JOHN CEE STANNARD – The Doob Doo Album/Moving On
di Paolo Baiotti
15 giugno 2019
JOHN CEE STANNARD THE DOOB DOO ALBUM (CastIron 2013)
JOHN CEE STANNARD MOVING ON (CastIron 2019)
Cantautore attivo da cinque decenni, Stannard ha fondato alla fine degli anni sessanta i Tudor Lodge, dapprima come duo folk poi come trio con la cantante Ann Steuart, esordendo con l’omonimo album nel ’71 per la Vertigo. Per qualche tempo Ann è stata sostituita da Linda Peters (futura moglie di Richard Thompson). La formazione si è sciolta e riformata più volte, pubblicando come duo con Lynne Whiteland numerosi dischi (tre nell’ultimo decennio). Nel gennaio 2011 John ha iniziato a scrivere brani blues o bluesati, confluiti nel progetto di un disco solista di blues orchestrale che è stato realizzato nel corso del 2012 e pubblicato l’anno dopo come John Cee Stannard Blues Orchestra. In realtà si tratta di una formazione allargata con alla base la sezione ritmica di Richard Hudson (batteria) e Nigel Portman-Smith (basso), con una sezione fiati, il piano di Paul Millns e l’aggiunta di armonica, banjo, un paio di altre chitarre oltre a quella di John e di un saltuario hammond. Il suono è old style, tra blues, jazz e doo-wop, leggero e piacevole. Gli arrangiamenti sono curati e ricercati, rispecchiando diversi stili rinominati dall’autore: dal Groove Blues al Night Blues, dal Dinner Blues di That’s When I Get The Blues al Bucket Blues della swingata Better Days, dal Country Blues (una cover di Blind Boy Fuller) al Café Blues per finire con il Latino Blues di Ballad Of A Tricky Night Visitor che chiude il disco con un’esuberanza tex-mex. Un disco da ascoltare unitariamente, nel quale i vari stili si miscelano senza grandi stacchi. In seguito Stannard ha formato un trio acustico, The Blues Horizon, con il quale ha pubblicato tre dischi in studio e ha suonato con regolarità.
Ma l’anno scorso ha voluto dare un seguito al disco orchestrale con Moving On, registrando ai Whitehouse Studios di Reading con una formazione più ampia in cui compaiono l’armonicista Howard Birchmore e il chitarrista Mike Baker, suoi compagni nei Blues Horizon, la sezione ritmica di Les Calvert (basso) e Dean Robinson (batteria), nonché numerosi session men (chitarre, fiati, tastiere e fisarmonica). Rispetto al disco del 2013 il suono è più contemporaneo, vicino al British Blues, con le chitarre molto presenti e incisivi interventi dell’armonica. Spiccano l’opener Cemetery Junction e l’energica Seventeen, scritte in onore della città natale di Reading, la jazzata Do Right To Me, lo slow Price Of Your Sin, la divertente Call Of Duty e la scorrevole Something That You Do To Me, cover di Jimmy Witherspoon che ricorda le sonorità del blues californiano. Doob Doo e Moving On sono due facce della stessa medaglia, due tipi di interpretazione del blues entrambi ben eseguiti, pur non aggiungendo nulla di nuovo al genere.