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AA.VV. – When The Wind Blows/The Songs Of Townes Van Zandt

di Paolo Crazy Carnevale

13 giugno 2018

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Autori Vari – When The Wind Blows/The Songs Of Townes Van Zandt (Appaloosa/IRD 2018)

Quello di Andrea Parodi per Townes Van Zandt e molto più che un pallino, è rispetto, amore, passione, non si potrebbe spiegare altrimenti il fatto che da quattrodici anni Andrea sia il motore di un festival dedicato al cantautore texano in cui vengono ospitati solisti e gruppi italiani e stranieri. Ad ulteriore testimonianza di questa devozione, il promoter/cantautore/produttore ha messo insieme un bel doppio CD dedicato alle canzoni dell’indimenticabile Townes.
Trentadue canzoni, mica poco, un’autentica messe di suoni che ci permette di riascoltare classici totali e perle meno ascoltate del patrimonio musicale di Van Zandt.

Non deve essere stato difficile per Parodi coinvolgere tutti gli artisti presenti nel disco, sono tutti amici, gente con cui ha calcato i palchi lui stesso, come spalla, come accompagnatore, o artisti per cui ha organizzato tour nella nostra penisola nel corso degli ultimi anni, molti sono anche musicisti della scuderia Appaloosa, mai così attiva e provvida di belle novità come in questi primi mesi dell’anno.

Certo, quando si chiamano a raccolta tanti e tali artisti il rischio è che ci siano delle cover più riuscite ed altre meno, che ciascuno si approcci al materiale con diversa attitudine: probabilmente un CD singolo sarebbe stato sufficiente a raccogliere le cose migliori, ma Parodi non ha saputo (ma perché no, anche voluto) decidere di scartare qualcosa facendo così torto a qualcuno.

Questo gustoso tributo si apre subito bene con la rilettura da parte di Jaime Michaels (con Jono Manson in cabina di regia) di Snowing On Raton e si mantiene su ottimi standard con Heavenly Houseboat Blues riletta da Luke Bulla e Paolo Ercoli. Grande Terry Allen (prodotto anche lui da Manson) alle prese con una sferragliante White Frieghtliner, meno d’effetto la versione di If I Needed You cantata da Joe Ely in solitudine, non è brutta per carità, ma forse da Joe ci si poteva attendere qualche guizzo in più. Carina la proposta di Chris Jagger che propone Ain’t Leavin’ Your Love (anche se l’impressione, già evidente nei recenti concerti italiani, è che se non fosse fratello di Mick, questo Jagger non se lo filerebbe giustamente nessuno).

Non brilla neppure il brano proposto da Jono Manson, che in questo disco viene fuori meglio come produttore che come interprete, bella invece la versione di Marie del canuto Gurf Morlix, lo stesso vale per Flyin’ Shoes che nelle mani di Rado Lorkovic diventa un’intensa ballata pianistica. E che dire della magistrale Still Lookin’ For You di Thom Chacon, a conferma di quanto di buono si è già detto di questo artista a proposito dei suoi recenti concerti e del suo ultimo disco solista. Grande anche la versione di Loretta ad opera di James Maddock, così come la Waiting Around To Die di Michael McDermott, che ha il vantaggio (si fa per dire) di aver sperimentato personalmente i demoni che attanagliavano Van Zandt. Scrappy Newcomb (lo ricordate nei Loose Diamonds?) accompagna molto bene alla chitarra Slaid Cleaves in una bella Colorado Bound mentre il buon Parodi (anche lui con Manson in regia) fa sua Tecumseh Valley, sua in tutti i sensi traducendola in italiano e rendendola in maniera molto intensa, ambientandola in Sardegna senza perdere, pur avendo una voce molto distante dalla drammaticità di quella di Townes, un filo dell’intensità del brano originale. Paul Sachs rifà Pancho & Lefty un brano con cui è difficile sbagliare, però i paragoni con cui confrontarsi sono davvero troppi per farne una versione da ricordare, bella sorpresa invece Jack Trooper, il figlio di Greg, che affronta con lo zampino di Jono Manson, Our Mother The Mountain.

Ma non è tutto, il tributo ospita anche altri nomi, dai Session Americana agli Orphan Brigade, passando per Malcolm Holcombe, Bocephus King, Chris Buhails, Richard Lindgren e Tim Grimm, qualcuno più interessante, qualche altro molto più nella normalità, se di normalità si può parlare trattandosi delle canzoni di Townes Van Zandt..