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HERBERT PIXNER & THE ITALO CONNECTION – Live

di Paolo Crazy Carnevale

26 aprile 2020

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Herbert Pixner & The Italo Connection – Live (Three Saints Records 2020/2 CD + DVD)

Herbert Pixner è titolare di un quartetto che da diversi anni spopola letteralmente nei paesi di lingua tedesca, dove i suoi numerosi concerti sono regolarmente “sold out”, addirittura alla fine dello scorso anno ha fatto una tournee con l’orchestra sinfonica berlinese ed il gruppo aumentato a sestetto: la sua musica, partendo dal folk tirolese si è evoluta in una miscela incredibilmente riuscita di elementi che vanno dal folk al blues, al jazz, fino a sperimentare sonorità psichedeliche.

Il tutto senza perdere mai l’attenzione e il consenso dei media e del suo pubblico. Da un paio d’anni è leader di una nuova formazione che ha battezzato Italo Connection: il proprio nome, dice, lo ha messo solo perché presentarsi con quello è una garanzia per il pubblico, ma in realtà Italo Connection è un gruppo di sette elementi bravissimi e assai rodati che hanno alle spalle esperienze molto solide (basti dire che il batterista Mario Punzi è stato diverso tempo con la Rudy Rotta Blues Band, prendendo parte al disco dal vivo registrato a Kansas City), e non solo nella loro terra d’origine, l’Alto Adige.

Nata per caso per un progetto estemporaneo richiesto a Pixner in occasione di un festival in Austria, la Italo Connection ha subito dimostrato di avere delle potenzialità spropositate, così ad inizio 2019 c’è stato un tour che partendo da Vipiteno ha portato i sette assi altoatesini a Berlino e ritorno, facendo tappa e conseguente “tutto esaurito” nei teatri germanici e austriaci. Il tutto con troupe cinematografica diretta da Christoph Franceschini al seguito. Il disco di cui ci accingiamo a parlare è il risultato di quel tour, con tanto di road movie sul tour allegato in confezione.

Ma che genere di musica ci si deve aspettare dalla Italo Connection vi chiederete? La risposta è musica totale, universale, con una leggerissima strizzata d’occhio al gusto tedesco, ma proprio leggera: in repertorio il gruppo ha infatti anche una versione pop di Nel blu dipinto di blu, d’altronde da un gruppo con questo nome, destinato al mercato estero, è inevitabile (non dimentichiamo poi che anche Neil Young e i Promise Of The Real eseguirono l’intramontabile brano di Modugno nel loro ultimo tour europeo). Nel sound della Italo Connection si mescolano funk, jazz, musica tradizionale, sonorità desertiche alla Calexico, bossa nova, blues e una valanga di citazioni anche appena accennate all’interno dei brani che vanno dai Deep Purple di Smoke On The Water al tema de Il padrino.

Pixner fa il direttore d’orchestra, suona la sua inseparabile fisarmonica, firma molti brani, si cimenta molto bene con tromba e flicorno, ma lascia molto spazio ai suoi comprimari, in particolare a Manuel Randi, chitarrista sopraffino che è da anni anche una delle colonne portanti dell’Herbert Pixner Projekt (il gruppo abituale di Herbert). Randi e la sua Fender sono parte irrinunciabile del sound dell’Italo Connection, come lo sono i brani da lui composti, ma poi ci sono il già menzionato batterista Punzi, il percussionista Max Castlunger, il bassista Marco Stagni, il tastierista Alex Trebo e l’insostituibile frontman Sax Martl (al secolo Martin Resch), sassofonista e occasionale voce del gruppo: insieme questi sette artisti riescono a costruire un muro sonoro incredibilmente solido e riuscito, capace di spaziare dalle sonorità più contagiose e per così dire “facili” di Blues’n auf e American Polka al jazz di Summer Bossa, tutte in apertura del primo CD. Il disco entra nel vivo però con Tarantino, omaggio del chitarrista alle colonne sonore dei B-movies, e sempre il chitarrista è autore di Aurelia, brano dalla bellezza incredibile, già apparso in versione più tranquilla nel suo disco solista intitolato Toscana, uscito un paio di anni fa. Pixner è autore di nuovo invece di un altro capolavoro, Breaking Bad, quasi una colonna sonora per un film western, la chitarra elettrica e la fisarmonica (ma qui Pixner suona anche i fiati) conducono le danze per oltre otto minuti di bellezza sonora totale (scusate se mi ripeto). Il primo CD si conclude, azzeccatamente con una cover della famosa Misirlou di Dick Dale.

E il secondo disco, seguendo un filo logico cinematografico, ma virando sul jazz , si apre con un brano di Piero Umiliani intitolato Gassman Blues in cui gran parte hanno le tastiere di Trebo e il lavoro della sezione fiati composta da Pixner e Resch. Randi è l’autore di Novilunio, una lunga cavalcata di immagini sonore e suggestioni che cita la musica classica, quella etnica, il sound latino, lasciando spazio a tutti e sette i musicisti con presentazione del gruppo ad opera del sassofonista. C Jam di Duke Ellington è veicolo di nuovo per le evoluzioni delle tastiere di Trebo e la tromba di Pixner, poi tocca ad una composizione del bassista Stagni, un bel blues vibrante e contemporaneo intitolato Sober. Electrifying Overture, in una versione di oltre dieci minuti, è una composizione tratta dal più recente e più ardito disco dell’Herbert Pixner Projekt: il trattamento Italo Connection è ovviamente incredibile, il brano diventa da originale overture di un disco a vetrina di fine concerto con un lungo assolo del batterista. Il finale, preceduto dalle invocazioni di “encore” del pubblico, è affidato a Jazz Carnival di Stanley Clarke, ottimo spunto per un’esecuzione quasi corale di grande effetto.

E se il disco non vi è bastato, sul DVD troverete altra musica, oltre ad un realistico e godibile quadro della vita on the road durante il tour, degli attestati di stima reciproca tra i musicisti e siparietti da backstage.