei suonata che detta i tempi ed è pure questo brano di semplice orecchiabilità che resta impresso al primo ascolto, pur se non si conosce l’originale. Lei oltre alle chitarre si cimenta al piano e all’ukulele aiutata da Rob Halverson al basso, synth organo, piano, percussioni e chitarra; da Daniel Jones e Thor Harris alla batteria e da Paul Klemperer al sax. Brava e bella artista, che ricorda pur se in versione capelli neri molto Sharon Stone e ci regala un dischetto dai contenuti intensi ed inebrianti prodotto da Halverson che si chiude con Come for Me, lancinante ballata minimale ma di grandissimo effetto ed impatto. Molto bello, sicuramente non una sorpresa considerando quanto ci aveva affascinato anche il suo precedente lavoro.
Molto meglio la back cover che la front cover clone quasi spudorato di un vecchio album di Roger Mc Guinn.

CARRINGTON MACDUFFIE – Crush On You

di Ronald Stancanelli

18 gennaio 2017

CARRINGTON MACDUFFIE[162]

CARRINGTON MACDUFFIE
Crush On You
2016 Pointy Head Records

Carrington MacDuffie, artista di New York, più che una cantautrice è una sorta di poeta e narratrice di poesie, racconti, insomma una splendida voce narrante. Curiosamente assomiglia fisicamente in modo notevole a una cantautrice bravissima che conoscemmo anni fa e della quale abbiam da tempo perso le tracce, Suzanne McDermott. LaMac Duffie che pare essersi specializzata in Ep, ma da quel che ci è dato sapere di lei la musica ed il cantautorato non sono la sua ragione di vita, ne propone appunto uno di cinque brani a lei ascritti realizzato in Texas ad Austin. Il suo è un genere che possiamo inserire in uno scomparto tra l’alternative country urbano ed il jazzy/ folk blues notturno, rischiarato da luci al neon forti e intensamente cromatiche e contraddistinto da una voce solida che sta a mezzo tra Lucinda Williams e Shawn Colvin. Non sappiamo se la sua professione sia quella di poeta, artista, cantautrice, lettrice o se faccia altro nella vita considerando questa sua parte meramente un momento hobbistico della sua esistenza fatto sta che in questo breve dischetto la protagonista suona chitarra elettrica ed acustica, ukulele, e pianoforte facendosi aiutare da Rob Halverson ai synt, chitarra, basso, tastiere e percussioni, da Dony Wynn alla batteria, e ancora percussioni e da Paul Klemperer al sax baritono. Il disco nonostante sia stato realizzato ad Austin ha un impronta molto metropolitana con un suono decisamente newyorkese alla P J Harvey. Notturno, scarno ed molto seducente.. Crush on You il titolo del dischetto che nulla a che vedere con Springsteen e vaporosa la foto di copertina