Stephan Thelen – Fractal Guitar 2

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Stephan Thelen – Fractal Guitar 2 (Moonjune 2021)

Il chitarrista svizzero Stephan Thelen, leader dei Sonar, aveva pubblicato il primo capitolo di questo suo progetto dedicato ai suoni chitarristici nel 2019, ora a due anni di distanza ecco la seconda parte, Fractal Guitar 2, in cui come in precedenza Thelen si avvale delle collaborazioni di illustri colleghi della sei corde.
Il risultato è assolutamente molto interessante, soprattutto se siete degli appassionati di musica prog strumentale e sperimentale, non solo, l’impressione è anche che il disco sia più riuscito rispetto al suo predecessore e più immediato nell’impatto sonoro. Thelen oltre che delle chitarre si occupa della programmazione, dei synth e di tastiere varie, mentre come band d’appoggio troviamo il bassista dei Dixie Dregs Andy West (laddove c’è un basso) e le percussioni di Manuel Pasquinelli (compare di Thelen nei Sonar), Andi Puppato e Andy Brugger. Ovviamente però a far a parte dei leoni sono le chitarre e oltre a Thelen, come si diceva è coinvolto un esercito di colleghi, ognuno specializzato in sonorità e stili diversi.
Le session iniziali risalgono alla fine del 2019, poi causa pandemia sono proseguite in maniera virtuale; ad aprire il disco c’è un omaggio a quella musica cosmica molto popolare soprattutto nei paesi d’Oltralpe negli anni settanta, il cosiddetto krautrock, e non a caso il titolo della composizione è Cosmic Krautrock. Oltre a Thelen ci sono qui Jon Durant, l’onnipresente Markus Reuter, David Torn, Stefan Huth e Bill Walker.
Nel brano successivo, quello che intitola il disco, le sonorità sono più rarefatte, Walker si occupa della lap steel e c’è Bill Cleveland, vecchia conoscenza di casa Moonjune, che si alterna alle acustiche sia con sei che con dodici corde, ma poi naturalmente ci sono anche Thelen e Reuter (che insieme siedono anche in cabina di regia).
Ancora Cleveland è presente in Mercury Transit, stavolta con una chitarra con la caratteristica del manico arcuato, nuovamente all’insegna di suoni particolarmente spaziali.
In Ladder To The Stars, una delle prime composizioni registrate a San Francisco per il disco, Thelen si affida ai suoni minimali dell’elettrica del poliedrico Henry Kaiser e di quella di Chris Muir.
Per Celestial Navigation torna in campo la lap steel di Bill Walker (impegnato anche all’elettrica) per animare un brano che ricorda da vicino certe composizioni strumentali d’atmosfera pinkfloydiana.
Chiude il disco Point Of Infection, dall’andatura più nervosa e sperimentale, Cleveland, Torn, Jon Durant (alla chitarra senza tasti), Reuter, Thelen e Huth ricamano sulla sezione ritmica di Puppato e Brugger tra dissonanze, suoni spaziali e un pizzico di psichedelica che sono i punti forti degli oltre dodici minuti attraverso i quali il brano si snoda.

Paolo Crazy Carnevale

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