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STEVEN CASPER & COWBOY ANGST – Sometimes Jesse James

di Paolo Crazy Carnevale

20 marzo 2018

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STEVEN CASPER & COWBOY ANGST – Sometimes Jesse James (Silent City/Hemifran 2017)

Ormai è cosa risaputa che l’America è piena di talenti minori ma non per questo disprezzabili: ennesima testimonianza è questo EP, che ci giunge tramite l’impeccabile Hemifran, della solida band californiana di Steven Casper, l’ottavo con questa denominazione, ma Casper ha in saccoccia altre esperienze con gruppi differenti.

Certo non si tratta di ragazzini, le foto a disposizione ci raccontano di un gruppo di veterani dalla gran voglia di suonare calandosi nell’immaginario tutto californiano della banda di fuorilegge. Sono tutti dei signori nessuno, tranne John Groover McDuffy che si occupa di tutte le chitarre, lui ha una lunga collaborazione con Rita Coolidge alle spalle e il suo apporto strumentale nelle composizioni di Casper si fa sentire parecchio.

L’altro pilastro del gruppo è Carl Byron (hammond organ, fisarmonica, piano) che insieme a McDuffy traccia le coordinate e crea la solida base su cui si sviluppano e muovono le canzoni. Alla produzione troviamo invece Ira Ingber, veterano ed esperto regista che ha lavorato persino con Dylan (ma non certo nei momenti migliori dell’ebreo).

Il formato è quello dell’EP, prediletto da molti indipendenti in America, un formato che permette agli artisti di essere frequentemente presenti sul mercato senza avere l’onere di pubblicare un nuovo disco ogni anno, e al tempo stesso un formato facilmente spendibile durante i concerti, sicuramente la maggior fonte di guadagno per questi personaggi.

L’inizio di questo EP è affidato ad un brano dai chiari rimandi al miglior Tom Petty, Down, in cui la voce di Casper ricorda molto da vicina quella del compianto Tom – cosa che non si ripeterà nei brani successivi – è un rock solido, d’effetto, ma scivola presto via, molto più impressiva la successiva The Best Day Of Our Lives, una ballata dal respiro arioso sorretta da pedal steel e hammond, davvero bella. Segue una cover, piacevole, di My Wrecking Ball, presa dal repertorio di Ryan Adams, ma il brano che arriva dopo sembra più interessante, è quello che contiene il verso da cui il disco prende il titolo: Born To Loose Blues è una composizione dall’incedere notturno e ancora una volta con grande dispiego delle chitarre. La chiusura è affidata ad uno strumentale quasi acustico, Mi Sueno, Mi Dolor, brano dall’incedere sontuoso, con uso di altri strumenti – suonati dal producer – e particolarmente calato nelle atmosfere western suggerite da titolo e copertina del disco.

STEVEN CASPER & COWBOY ANGST – I Feel Like I’ve Got Snakes In My Head

di Paolo Baiotti

25 luglio 2016

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STEVEN CASPER & COWBOY ANGST
I FEEL LIKE I’VE GOT SNAKES IN MY HEAD
Silent City Records 2016

Originario di New York, Steven Casper si è stabilito da tempo a Los Angeles dopo una giovinezza trascorsa tra Giappone, Italia, Nigeria e Messico con la famiglia. Ha fatto parte di numerose band minori (Bullet Boys, Vena Cava, Blood Red Roses) prima di formare i Cowboy Angst, che attualmente comprendono l’esperto Herb Deitelbaum al basso, Carl Byron alle tastiere (tra le altre cose compositore di musica elettronica), John Groover McDuffie alla chitarra (già con Rita Coolidge e titolare di un trio) e Jay Nowac alla batteria, session man per svariate formazioni californiane.

I Feel Like I’ve Got Snakes In My Head, titolo piuttosto aspro come la copertina nella quale Steven alza con le braccia un serpente un po’ inquietante, è un mini album di sette canzoni prodotto in studio dall’esperto Ira Ingber a Venice e Los Angeles. Non è il primo della band che ha alle spalle alcuni altri ep’s e un paio di albums con una formazione diversa. Qualcuno ha parlato della più calda band senza contratto dell’area di L.A. esagerando un po’, ma il dischetto è di buona qualità e denota possibilità interessanti di sviluppo.

Destreggiandosi tra roots rock, blues con venature country e influenze punk, Casper apre le danze con lo strumentale For A Few Dollars Less, chiaro omaggio non solo nel titolo alle composizioni di Ennio Morricone, impetuosa cavalcata guidata da una chitarra elettrica vibrata e dalla slide. Driving Fast è un rock blues rabbioso con chitarra e organo protagonisti della parte strumentale, Restless Heart una ballata deliziosa con lap steel e piano in evidenza, oltre alla voce sicura di Casper, She’s Bad un rock and roll ammorbidito dai backing vocals di Charity e Linda McCrary. Le divagazioni tex-mex di Maria con la fisarmonica di Byron richiamano la musica di frontiera di Blasters e Los Lobos, mentre Slow Dancing è una ballata country punteggiata dalla chitarra. In chiusura come bonus track una versione notturna di Driving Fast, acustica e bluesata.