CARAVAN – Paradise Filter
CARAVAN
PARADISE FILTER
2013 Caravan Records
Anche i gloriosi Caravan sono ricorsi al crowdfunding per finanziare il loro nuovo album. La campagna su Pledge Music ha dimostrato che sono ancora numerosi i fans della formazione di Canterbury: oltre novecento partecipanti hanno permesso di superare largamente il target richiesto e così ci ritroviamo con questo Paradise Filter, reperibile anche sul sito http://officialcaravan.co.uk/ volendo anche con il secondo dischetto The Back Catalogue Songs, sei brani degli anni settanta registrati con l’attuale formazione che comprende Pye Hastings (chitarra e voce), Geoffrey Richardson (chitarra, viola, mandolino, flauto, voce), Jan Schelhaas (tastiere), Jim Leverton (basso) e Mark Waller (batteria). Pye, unico superstite della formazione originale, è l’anima e il principale compositore della line-up odierna, affiancato da Richardson che si unì al gruppo nel ’73, mentre sia Leverton che Schelhaas hanno già fatto parte della band in passato. Fin dagli anni settanta i movimenti all’interno dei Caravan sono stati difficili da seguire, ma ovviamente nella mente degli appassionati la formazione migliore resta quella originale con i fratelli Richard e Dave Sinclair e Richard Coughlan (deceduto l’anno scorso). Ha ancora senso un nuovo album dei Caravan? Beh, questo Paradise Filter, pur risultando leggerino e superficiale rispetto ai capolavori degli anni settanta, mi sembra un buon disco, superiore a The Unauthorised Breakfast Item, pubblicato nel ’04. La morbida e delicata voce di Pye si adatta alla perfezione alla melanconica Dead Man Walking (con una raffinata coda strumentale di tastiere), alla pianistica Farewell My Old Friend che ricorda le atmosfere di In The Land Of Grey And Pink e alla ritmata All This Could Be Yours irrorata dalla viola di Richardson. Altre tracce come Fingers In The Till, la morbida I’ll Be There For You e This Is What You Are risultano più banali, pur mantenendo una dignità e una qualità accettabili, mentre le influenze pop/rock sono evidenziate dalla ritmica accentuata di Pain In The Arse. Nella parte finale la ballata Trust Me I’m A Doctor con un esemplare assolo di chitarra nella coda strumentale e la soave Paradise Filter, cantata da Richardson accompagnato da un impasto strumentale guidato da flauto e tastiere, ci riportano alle atmosfere delicate dei primi dischi. Un buon ritorno che sarà accompagnato da un lungo tour inglese in aprile e forse da altre date europee.
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