TWELVE BAR BLUES BAND – Live
di Paolo Baiotti
5 giugno 2023
TWELVE BAR BLUES BAND
LIVE
TBBB 2023
Il blues è un linguaggio universale, ne abbiamo esempi continui con formazioni vecchie e nuove in ogni parte del mondo. Dall’Olanda proviene il quintetto della Twelve Bar Blues Band formato da cinque musicisti non giovanissimi che hanno pubblicato quattro album in studio tra il 2006 e il 2012, iniziando con The Blues Has Got Me e terminando con Life Is Hard, tutti autoprodotti e di difficile reperibilità. La guida della band, in attività fino al 2015, è sempre stata nelle capaci mani dei JJ Sharp (nome d’arte di Jan J. Scherpenzeel), voce e armonica già nei Blazing Aces e di Kees Dusink alla chitarra elettrica e slide. Hanno vinto numerosi premi della Dutch Blues Foundation, ma per alcuni anni sono rimasti inattivi, finchè nel 2022 hanno ceduto alle numerose richieste riformando il gruppo con la vecchia sezione ritmica formata da Partrick Obrist al basso e Jeffrey Van Duffelen alla batteria, aggiungendo la chitarra di Peter Langerak. Il loro suono è ispirato dal blues di Chicago che a volte coverizzano, pur preferendo brani autografi. Dal tour della reunion è stato tratto questo cd registrato al Blueszy Blues Festival di Ridderkerk in Olanda che testimonia l’affiatamento e l’energia ritrovata dal quintetto dopo la lunga separazione. E’ raro iniziare un disco con uno slow blues: la 12BBB non ha paura di farlo e con The Blues Has Got Me mette subito in luce le doti vocali di Sharp, che ricorda un po’ le tonalità sporche di Charlie Musselwhite e quelle strumentali di Dusink, chitarrista in grado di dosare gli assoli con perizia senza strafare, tra Peter Green e Mark Knopfler, rispettoso della melodia delle canzoni. Non ci poteva essere un avvio migliore per un Live che scorre veloce senza intoppi e senza alcun cedimento con la ritmata I Can’t Get Enough Of That Girl in cui la slide di Dusink ricorda i Fleetwood Mac dei sixties e l’armonica si concede un pregevole spazio solista e l’esuberante Bluesman, caratterizzata da una slide pungente e dall’elettrica di Langerak, tutti brani composti dalla coppia Sharp/Dusink. L’unica cover è il lungo slow Life Is Hard di Fred James e Mary Ann Brandon (ricordate Freddie And The Screamers?), eseguito per primo da Johnny Winter in Let Me In nel ’91 e già ripreso dal gruppo nell’omonimo quarto album. Questa versione è eccellente, sofferta al punto giusto, cantata e suonata con maestria e intensità. Il funky You Gotta Move puntaggiato dalla solista di Dusink e la bluesata Don’t Ask Me Why riscaldano il pubblico pur denotando limiti di scrittura, ma il terzo slow del programma, la sentimentale ballata Key To Your Heart, title track del terzo album in cui spiccano un intenso assolo melodico di Dusink e una coda più robusta, rimette le cose a posto prima del finale affidato all’up-tempo I Can Make Everything Alright in cui le due chitarre si spalleggiano nel break solista. Il cd è reperibile tramite la pagina Facebook della band.
Paolo Baiotti