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MY QUIET COMPANION – MY Quiet Companion

di Paolo Crazy Carnevale

24 novembre 2015

my quiet companion

MY QUIET COMPANION
MY Quiet Companion
(MQC Records 2015/Hemifram)

I nordici, si sa, hanno sempre avuto un debole particolare per le sonorità yankee, non è un caso che quando da noi vedere su un palco le star d’oltreoceano era un’utopia ben più grande di quella di Tommaso Moro, in Scandinavia passavano a suonare come se niente fosse Hendrix, Love, Delaney & Bonnie, Blind Faith e chi più ne ha più ne metta. Non solo, in anni meno lontani fior di artisti del giro folk/country/rock sono transitati per i paesi del nord Europa, talvolta piantandoci radici, tal altra semplicemente per suonare o per trovare una label che pubblicasse i loro lavori nel vecchio continente: mi vengono in mente Eric Andersen, Tom Russell, Rick Danko, Doug Sahm…

Questa premessa è necessaria per orientarsi nelle scelte musicali della Hemifram, etichetta distributrice svedese che ci spedisce puntualmente i lavori degli artisti che promuove. In particolare questo trio che è svedese a sua volta e ci offre un apprezzabile saggio delle proprie canzoni dalle atmosfere delicatamente acustiche.

Nulla di originale, diciamolo subito a scanso di equivoci, c’è tanto di già sentito nelle tracce di questo debutto dei My Quiet Companion, formatisi un paio di anni fa e caratterizzati da un uso di strumenti acustici. Ne fanno parte Henrik Cederblom, nella fattispecie colui che si occupa di chitarra e mandolino, e i cantanti e autori Sofia Eckberg e Patrick Rydman che cantano e suonano le chitarre. Con una strumentazione simile è facile capire da che parte si vada a parare, ossature sonore ridotte all’osso, quasi minimalismo, di gran gusto e con gli interventi di Cederblom che si inserisce nelle composizioni dei due soci con adeguata misuratezza. La maggior parte dei brani sono cantati in inglese, a partire dall’iniziale (ed eponima per il gruppo ed il disco) My Quiet Companion che però non brilla più di tanto, all’eccellente Circle Of Stone, ma ci sono anche suggestive composizioni in svedese, magari un po’ ostiche lì per lì a causa dell’idioma, ma tutto sommato ben inserite nel contesto. Tra le cose migliori c’è anche lo strumentale Drömmen composto da Cederblom, e particolare menzione meritano le armonie vocali imbastite dal trio.