SELVAGGI BAND – Granelli di sale
di Paolo Crazy Carnevale
4 marzo 2020
SELVAGGI BAND – Granelli di sale (IRD 2020)
La val Camonica è terra di musicisti ispirati e molto interessanti, siano essi più orientati verso il folk come I Luf, verso il cantautorato rock (Alessandro Ducoli nelle sue varie emanazioni) o il jazz in diverse sfumature (Boris Salvoldelli). Dalla stessa area geografica proviene anche questa Selvaggi Band, votata ad una rivisitazione della musica d’ispirazione tradizionale (quanto a strumentazione) con solidi testi cantati talvolta in italiano, talvolta in dialetto camuno ma comunque saggiamente tradotti nel booklet che accompagna il disco.
Giovanni Pintossi è l’anima e la voce del gruppo, autore di tutti i brani (in un paio di occasioni coadiuvato nei testi dal suddetto Ducoli); con lui ci sono (oltre ad una sezione ritmica classica) chitarre, fisarmonica, violino, cornamusa bergamasca, tutti importanti ed essenziali nel vestire di atmosfere folk una manciata di canzoni accattivanti, ben strutturate e ben suonate dal gruppo.
Il risultato è sorprendente perché se talvolta possono venire in mente le riletture in chiave emiliana del british folk dei primi Modena City Ramblers, talvolta i Gang, questo Granelli di sale brilla di luce propria: Pintossi è accompagnato di volta in volta da cori a cura del resto del gruppo (Roberto Bettinsoli, Stefano Grazioli, Davide Boccardi, Mattia Ducoli, Emanuele Agosti e Alessandro Pedretti), oppure da altri amici e guarda a caso tra questi c’è proprio Cisco Bellotti dei Modena City Ramblers, e in un paio di occasioni c’è la voce femminile di Claudia Ferreti.
I testi sono d’ispirazione varia, dall’omaggio agli alpini di Cento cartucce, alle storie di varia umanità cantate in Francesco, El turnidur e Lo chiamavano Jimi, alle canzoni d’amore come Pagheres fino allo spassoso e ironico testo Fomega ‘l tributo, riflessione sulla difficile vita del musicista che vuole proporre musica originale in un mondo in cui il pubblico va a tutti i costi cercando le tribute band e le cover in senso lato.
Terra è un testo che prende spunto dalla vita contadina, Puntalmana e Il sentiero dei fiori (brano elegiaco con un delizioso mandolino suonato dallo stesso Pintossi) cantano le amate montagne mentre Per un pugno di sale (il brano con la voce di Cisco) si sviluppa attorno ad un giro che richiama le gighe dei Pogues, e similmente si sviluppa anche Il cane con gli stivali, col violino che guida le danze e la sezione ritmica rinforzata dalle percussioni e la voce aggiunta di Alberto Visconti.
Il disco si chiude con A piedi nudi, una folk ballad che mischia atmosfere irish e canzone americana che suggella un disco riuscito sotto ogni profilo.