STEFANO DYLAN – Ballads From Home

stefano

STEFANO DYLAN
BALLADS FROM HOME
EGN LABEL 2022

Stefano Dylan, cantautore torinese da qualche anno residente in Irlanda per motivi di famiglia e di lavoro, è stato accolto con interesse nella comunità musicale della zona di Limerick, dove è domiciliato e dove insegna musica e suona nei locali che, a differenza di quanto avviene nel nostro paese, non richiedono solo le cover band, ma sono aperti anche a musicisti folk e rock. Superato il periodo della pandemia che gli ha permesso di registrare il secondo album Ouroboros, in pochi mesi ha preparato il terzo, questo Ballads From Home che, a differenza del precedente, comprende 14 covers di brani tradizionali o di artisti di estrazione folk. Nel suo terzo cd si presenta in veste prettamente acustica, seppure coadiuvato da un folto gruppo di musicisti irlandesi tra i quali Alan Hogan al basso, Warren McStay alla batteria e synth e con il conforto di flauto, conrnamusa, violino, fisarmonica e bouzouki.
Si parte con i profumi d’Irlanda dello strumentale The Dawning di Mickey Dunne, seguito dal tradizionale delle isole britanniche Lily Of The West già interpretato, tra gli altri, da Joan Baez, Bob Dylan e The Chieftains. Stefano se la cava egregiamente sia dal punto di vista vocale che strumentale con un impasto riuscito di cornamusa, violino e sezione ritmica. Si alternano brani di cantautori di nicchia come David Munyon con la dolce Save The Whales in cui si notano anche i controcanti di Karla Segade, Eric Bogle con The Green Fields Of France, che fu un hit irlandese per The Furey Brothers ed è stata ripresa anche dai Dropkick Murphys e il neozelandese Paul Metsers con l’acustica Farewell To The Gold, a tradizionali come Canadee-i-o proposta in passato da Nic Jones e Bob Dylan e Fair Annie che richiama la versione del grande chitarrista folk Martin Simpson, autore di Fool Me Once posta in chiusura del disco. Ballads Form Home ha il pregio di scorrere fluido come un ruscello di acqua cristallina, irrorato dalla purezza di tracce come Shady Grove, il tradizionale irish Bonaparte’s Retreat, Sweet Sixteen e la splendida Only Our Rivers Run Free conosciuta nelle versioni di Christy Moore e dei Wolfe Tones, che valorizzano i progressi dell’artista sia come cantante che come chitarrista acustico.

Paolo Baiotti

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