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JACK RUSSELL’S GREAT WHITE – Once Bitten Acoustic Bytes

di Paolo Baiotti

20 dicembre 2020

once[510]

JACK RUSSELL’S GREAT WHITE
ONCE BITTEN ACOUSTIC BYTES
Deadline/Cleopatra 2020

Considerato uno dei migliori cantanti dell’hard rock americano, californiano di Montebello classe ’60, Jack Russell ha avuto una lunga carriera con alti e bassi, vittorie e tragedie. Con Mark Kendall e il manager Alan Niven ha fondato i Great White nei primi anni ottanta, dopo avere passato qualche mese in prigione, restando con la band fino al ’96 e tornando nel ’99 per un paio d’anni. Hanno esordito nell’84 con l’omonimo album trovando un successo più ampio con il terzo Once Bitten (Capitol ’87), n. 23 in Usa e disco di platino trascinato dai singoli Rock Me e Save Your Love. Autori di un hard rock non eccessivo, mitigato da influenze blues e con venature pop, duttili anche per merito della voce potente e melodica di Jack, hanno confermato la loro popolarità con Twice Shy (Capitol ’89), top 10 e doppio platino in Usa, che conteneva la cover di Once Bitten Twice Shy di Ian Hunter, singolo di maggiore successo per la band salito al n. 5. Hooked ha confermato in parte la popolarità raggiunta, ridotta con il successivo Psycho City, sempre per la Capitol, ultimo disco d’oro della band prima della conclusione del contratto sancita da un Greatest Hits. Nel 2001 Jack annuncia lo scioglimento della band, causato da problemi personali, da inevitabili litigi causati da abusi di stupefacenti, dal logorio per la vita on the road e dal calo di popolarità. Poco dopo il cantante forma i Jack Russell’s Great White con alcuni vecchi compagni e nel 2003 viene coinvolto in una delle più gravi tragedie della musica americana, l’incendio dello Station Nightclub durante un concerto del gruppo, causato dai fuochi artificiali usati nello show, con la morte di cento persone. Dopo un periodo di pausa la band riprende a suonare per raccogliere fondi a favore delle vittime e lentamente torna in studio con la line-up storica che è durata fino al 2010, pubblicando due album. Fermato da problemi di salute nel 2010, Jack è stato sostanzialmente silurato dai compagni e ha riformato i Jack Russell’s Great White che hanno inciso un valido album in studio nel 2017, He Saw It Coming per la Frontiers, in linea con le scelte musicali della formazione di provenienza, seguito da questo album, basato sulla ripresa integrale dell’album Once Bitten in forma acustica.
Coadiuvato dalla chitarra di Robby Lochner che produce il disco inciso nel suo studio personale, dal basso di Dan McNay, dalla chitarra e dalle tastiere di Tony Montana e dalla batteria di Dicki Fliiszar, Russell conferma di avere sempre una voce bluesata, appena arrocchita, adatta sia al suono muscolare elettrico che alla scelta acustica, che evidenzia la buona qualità del materiale. Spiccano il rock trascinante di All Over Now, il boogie-rock di Rock Me, improvvisata anche in veste acustica, l’iniziale Lady Redlight impreziosita dagli arpeggi della chitarra e dal piano di Montana, la bluesata Mistreater, la scorrevole Livin’ On The Edge e la splendida ballata Save Your Love. Il disco è completato da un’eccellente cover di Babe (I’m Gonna Leave You) dei Led Zeppelin; la voce di Jack è stata accostata in passato a quella di Plant e la band aveva pubblicato nel ‘98 Great Zeppelin, un tributo registrato dal vivo nel dicembre del ’96, che non conteneva questo brano.