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BARBARA BLUE – Memphis Blue/Sweet, Strong & Tight

di Paolo Baiotti

8 aprile 2016

barbara blue [665]

BARBARA BLUE
MEMPHIS BLUE – SWEET, STRONG & TIGHT
Big Blue Records 2014

Se passate a Memphis (non una brutta idea se si ha la possibilità di farlo), un giro per Beale Street, la strada del blues, è d’obbligo. Tra i locali della via al n. 183 noterete un pub di stile irlandese, il Silky O’Sullivan’s. Questo è il regno di Barbara Blue, cantante originaria di Pittsburgh che si è trasferita a Memphis nel ’97 ed è diventata un’istituzione cittadina, tanto da essere considerata la regina di Beale Street. Giunta al decimo album indipendente, Barbara ha deciso di registrare nei Royal Studios con la produzione di Lawrence Boo Mitchell, proprietario degli studi che ha lavorato con Al Green, Solomon Burke, Rod Stewart, William Bell…non proprio un pivello, nonché figlio di Willie Mitchell, musicista, produttore e discografico di primo piano della scena locale. Ha utilizzato The Royal Rhythm Section, la band dello studio (un po’ come la famosa sezione dei Muscle Shoals) guidata da Charles Hodges alle tastiere e la Royal Horn Section, con la partecipazione di alcuni ospiti che citerò in seguito, scegliendo prevalentemente brani di artisti locali più o meno conosciuti. Memphis Blue è un ritratto della musica cittadina: una miscela di blues, soul, rhythm and blues, funky, gospel e country piacevole e accattivante, interpretata dalla voce allo stesso tempo potente e melodica di Barbara ed eseguita con classe da musicisti di prima qualità. Il jump blues di Hands Off, composto da Jay McShann, apre il dischetto, con un brillante intervento dell’armonica di Bobby Rush, seguito dalla scattante No Time To Cry, illuminata dalla chitarra di Ronnie Earl. Il disco alterna tracce ritmate come Rudy’s Blues e Voodoo Woman profumata di zydeco con Cody Dickinson al washboard e Sonny Barbato alla fisarmonica a tracce riflessive quali lo splendido country-gospel Me And Jesus e Coat & Hat, nella quale riappare la fisarmonica. Altri brani richiamano più chiaramente lo stile cittadino, dalla ritmata Rollin’ Up On Me con un assolo calibrato di Earl e il piano scorrevole di Barbato all’errebi Love Is After Me, scritta da David Porter e Isaac Hayes. Nella parte finale del disco spiccano il blues sporco Sweet, Strong & Tight, la ballata soul I’m Gonna Tear Your Playhouse Down cantata in modo splendido, irrorata dalla sezione fiati e da un organo avvolgente e 800 Mile Blues, scritta ed eseguita da Barbara e Ronnie Earl, un country-blues acustico che chiude in modo elegante un disco di pregio.