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STEVE WYNN: Torino, Blah Blah 7/10/2021

di Paolo Baiotti

10 ottobre 2021

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Nonostante le limitazioni e il distanziamento c’è una grande voglia di tornare ad ascoltare artisti dal vivo, anche al chiuso. Steve Wynn, leader dei gloriosi Dream Syndicate attivi negli anni ottanta e ritornati in pista dal 2012 dopo una pausa di oltre vent’anni e titolare di una carriera solista con titoli notevoli, anche se non molto conosciuti, è uno dei primi musicisti americani a tornare in Europa e in particolare nel nostro paese per l’ennesimo tour solista (è un affezionato dei nostri palchi) di un paio di settimane che, iniziato a Savona, ha toccato Torino per due set separati, entrambi sold out, nell’intimità del Blah Blah davanti a qualche decina di appassionati seduti e distanziati.

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Abbiamo assistito al primo set, iniziato puntualmente alle 20. Steve ha espresso la sua gioia per potersi esibire dopo tanti (troppi) mesi ed è subito partito con Out Of The Grey dall’omonimo album dei Dream Syndicate, con la sua chitarra acustica collegata ad un pedale Looper regalatogli dal chitarrista Jason Victor. Medicine Show, altra title track del sindacato del sogno, ha un po’ sofferto della dimensione acustica, come è logico per un brano impetuoso ed energico, a differenza di Tears Won’t Help da Kerosene Man, in cui il pedale ha consentito a Steve di esibirsi in un assolo pregevole che ha vivacizzato il brano. L’intensa That’s What You Always Say ha preceduto Cindy, It Was Always You, scritta con lo scrittore George Pelecanos per l’album Tick…Tick…Tick. Molto interessante l’inserimento di Black Light e di Glide dalla produzione più recente dei Dream Syndicate, entrambe convincenti, del vecchio singolo 50 In A 25 Zone compreso nella nuova ristampa tripla di Out Of The Grey venduta in anteprima in questo tour e di una traccia molto amata come Song For The Dreamers dal progetto Danny And Dusty del 1985 con Dan Stuart dei Green On Red. La vecchia Halloween e Shelley’s Blues Pt. 2 da Melting In The Dark del ’95 ci hanno accompagnato alla chiusura del set con la frenetica Amphetamine. Unico bis The Days Of Wine And Roses, dall’omonimo esordio della band. Grandi applausi, molto affetto e la soddisfazione per un’ora di musica di un artista che invecchia benissimo e sta affinando le sue doti di solista, anche in solitaria. Alla fine con la consueta disponibilità Steve si è concesso agli appassionati, firmando i dischi e non solo…un vero signore, che ha manifestato senza timori la gioia di essere di nuovo insieme al suo pubblico.

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Nel secondo set la scaletta è stata modificata notevolmente: solo cinque pezzi in comune e l’inserimento di brani meno sfruttati come One By One dei Gutterball, Manhattan Fault Line, Tuesday e Sustain dalla carriera solista e la cover di Let It Rain di Eric Clapton che ha chiuso la serata in accoppiata con Boston da Out Of The Grey.

Paolo Baiotti

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STEVE WYNN Live a Casnigo (BG) 8/10/2021

di admin

5 ottobre 2021

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Venerdì 8 Ottobre 2021

inizio concerto ore 21 – ingresso libero

STEVE WYNN

CASNIGO (BG)
Teatro Circolo Fratellanza

Autunno nel segno della ripresa dell’attività live della scena musicale italiana, limitata oltre misura dalla pandemia. Inizio in punta di piedi, concerti regolamentati da continue nuove norme di sicurezza ma “qualcosa si muove”. Siamo dunque lieti di partecipare a questo clima di rinascita annunciando il concerto di Steve Wynn al Teatro Liberty del Circolo Fratellanza di Casnigo(via Trento,10), borgo bergamasco che fa parte del distretto delle “Cinque terre della Valgandino”, sito a mezza Valle Seriana. L’evento programmato per venerdì 8 ottobre con inizio alle ore 21 è dovuto all’intraprendenza dell’Associazione Circolo Fratellanza, sodalizio locale che gestisce l’omonima struttura e si avvale della collaborazione di Geomusic, individuata nella figura di Gigi Bresciani, per la direzione artistica e la produzione. Il concerto è parte di un progetto ad ampio respiro per ampliare gli orizzonti di quest’entità, il Circolo Fratellanza, centro culturale e sociale dai trascorsi gloriosi e rivitalizzarla.

Protagonista il frontman dei Dream Syndicate, realtà di primo piano della scena rock underground internazionale, in dimensione acustica nell’ambito di un atteso tour europeo. Steve Wynn è uno dei veri eroi del rock underground; molti lo conoscono per l’innovativo lavoro coi Dream Syndicate, una band che insieme a REM e Replacement, ha praticamente inventato la scena indie rock americana degli anni Ottanta. Ma ci sono anche gli album solisti dei Novanta, accolti favorevolmente dalla critica e trasmessi dalle stazioni radio di Modern Rock di tutto il Paese. O il progetto parallelo Gutterball che dopo solo cinque concerti firma per la Mute/Elektra e si imbarca in un tour nazionale con i Black Crowes. Senza dimenticare la recente trilogia “Desert Trilogy” e i quasi leggendari show con la band attuale, The Miracle 3. Steve Wynn vanta grande fama ed una discografia tanto prolifica e trova anche il tempo per esibirsi in moltissimi concerti all’anno in giro per il mondo, trovandosi benvenuto a Roma, Oslo, Atene, Bruxelles, Londra e Madrid così come a Los Angeles, New York City, San Francisco, Chicago e Boston. E per i fans più devoti raccolti in queste e molte altre città, l’estesa discografia riflette il riconoscimento raggiunto quale uno dei più avventurosi, capaci ed eccitanti cantautori degli ultimi decenni.

Per le norme anticovid in atto al momento si richiede la prenotazione e si sottolinea che l’accesso sarà consentito solo a chi in possesso di green pass e sino ad esaurimento posti. E’ richiesto uso di mascherina. Capienza limitata e quindi si consiglia al prenotazione.

Confidiamo nella vostra adesione e condivisione dei nostri sforzi organizzativi per proporvi ancora una volta concerti di alto livello. Molti progetti nel cassetto che potremmo realizzare con il vostro contributo.

Seguirà degustazione di prodotti gastronomici a base di mais spinato in collaborazione con la Comunità del Mais Spinato di Gandino che v’invita all’evento “Galà dello Spinato” in programma a Gandino agli inizi di ottobre(www.mais-spinato.com)

INFO e PRENOTAZIONI:
Gigi Bresciani: 348 4466307
info@geomusic.it
Facebook: Geomusic il suono della terra

STEVE WYNN – Benedikt’s Blues

di Paolo Crazy Carnevale

6 gennaio 2019

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STEVE WYNN – Benedikt’s Blues (Kinkverk 2015)

A tutt’oggi questo vinile targato 2015 è l’ultimo sforzo solista di Steve Wynn, dopo c’è stata la riunione dei Dream Syndicate. Uscito solo in vinile (ma con CD incluso in omaggio) e solo per il mercato norvegese, è un disco particolare, registrato in momenti diversi e in differenti luoghi concepito come commento sonoro alla quarta stagione della serie televisiva norvegese “Dag”.

Ascoltato con attenzione Benedikt’s Blues risulta un disco interessante, con alcune composizioni davvero buone, quasi esclusivamente canzoni visto che a dispetto del fatto che si tratta di un commento per la TV vi sono solo due brevi strumentali per sola chitarra distorta. Quello che penalizza il disco è la produzione eccessivamente Lo-Fi. Per intenderci, il disco è sotto prodotto, diverse composizioni – ed è un peccato perché avrebbero meritato un maggior sforzo – suonano un po’ ovattate, il suono non esce come dovrebbe. Fatta questa dovuta precisazione veniamo alla musica. Cinnamon Tweed è il brano introduttivo ed è uno dei due strumentali, tutto in esso suona come un omaggio ai meravigliosi feedback di Neil Young, anche se Wynn non è allo stesso livello del canadese come chitarrista. Poi con You’re Halfway There il disco entra nel vivo subito con una delle composizioni più interessanti, una canzone completa, con la partecipazione di Stephen McCarthy (Long Ryders se fosse necessario ricordarlo, e già collaboratore di Steve con la formazione Danny & Dusty). McCarthy è il valore aggiunto di molte delle tracce che compongono il disco, con la pedal steel o con l’elettrica. Alla batteria c’è Linda Pitmon, la compagna di Wynn, Scott McCaughney suona il basso e alle tastiere abbiamo Josh Cantor. Segue la title track e il disco si mantiene ad un buon livello, poi è la volta di Interlude il secondo brano strumentale, breve, poca cosa in realtà. Making Good On My Promises è registrata in Spagna con una differente formazione a base di musicisti iberici, poi con la dirompente e ineguagliabile On The Mend si chiude il primo lato. Gran brano, molto eco Dream Syndicate nei suoni, c’è anche una tastiera non accreditata che ricorda tanto il sound di Chris Cacavas, e, oltre a McCarthy alla chitarra c’è Jason Victor, braccio destro di Steve da un po’ di tempo in qua, inclusa la reunion dei Dream Syndicate. Dalla stessa session di registrazione (risalente al 2010) giunge il brano che apre il lato due, Only A Dream, una ballata vagamente country, con la pedal steel dominante. Meno memorabile la lenta Dead Roses, dalle session del 2015 che hanno originato la maggior parte del disco. Addirittura la 2005 risale All The Squares Go Home, buon brano con le tastiere di Craig Schumacher e buoni spunti di Jason Victor all’elettrica. Di nuovo dalle session del 2015 la bella ballata Simpler Than The Rain, con la pedal steel che dialoga con il piano elettrico di Cantor, peccato per il sound troppo compresso perché la composizione è molto valida. Il finale è affidato a …And I Can’t Look Down altro solido esempio del buono stato di salute compositiva di Wynn, in cui si mescolano sonorità Dream Syndicate ma anche certe cose del miglior Wynn solista, bei cori, chitarre efficaci, tappeto di
tastiere mai eccessivo.