MARIAN TRAPASSI – Bellavita

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Marian Trapassi
Bellavita
Adesiva Discografica 2015

Tra i cd recentemente ricevuti volevamo da tempo recensire questo Bellavita di Marian Trapassi che ogni volta restava purtroppo dietro proposte straniere che come ricevevamo ci affrettavamo ad ascoltare e poi a recensire relegando questo album sempre nelle retrovie. Album solare, divertente, allegro e che entra in circolo al primo ascolto, così oggi a fronte di una pila di roba che staziona qua sulla mia scrivania riprendo in mano il disco della Trapassi e mi accingo a parlarvene.

La fanciulla nasce in quel di Palermo ove si diploma all’accademia delle Belle Arti iniziando la sua formazione musicale con gruppi rock della sua città iniziando un percorso che la porterà all’attuale delizioso album che stiamo riascoltando per l’ennesima volta, finalmente in procinto di farne uscire resoconto sul nostro sito. Soggiorna per un certo periodo nella città di New York il che le da lo spunto per il suo primo album, uscito nel 2002, dal titolo Sogno verde, prodotto da Simone Chivilò, chitarrista e collaboratore di Massimo Bubola che per me che abito da anni anche a Verona è sinonimo di garanzia e qualità per non parlare di Bubola che resta assieme a Fabrizio De Andrè il cantautore tra i più validi del nostro paese; il brano Essere verrà inserito nella compilation internazionale European Roadworks Music, cd a rappresentanza della scuola cantautorale italiana. Nel 2004 esce Marian Trapassi, disco finalista del concorso L’artista che non c’era vincendo poi l’autorevole Premio Ciampi come artista debuttante. Prima dell’uscita nel 2008 di Vi chiamerò per nome, album imperniato su ritratti di donne e tragitti prettamente al femminile assieme a Syria e Veronica Di Marchi ed altre artiste, collabora con Asley Hutchings dei Fairport Convention.

Adesso è la volta di Bellavita, l’arancia e altri viaggi, dieci solari e luminosi brani con testi e musiche scritti da lei stessa esclusa una cover. Disco prodotto da Chivilò e Paolo La felice si avvale di un ottima schiera di musicisti tra cui lo stesso Chivilò alle chitarre, Edu Hebling al contrabbasso, Lele Rodighiero al piano ed altri che si esibiscono in strumenti particolarmente ricercati, come il l’iraniano santur, il nordafricano bendir e il persiano ney.

Voce rosata, piccatamente vellutata quella della cantautrice che inizia con l’autobiografica Bellavita, brano piacevole e decisamente orecchiabile. Segue L’arancia, pezzo acustico, deliziosamente ed eroticamente elegante dal passo leggero e vellutato. Giovanni è invece canzone ritmicamente cadenzata, delicata come una bolla di sapone attraverso una vicenda dolce e surreale nella quale viene ricordato il grande Mimmo Modugno mentre Le formiche, un altra bellissima pagina di questo continuo viaggio, stavolta la nostra artista giramondo è a Siviglia, ove si pone varie domande con la solita eleganza guardandosi attorno e focalizzandosi su quello che delicatamente propone la vita. Disco questo, intelligente, piacevole e decisamente vero e sincero, molto intimo ma nel contempo aperto verso l’ascoltatore, brani gentili, misurati ma concisi, strutturati con semplicità ma abbelliti come uno splendido albero di Natale. My Love che concluderebbe la prima facciata se avessimo sul piatto il vinile è ballata che ricorda molto la texana-messicana Carrie Rodriguez a noi molto cara mentre la fumosa Barfly già dal titolo ci porta sia all’omonimo film che al personaggio letterario di Buckovsky, bel pezzo molto cinematografico e coinvolgente. Divertentissima e dall’esilarante testo fuori dagli schemi usuali, un plauso all’artista come autrice in questo caso, e ritmicamente accattivante la canzone L’attesa mentre in Finimondo che si conclude con un omaggio a Jim Morrison la cantautrice si interroga tra ironia e preoccupazione sul nostro oggi e di conseguenza sul nostro domani. Bel pezzo, scritto con intelligenza e cantato con amara saggezza. Concludono due brani piacevoli molto lenti e sospirati , Por el amoe de amar, cover da Concha Buika, cantante spagnola di origini ecuadoregne, e A casa, che pare d’impronta autobiografica. Bel disco sicuramente tra le proposte femminili nostrane più interessanti degli ultimi tempi. Strana la copertina, molto più accattivante la foto dell’artista all’interno del digipack.

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