RUSTIES – Queste Tracce…Live – Rare And Lost Recordings 2008-2018
di Paolo Baiotti
15 luglio 2018
RUSTIES
QUESTE TRACCE…LIVE – RARE AND LOST RECORDINGS 2008-2018
Rusties/Hard Dreamers 2018
Tra i tanti limiti del mercato musicale italiano c’è il disinteresse verso un certo tipo di rock di matrice classica, legato agli anni settanta, al blues e al folk, imparentato con il roots-rock e l’Americana. Gruppi di ottimo livello come i Cheap Wine e i Lowlands sono costretti a un duro lavoro da indipendenti, faticando a trovare locali per suonare con continuità. Lo stesso discorso riguarda i bergamaschi Rusties, creatura di Marco Grompi (scrittore di rock, traduttore, giornalista, ma soprattutto cantante e chitarrista), da sempre accompagnato dal chitarrista Osvaldo Ardenghi (già collaboratore di Enzo Jannacci). La band è attiva da vent’anni, celebrati con questo pregevole doppio dal vivo, che si divide tra un cd recente, inciso al Druso di Ranica (BG) il 12 maggio del 2016 e un cd con materiale d’archivio inciso tra il 2008 e il 2012 con alcuni ospiti. Partiti come tribute band di Neil Young, la grande passione di Grompi che ha anche realizzato uno spettacolo teatrale (Waterface) sulla trilogia oscura dei primi anni ’70 del cantautore canadese, con un demo del 2002 (Rusties Never Sleep), dopo alcuni albums di covers di Neil molto apprezzati soprattutto in Germania hanno pubblicato due dischi di materiale autografo in inglese (Move Along e Wild Dogs). Nel 2015, dopo l’ingresso in formazione dell’esperto bassista e cantante Fulvio Monieri (già con i Perdio ed Edoardo Bennato) e del giovane batterista Filippo Acquaviva sono passati all’italiano con un disco di covers, Dalla Polvere e Dal Fuoco, seguito due anni dopo da Dove Osano I Rapaci, con brani originali in italiano. Il primo cd di Queste Tracce…Live riproduce il concerto di presentazione dell’ultimo album con una scaletta che alterna sette brani nuovi a un paio del disco precedente, aggiungendo un inedito e in chiusura tre tracce più vecchie. L’influenza di Young è evidente nel rock poderoso dell’inedita Questa Rabbia e nell’intensa e ritmata Queste Tracce, mentre il rock dei seventies, specialmente quello californiano, si sente in Magari Un Motivo, irrorata dalla chitarra distorta di Ardenghi e in Una Storia Per Noi, con un riff alla Cream e una notevole jam strumentale tra chitarre e tastiere (la band è completata da Massimo Piccinelli, alle tastiere dal 2008). Le covers in italiano di Powderfinger e in inglese di Love And Only Love (strepitosa, davvero) sono altri momenti importanti di un concerto da ascoltare a volume alto, specialmente nelle numerose parti improvvisate. Quanto al secondo cd, se possibile è ancora più interessante, alternando covers di spessore come l’acustica A Day In The Life (Beatles), la bluesata e sognante Baby Please Come Home (John Martyn) con la voce di Mary Coughlan, Sweet Thing (Van Morrison) cantata da Grompi e Cristina Donà, una pacata e riflessiva I Shall Be Released con il bluesman Robi Zonca e i Perdio e la cavalcata più rock che folk di Matty Groves (Fairport Convention) a versioni alternate di brani originali quali Soldier Of Fortune acustica con Veronica Sbergia alla voce (sul primo cd c’è la versione elettrica), la dolente Move Along con il violino di Jada Salem e il country-rock Wintersong. Ovviamente non mancano un paio di omaggi a Neil Young: una torrenziale Down By The River, jammata anche vocalmente con Veronica Sbergia, una travolgente Words e una delicata Helpless. Un disco che consiglio caldamente a tutti.