DOUG COLLINS & THE RECEPTIONISTS – Too Late At Night

Doug-Collins

TOO LATE AT NIGHT
Autoprodotto 2022

Abbiamo scritto di Doug Collins nel 2019 in occasione della pubblicazione di Good Sad News. Dopo tre anni, superato il periodo della pandemia, Doug torna con Too Late At Night che mantiene lo stesso stile del predecessore. Considerato uno degli autori più interessanti dell’area di Minneapolis, ha esordito nel 2013 con Those Are The Breaks seguito da due mini-album. Il suo quartetto dei Receptionists è completato dal basso di Charlie Varley e dalla batteria di Billy Dankert, ai quali si è aggiunta la pedal steel di Randy Broughten, mentre la produzione è nuovamente affidata a Rob Genadek. Doug scrive canzoni semplici, orecchiabili e melodiche, con echi degli anni cinquanta, pop di beatlesiana memoria e influenze country accentuate dalla presenza della pedal steel. Si possono prendere come riferimenti Buddy Holly, Hank Williams, Nick Love e Roy OrbiDOUG COLLINS & THE RECEPTIONISTSson con l’aggiunta di Merle Haggard e Bob Wills, con particolare attenzione ad un suono vintage, scorrevole e ballabile, sostenuto da una voce chiara e melodica.
Tracce come il country Sunday Afternoon, la scattante Drinkin’ Again (perché le radio non trasmettono più brani come questo?), la latineggiante Mexico Mo., Wish I Still Cared percorsa dalla pedal steel e Three Waves sono esempi di brio, melodia e freschezza, alternati a ballate come la romantica Stay The Same, l’evocativa Mama’s Shoes e il valzer country One Thing In Common.
Un amabile dischetto estivo completato adeguatamente dall’accativante melodia di Hardest Part.

Paolo Baiotti

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