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STEVE McNAUGHTON – Journeyman

di Paolo Baiotti

27 novembre 2022

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STEVE McNAUGHTON
JOURNEYMAN
Autoprodotto 2022

Australiano di Sidney, McNaughton è considerato uno dei migliori autori contemporanei di rock e pop del paese, almeno nell’ambito di una produzione radiofonica e disimpegnata, pur non essendo privo di spunti personali e appassionati nei testi. Scrive canzoni da 30 anni e ha suonato in diverse formazioni, pubblicando tre album e un Ep da solista; il suo esordio risale al 1999 con Hardly Soft Rock, seguito nel 2000 dall’uscita di un Ep dedicato ai giochi olimpici di Sydney. Il suo disco più conosciuto è Eagles Aloft (2013) che lo ha avvicinato alla scena country, registrato con musicisti di Nashville e della west coast americana. Ed ora, dopo otto anni, Steve pubblica il quarto album Journeyman che contiene 14 brani eclettici con elementi country, rock e pop accompagnati da testi su viaggi ed esperienze di vita con la ripresa di un brano tradizionale scozzese, Skye Boat Song.
Registrato in due studi neozelandesi con una dozzina di strumentisti locali e prodotto da Rod Motbey che ha suonato chitarra, basso, tastiere e banjo risultando il principale collaboratore di Steve, Journeyman è un disco orecchiabile, forse un po’ troppo leggero e superficiale nel suono.
E’ stato anticipato nel settembre del 2021 dal raffinato singolo Start Again, un brano elettroacustico con venature country e bluegrass cantato insieme a James Stewart Keene e inserito anche nella colonna sonora dello “short film” ‘Sherbrooke Down: The Road to Cataract’.
La scorrevole title track apre l’album con una slide morbida e cori molto curati, seguita dall’energica Take The Ticket che richiama lo stile dei Dire Straits con l’intervento dell’armonica di Lawrie Minson e di prominenti contributi vocali femminili e da Sliding Doors profumata di anni ottanta. Nello sviluppo del disco vengono privilegiate tracce ballabili e ritmate di impronta pop come Looking For Light, Don’t Treat Yourself That Way e Most Evil Drug, adatte alla voce accattivane di Steve, che piazza nel finale il fluido errebi A Good Song e il già citato singolo Start Again.

Paolo Baiotti