Posts Tagged ‘John Lennon’

SMALLABLE ENSEMBLE – Plays The Music Of John Lennon

di Paolo Crazy Carnevale

14 novembre 2021

smallable-ensemble-plays-the-music-of-john-lennon-20210831111943

SMALLABLE ENSEMBLE – Plays The Music Of John Lennon (Appaloosa/IRD 2021)

Cimentarsi con la musica dei Beatles è sempre una grande tentazione per qualunque musicista. I Beatles sono per quasi tutti il faro illuminante, il genio, la bravura, il talento sconfinato, il punto di riferimento.

Grande tentazione quindi, ma anche grande sfida. Il rischio è quello di voler strafare per eguagliare gli originali, o di volerli stravolgere eccessivamente, o di farli pari pari ma senza corpo e anima.

Wilson Pickett ebbe a dire a Duane Allman che gli proponeva di registrare Hey Jude, che i Beatles non avevano anima: ora, vero che sia l’aneddoto e condivisibile o meno la dichiarazione, l’anima bisognerebbe comunque mettercela sempre. Di inutili tributi ai Beatles, sia come gruppo che come singoli artisti, sono piene le scaffalature virtuali dei negozi online e dei rigattieri.
Non è il caso di questo piccolo omaggio alla musica di John Lennon registrato dallo Smallable Ensemble, un italico quartetto (arricchito di qualche collaborazione sparsa qua e là) che fa capo al chitarrista Alex Gariazzo, uno dal bel curriculum, noto in particolare per i suoi trascorsi legati a Fabio Treves, ma con decine di collaborazioni anche a dischi di artisti stranieri di un certo rilievo.

Gariazzo e soci (Marco Gentile al violino, bouzouki, violoncello, il bassista Michele Quaglio e Roberto Bongianino alla fisarmonica, mandolino e chitarre e – fuori formazione – il percussionista Alessio Sanfilippo) sono riusciti a mettere insieme una bella selezione di brani, pescando in egual misura tra quelle dei Beatles più smaccatamente attribuibili all’occhialuto e tra quelle del Lennon solista.

Una volta selezionato il repertorio lo hanno rivestito in chiave folk rock, virato “americana”, come si addice ad un musicista come Gariazzo che il genere lo ha bazzicato davvero tanto e in virtù del fatto che in qualità di amici/ospiti, in quattro brani sono impegnati come cantanti quattro artisti americani che si immergono con gusto nella materia lennoniana.

Resta però come punto fermo che – bontà degli ospiti a parte – il vero punto di forza dello Smallable Ensemble è quello di aver saputo creare una propria sonorità caratteristica che calza bene alle canzoni del disco.

Si inizia con una bella versione acustica e legnosa (nel senso degli strumenti usati) di Norwegian Wood, un buon modo per presentare il progetto, poi tocca a due canzoni del Lennon solo, un’entusiasmante e abbastanza filologica Instant Karma, resa davvero in maniera impeccabile, e Crippled Inside, affidata alle corde vocali del primo ospite, Jono Manson, che da par suo infonde l’anima particolare della sua vocalità al brano.

Rain, di nuovo i Beatles, è particolarmente bella, con lo Smallable Ensemble senza fronzoli e ospiti; c’è invece la voce di Bocephus King ad arricchire la magica atmosfera costruita per arrangiare Beautiful Boy. Per Cold Turkey, siamo sempre alle prese con la discografia post Beatles, il quartetto tira fuori un bell’arrangiamento rock, con Gariazzo che ci dà dentro con l’elettrica, come si addice ad un chitarrista versatile della sua statura.

A seguire una tripletta di brani dei Beatles, All I’ve Got To Do con la voce della texana Patricia Vonne (suo fratello è il registra Roberto Rodriguez e lei, poco nota da noi, ha una discografia di tutto rispetto e a Austin è considerata una celebrità) a duettare con Gariazzo, anche in questo caso l’arrangiamento convince appieno, nonostante la strumentazione lontana anni luce da quella originale. Sonorità a cavallo tra psichedelia e folk rock per She Said She Said con ottimo arrangiamento delle voci tutto a cura dello Smallable Ensmeble per poi lasciare spazio a Girl, in una versione swingata sostenuta dall’interplay tra fisarmonica e chitarra elettrica che fanno da sfondo alla voce dell’ultimo ospite, Doug Seegers.

Con Watching the Wheels torniamo al Lennon solista, poi di nuovo i Beatles con una bella versione di Julia, dal doppio bianco e in chiusura una strumentale Oh My Love tutta in punta di chitarre con Gariazzo che replica lo stile di George Harrison.

Paolo Crazy Carnevale