MIKE SPINE – Forage & Glean Volumes I & II

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MIKE SPINE
FORAGE & GLEAN VOLUMES I & II
Global Seepej 2018

Musicista di Seattle attivo dagli anni novanta, dopo l’esperienza con la band The Help sfociata in un album nel ‘96 ha esordito da solista nel 2000, fondando successivamente la band At The Spine che ha inciso tra il 2003 e il 2012 cinque dischi in studio in equilibrio tra punk e rock con influenze grunge. D’altra parte ha coltivato anche la sua passione per il folk e il rock melodico con la band The Beautiful Sunsets che ha inciso Coalminers & Moonshiners nel 2012 e da solista con il recente Don’t Let It Bring You Down. Questi due aspetti della sua esperienza musicale sono equamente rappresentati in Forage & Glean, raccolta antologica di 32 tracce equamente divise tra folk rock (il primo volume) e punk rock (il secondo volume), con alcuni brani presenti in entrambe le vesti. Figlio di una insegnante e di un pilota di elicotteri impegnato per molti anni in Vietnam in missioni segrete, Mike è anche un attivista politico impegnato soprattutto nella difesa dell’ambiente. Ha lavorato come insegnante in aree socialmente problematiche a South Bronx, South London, Seattle, Portland e San Diego fino al 2011, quando ha smesso di insegnare dedicandosi a tempo pieno all’attivismo e alla musica. I testi riflettono il fervore e la passione che hanno contraddistinto la sua vita impegnata nel sociale. Musicalmente Spine riconosce influenze diverse, rappresentate dalle scelte di Forage & Glean: da una parte il punk di The Clash, Fugazi e Offspring e il grunge di Nirvana e Soundgarden, dall’altra la scrittura di Neil Young, Bob Dylan e Hank Williams. Il disco più rappresentato sul primo volume è Coalminers & Moonshiners con nove brani tra i quali l’accattivante Delirious che apre il dischetto, la melodica Sand In Your Teeth con un testo sullo sfruttamento del lavoro, The French Girl cantata in falsetto e Crumble, ballata che ricorda i Coldplay (la voce di Mike può essere accostata a quella di Chris Martin nei brani melodici). Dall’album solista spiccano la spagnoleggiante La Frontera e il folk-pop di Sinaloa, mentre l’eterea Nora e l’epica Spanish Anarchy sono tratte da Vita di At The Spines. Il secondo volume attinge prevalentemente da due dischi di At The Spines, Sonic Resistance del 2006 e l’omonimo del 2012. Le chitarre e la ritmica si induriscono, il ritmo accelera, la voce cambia assumendo tonalità rabbiose e intransigenti. La robusta Second Hand con un testo sul problema del riscaldamento globale, la cupa e tesa Transylvania, il rock duro di Power Broker che affronta il tema della corruzione, l’intensa Meteorite, la versione rock di La Frontera, la sognante The Ointment che accelera a metà strada nella sezione strumentale e l’aspra Battle In Seattle dimostrano le capacità di Spine in ambito punk-rock. E’ difficile scegliere tra i due dischi; probabilmente la dote migliore del musicista è quella di riuscire ad affiancare genere diversi riuscendo ad essere sempre credibile e sincero…un merito non da poco

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