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Kevin Kastning, Sàndor Szàbo & Balàsz Major – Ethereal IV

di Paolo Crazy Carnevale

27 gennaio 2021

Ethereal IV cover

Kevin Kastning, Sàndor Szàbo & Balàsz Major – Ethereal IV (Greydisc 2021)

La collaborazione tra il chitarrista ungherese Sàndor Szàbo e quello americano Kevion Kastning è cominciata pochi anni fa, quando entrambi già parecchio affermati nel loro ambito musicale, quello della ricerca e dell’esplorazione di nuove sonorità hanno deciso di unire le forze per un disco in duo. Per quanto solitamente iimpegnato come chitarrista acustico, l’ungherese per queste collaborazioni, così come per un’altra serie di produzioni (composta a sua volta di ben nove dischi) si occupa di svariate chitarre elettriche, mentre l’americano si detreggia con una chitarra speciale a trenta corde che sembra un’arpa. Con loro c’è poi il percussionista Balàsz Major, fedele collaboratore si Szàbo.

Il connubio è nato nel 2018 all’indomani di un tour acustico di Szàbo, un tour con artisti di caratura internazionale tra i quali figurava anche Kastning, un tour che però lo aveva lasciato insoddisfatto, il fatto di lanciarsi in questa nuova avventura con Kastning si rivelò invece subito una sfida stimolante proprio per la sua diversità dalla routine del tour.

Il disco è stato registrato il 15 maggio di quell’anno in una serie di sedute che nel giro di una giornata hanno fruttato una più dischi, in duo o trio (il primo uscito nel 2019 col titolo di Kisnaros, dal nome della città nella cui concert hall, a porte chiuse, si sono tenute le sedute) tutti basati su una forte improvvisazione di non certo facile assimilazione o digeribilità.

Una cosa, se ci è concesso dirlo, molto per addetti ai lavori e poco per il pubblico.

Una cosa che però ha però evidentemente soddisfatto parecchio i musicisti, per via della possibilità di agire e suonare in totale libertà, nonostante l’americano avesse a disposizione solo la chitarra con le trenta corde, unico strumento portato in Europa Ungheria per il tour antecedente le sedute di registrazione.

Il disco, si compone di sei tracce, di lunghezza oscillante tra i cinque e i nove minuti, tutte all’insegna di una musica spaziale e sperimentale rigorosamente strumentale e senza schemi. A nostro giudizio eccessivamente ardita.