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DEX ROMWEBER – Carrboro

di Ronald Stancanelli

3 dicembre 2016

ROMWEBER DEX[46]

DEX ROMWEBER
CARRBORO
Bloodhot Records 2016 importato da IRD

Carrboro di tal Dex Romweber è album di un musicista che non conosciamo e questo cd giuntoci fresco dalla IRD arriva a proposito per farcelo conoscere. Tra post cowpunk, garage, rock, rocckabilly e rock and roll questo artista proveniente pare dall’area urbana di Chicago è dotato di personalità da vendere e questo suo lavoro ce lo fa anche accomunare al Dave Alvin di Border Radio ma molte sono le sue influenze come appunto i Blasters, i Beat Farmers,il Nick Cave più dark, e certi eroi rocckabilly degli anni cinquanta. Insomma un album godibilissimo che ha dalla sua decenni di musica americana e anche inglese di gran lignaggio. Coadiuvato dalla sorella Sara che pesta con accuratezza la batteria ci da un cd che è una decisamente una lieta sorpresa. Sei brani su tredici sono a sua firma e il tutto è caratterizzato da un sound scoppiettante e vigoroso pur senza eccedere in noie inutile , anzi i suoni sono misurati e tutti al poto giusto mentre il tipo ha la fortuna dalla sua di avere una voce piacevolissima e specificatamente adatta per detto genere. Andando con la memoria, in certi frangenti ricorda anche il miglior Ben Vaughn, autore negli anni novanta di album strepitosi, e ci regala con questo piacevolissimo lavoro un freschezza di energia non comune. Nel suo passato una decina d’anni con una band dal suggestivo nome di Flat Duo Jets che all’epoca coniugava psichedelìa, rock e punk di maniera e oggi ci delizia con questo album pregno di svariate atmosfere, in un pezzo al piano si erge anche a crooner della situazione mentre nel successivo sta a mezza via tra Link Wrai e Greg Kihn. Troviamo di tutto e di più in questa eccellente quarantina di minuti, che per me restano il dosaggio o minutaggio esatto per ogni album. In prima di copertina lui e in quarta la sorella entrambi rigorosamente in bianco e nero mentre la foto interna ricorda o vuole essere un omaggio ai Clash e al tempo d’oro del miglior punk rock. Bel disco, inatteso e piacevole,